L’Etruria

Redazione |

Pietro Pancrazi - Onori a chi Onora

Pietro Pancrazi - Onori a chi Onora

Siedo di fronte ad una gentile signora di elegante bellezza e penso a una farfalla ed alla sua leggerezza.

Sono presente per ascoltare e descrivere in un’intervista il desiderio di ringraziamento che Elisa Debenedetti vuole esprimere nei confronti di Pietro Pancrazi ed estenderlo a tutta la popolazione cortonese che, insieme a quella del territorio della Val di Chiana durante l’occupazione tedesca hanno protetto lei e la sua famiglia da morte certa.

E’ una storia drammatica che inizia da una meravigliosa storia d’amore, il matrimonio tra un uomo di religione ebraica, Giacomo Debenedetti, e la cattolica Renata Orengo, magnifica donna di origini russe, storia che prende i toni più cupi e pericolosi proprio pochi giorni prima del rastrellamento del popolo ebraico nel ghetto di Roma avvenuto il 16 ottobre 1943.

I Signori Debenedetti appartenevano al Mondo della Cultura della prima metà del novecento italiano, una élite, un’arcadia di poeti, artisti, letterati saggisti e filosofi, donne e uomini che vivevano allora forse ignari di quanto le loro ricerche avrebbero determinato la storia che tutti abbiamo studiato dal dopoguerra e che condizionano tutt’ora l’attuale politica sociale europea.

… Era l’imbrunire. Si era appena spento nel cielo uno stupendo tramonto che aveva tinto tutto di rosso. Quelle famose ottobrate romane che non riescono a essere banalizzate neppure dalle descrizioni nei foglietti dei cioccolatini.

Sono Momenti Unici Perfetti.

Ma una sera di tanto tempo fa, prima che la notte trasformasse la forma delle strade della Capitale, in un’elegante casa dell’Aventino, colta per la presenza inimmaginabile di libri, tutti amabilmente spolverati e letti, irrompe la presenza di un caro amico il cortonese Pietro Pancrazi che ordina, più che invita, Giacomo Debenedetti a fuggire immediatamente da Roma con tutta la sua famiglia.

E’ una questione di Vita o di Morte.

L’idea è che la famiglia Debenedetti sia ospitata nella sua residenza al Sodo a Cortona dove ha già istruito la servitù sull’importanza della Segretezza sulle loro reali identità.

Immaginate lo shock per il Debenedetti, noto e illustre scrittore, saggista e critico letterario e per sua moglie costretti, insieme ai loro figlioletti Elisa ed Antonio ad abbandonare “TUTTO”.

Devono farlo in fretta, perché la salvezza non è certa! La loro Vita è in bilico.

Nel Mare del Male Criminale dell’Olocausto che tutti abbiamo il dovere di non far dimenticare ai nostri ragazzi, nasce una storia che onora Cortona, la Val di Chiana ed il suo popolo di allora.

Una storia fatta di pura Amicizia, di Sincerità, di Amore, di Spirito di Sacrificio e il teatro di questa meravigliosa realtà è stato il Quotidiano, il semplice vissuto di tutti i momenti del giorno e della notte.

Quelle rispettate ore di “Silenzio” sono state il Prezioso Ricamo che ha avvolto lo sbocciare della vita di una bambina, fanciulla e poi donna di successo: Elisa Debenedetti.

Allora tutte le persone collaborarono: nessuno avrebbe segnalato come la famiglia Pancrazi avesse improvvisamente raddoppiato l’appetito (poi in tempo di guerra), nessuno si sarebbe sognato di segnalare la presenza di due sconosciuti folletti biondi giocare nel giardino della residenza del Sodo, dove le lavandaie sapevano di non dover domandare.

Nell’intensa e frenetica vita che la signora Elisa Debenedetti sta attualmente conducendo, nulla sarebbe potuto accadere se solo un “distratto estraneo” nel territorio cortonese si fosse fatto sfuggire una “parola di troppo”.

Già da Roma tacquero la presenza di Pietro Pancrazi nelle ore precedenti il rastrellamento per non dare opportunità ai collegamenti investigativi.

Allora ecco che risorge prorompente nella persona di Elisa la Grande Gioia di dire Grazie a Cortona, perché diversamente non sarebbe divenuta mamma del suo amatissimo figlio Marco.

Renata Orengo e Giacomo Debenedetti nonostante siano vissuti in quel periodo “in un campo minato”, hanno sempre protetto dall’Orrore gli animi dei figli Elisa, di 9 anni e Antonio di 5 e dei giovani fanciulli dei contadini che vivevano intorno a loro.

Erano tempi nei quali i tedeschi nazisti stupravano, uccidevano, torturavano e rubavano.

Nei giorni di quella forzata e salvifica “prigionia”, Elisa Debenedetti cuciva i vestitini per le bambole di pezza con le figlie della sorella del Pancrazi.

Durante l’aberrante Storia negli anni della Guerra di Cortona dove tutto si Deformava per il Piacere della Crudeltà, dal 27 ottobre 1943 la mamma Renata è stata il ponte tra la sopravvivenza e la salvezza di tutta la famiglia Debenedetti perché è sempre riuscita a donarsi al marito rifugiato per la maggior parte del tempo fra i monti insieme ai partigiani e ad esprimere sempre con il coraggio l’eterna gratitudine all’amico Pancrazi, ai Pavolini, agli Scarpellini, ai Valeri …

Si racconta che Renata Orengo fu tra le donne che insieme a Suor Antonietta si presero cura dei profughi di Cassino e Formia, allora abbandonati dai tedeschi sulla piazza del Comune di Cortona, sopraffatti dalla sofferenza, incapaci persino di reagire, coperti di scabbia e pidocchi.

Primeggia un racconto: la bellissima Orengo si accorse che un bimbo, fratello di altri 9 stava morendo perché la mamma oramai allo stremo, non aveva più latte. Allora lei incontrò una giovane e florida allevatrice che convinse ad allattarlo.

Il bimbo sopravvisse.

Queste narrazioni, frutto di vita vissuta, ci fanno riflettere come il coraggio e lo spirito di iniziativa speso verso il prossimo attraverso i gesti più semplici, possano salvare una vita.

Anche da noi è oramai giunta la sera. Un tramonto romano come quello del 1943 illumina la sala, uguale in tutto e per tutto, ma diverso per la nostra Libertà.

Siamo nel 2019 ma è ancora importante ricevere insegnamenti, non si finisce mai di imparare, di amare, di voler bene.

Elisa Debenedetti appoggia i suoi occhi limpidi dentro di me e esprime il suo desiderio più grande: Grazie Cortona!

Al riguardo anticipo un prezioso appuntamento per il 24 aprile p.v. che si svolgerà nella Sala Consiliare del Comune di Cortona dove i fratelli Elisa ed Antonio Debenedetti alla presenza dell’Amministrazione Comunale e delle Istituzioni Culturali, ringrazieranno la popolazione del territorio cortonese. Sarà bello che giungano tutti anche i figli dei figli delle persone che forse non ci sono più, perché sarà di grande insegnamento per le nuove generazioni: Onorare chi Onora.