L’Etruria

Redazione

Festa di fine anno scolastico alla Fratta.

Una bella, emozionante serata di inizio estate al college d’infanzia e materna diretto da Alfonso Noto.

Festa di fine anno scolastico alla Fratta.

Quando alcuni giorni or sono la maestra della pubblica Scuola d’Infanzia della Fratta, Sonia Giorgetti, mi ha invitato, come giornalista de L’Etruria, alla festa di fine d’anno scolastico della sua struttura educativa  non mi aspettavo minimamente di partecipare all’evento di un classico college d’infanzia della country  inglese o nord americana. Invece questa serata di sabato 16 giugno passata alla Sala civica del locale  Circolo Burcinella, che ha ospitato la bella performance teatrale dei bambini e delle bambine di Fratta e dintorni, cioè degli altri ameni borghi della Val di Loreto, è stata un vero tuffo nell’Italia  sana e pulita delle nostre terre di campagna , della nazione che lavora,studia ed educa e che, nonostante tutto e tutti, non ha nulla da invidiare ai paesi anglosassoni.

Vedere cinque giovani, appassionate maestre e i loro quaranta bimbi e bimbe, dai tre ai cinque anni ( che nella foto non abbiamo potuto mostrare per questioni di privacy),  che le seguono con impegno e capacità nei loro progetti di danza, di recitazione, di inglese, dello star bene insieme giocando, è una boccata d’ossigeno e di futuro che fa onore all'Italia bella che esiste ancora. Un' Italia nascosta e troppo poco in primo piano. Per me e i tanti presenti è stata una serata che non ha prezzo. Non ha prezzo perché in quell’ora di palcoscenico scolastico ho visto il domani dei nipotini, delle nipotine dei contadini di una volta.  Ho visto giovani babbi e giovani mamme credere nella sinergia, nella condivisione educativa della collaborazione scuola pubblica-famiglia. Ho visto nonni fieri di applaudire con le lacrime agli occhi  i loro pulcini che  danzavano e recitavano  da piccoli uomini e da piccole donne in un palcoscenico di campagna, che nulla aveva da invidiare a quello dei grandi teatri cittadini. Un  palcoscenico molto ben realizzato, scenicamente perfetto e che con l’aiuto di due giovani babbi, nel simpatico ruolo di veline della bravissima maestra presentatrice, hanno inventato e  fatto funzionare  un sipario da grande teatro popolare della nostra storica commedia dell’arte intrecciata al musical moderno. Ho visto maestre di eccellente professionalità e competenza pedagogica, che nulla hanno da temere in un eventuale confronto con le loro colleghe inglesi o nord-americane, all’infuori del loro stipendio mensile che non raggiunge la metà di quello in essere nei contratti dei  famosi colleges  anglosassoni.  Maestre che rispondono ai nomi di Laura, Sara, Simona, Sonia,Tiziana  e che giustamente Loris Salvadori, il bravo nonno che ha interagito sul palcoscenico con i bambini e le bambine adottandoli per un’ora come nipotini, ha voluto pubblicamente ringraziare per la pazienza e la dolcezza con cui hanno seguito, istruito e fatto giocare per tutto l’anno questi frugoletti che son più scavezzacolli e scalmanati di un branco di pecore al pascolo in  primavera.  

Ho visto, insomma, giovani padri e giovani madri,  giovani lavoratori e servitori dello stato testimoniare, prima di tutto a sé stessi e ai loro bimbi, quell’Italia bella, pulita e del cuore che crede nel  lavoro, nell’onestà e nell’educazione pubblica. Un' educazione pubblica voluta  per i loro bimbi nuovamente amati come  speranza civile di un domani migliore, di un’Italia, di una Cortona diversamente contadine, ma sempre solidali e creativamente motivate. Motivate e creative come le maestre che hanno scelto come recita di questa splendida, riuscita, partecipatissima festa di fine d’anno scolastico quella bella, intramontabile  fiaba che sono Le avventure di  Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol , mirabilmente rivisitata e riadattata alla cultura contadina della nostra Valdichiana, delle nostre terre cortonesi.  Una cultura impersonata appunto da Loris Salvadori volutamente “nonno un po’ sordo” , ma straordinariamente educativo, vero, forte contraltare nei suoi dialoghi con i bravi ed istruiti nipotini.

Nipotini tanto fieri nel volergli  fare  compagnia con il racconto del bel libro letto e studiato a scuola, ma ai quali egli in continuazione ripropone la sua cultura di vita contadina, non tanto come sordità alle loro novità di studio e di conoscenza letteraria, ma come pendant educativo proveniente dall’esperienza di vita familiare domestica e campagnola, che, nella sua sapienza rustica, sa essere, da  sempre, linfa vitale di un paese eminentemente agricolo come l’Italia.

Complimenti sinceri alle brave maestre che hanno scelto questo bel libro di Lewis Carroll, che io ho letto alle elementari e che rileggo spesso in quanto , come mi ha insegnato un grande italiano recentemente scomparso, dovrebbe essere un vero manuale di vita civile e politica per tutti coloro che vogliono occuparsi di “res pubblica” e servire il popolo nel governo di una nazione, di una regione o di un comune.  Infatti ad Alice, smarrita e impaurita nel bosco,  che domanda  come uscirne  il Gatto di Cheshire (o stregatto)  risponde con sicurezza: “Dipende da dove vuoi andare”.(cfr. cap.VI: “Micio del Cheshire…potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?” “ Tutto dipende da dove vuoi andare”, disse il gatto). Ecco, se un governante, un politico, un sindacalista non sanno dove vogliono  andare o non lo dicono al loro popolo sarebbe bene che non intraprendessero quella ardua, non facile strada che è appunto la guida di un popolo, il governo di una comunità.

Grazie bambini e bambine di Fratta e dintorni di avercelo ricordato, assieme a nonno Loris e alle vostre maestre, in questa vostra bella,significativa e positiva serata di festa di fine d’anno scolastico.

Ps: Un grazie particolare a nonno Loris per aver utilizzato,  come finto testo di lettura,  L'Etruria cartacea.

Ivo Camerini