L’Etruria

Redazione

Apertura della Stagione di prosa del teatro Signorelli con Fabrizio Bentivoglio

Giovedì 27 ottobre di scena "L'ora del ricevimento"

Apertura della Stagione di prosa del teatro Signorelli con Fabrizio Bentivoglio

Tutto pronto per l’apertra della stagione di prosa 2016/2017 del teatro Signorelli di Cortona.

Prima opera in scena giovedì 27 ottobre sarà “Lora di ricevimento (Banlieu)” di Stefano Massino per la regia di Michele Placido e con protagonista Frabizio Bentivoglio

In scena, assieme a Bentivoglio, gli attori della Compagnia dei Giovani del Testaro Stabile dell’Umbria (Francesco Rossini Bolo, Giordano Agrusta, Arianna Ancarani, Carolina Balucani, Rabii Brahim, Vittoria Corallo, Andrea Iarlori, Balkissa Maiga, Giulia Zeetti, Marouane Zotti), in questo viaggio nella società odierna attraversata da incontri-scontri fra culture che non sempre riescono a trovare un accordo per il quieto vivere.

È un testo in cui si preannunciano tutte le problematiche che dovremo affrontare nei prossimi decenni.

Non una commedia per ridere ma per riflettere, con un momento finale che spiazza tutti.

Dal canto suo Fabrizio Bentivoglio, nei panni dell’insegnante, descrive il suo personaggio come un “avamposto della nostra società civile che diventa, grazie anche alla maestria di Massini indubbiamente, una sorta di metafora di tutti noi, metafora di tutto l’Occidente europeo e di come siamo in fondo impreparati a ricevere tutti questi impulsi, tutte queste persone nuove che arrivano con le loro culture, con i loro piatti, con le loro musiche, con le loro credenze religiose.

C’è la difficoltà di aprirsi a tutto questo, di cercare di capirlo veramente, di guardarlo e di vedere mentre lo si guarda”

Nel cuore dell’esplosiva banlieue di Les Izards ai margini dell’area metropolitana di Tolosa, Eugene Ardeche, insegnante di materie letterarie, ha come obiettivo arrivare alla fine dell’anno scolastico con tutti i suoi tredici scolari, senza perderne qualcuno per strada.

È attraverso l’ora di ricevimento del giovedì, nei brevi colloqui con madri, padri, fratelli, sorelle, assistenti sociali e improbabili affidatari, che vengono alla luce le vite, i volti dei giovanissimi allievi, le loro paure e desideri, i loro piccoli incidenti scolastici.

Mentre risalta in tutta la sua drammaticità il tema dell’esclusione sociale, ancor più tangibile fuori da questo luogo, la scuola, che sembra essere l’unica trincea contro ogni forma di degrado.