L’Etruria

Redazione

“I ragazzi di Monteluce” e il trapianto ematologico da donatore non compatibile.

“I ragazzi di Monteluce” e il trapianto ematologico da donatore non compatibile.

È stata una forte emozione quella provata il 30 giugno nell’Aula Magna dell’Università di Perugia alla presentazione del libro “Il trapianto di midollo osseo oltre la barriera della compatibilità”, dell’emerito prof. Martelli, ideatore di questa scoperta rivoluzionaria. Il libro è stato scritto dallo stesso professore insieme al giornalista Gianfranco Ricci, con la prefazione del prof. Falini e l’apporto di tanti coprotagonisi, i medici che dal 1985 hanno partecipato alla realizzazione di questo miracolo della scienza. L’opera è la storia del percorso straordinario compiuto, sotto la guida del prof. Martelli, dall’equipe perugina, “ I ragazzi di Monteluce”, che ha operato dal 1985 trapianti di midollo e dal 1992 ha realizzato per la prima volta al mondo un trapianto di midollo da donatore non compatibile. L’apertura verso altre esperienze, la lungimiranza e l’umiltà hanno sempre accompagnato lo studio e la ricerca, condizioni essenziali per conseguire il successo nella pratica del trapianto, e nello stesso tempo per non arrendersi di fronte ai fallimenti. In particolare negli anni 70 e  80, in un tempo in cui il mondo non era ancora un villaggio globale, giovani medici perugini, uomini e donne, animati dalla passione e da un sincero  desiderio di soccorrere i malati, frequentavano  Università e Centri di ricerca dagli Stati Uniti  a Israele, ai diversi Stati europei, per scambiarsi conoscenze e impadronirsi di quelle esperienze tecniche essenziali da concretizzare a Perugia, divenuta, in breve tempo,capitale mondiale del trapianto. Dalla lettura del libro emerge il carattere pionieristico e “avventuroso” nel senso più bello del termine, che anima dalla sua nascita l’Ematologia perugina, insieme al culto indispensabile dell’utopia, la continua ricerca del “luogo che non c’è”, condizione essenziale, questa, per qualsiasi scoperta: prima immaginare, poi progettare e infine realizzare, sempre con il sostegno della passione di fare, di portare aiuto, e anche  di risollevarsi dopo le inevitabili battute di arresto.

Alla presentazione del libro hanno portato la loro testimonianza uomini e donne da tutta Italia, che hanno vinto la leucemia e hanno commosso con il racconto della loro esperienza, quasi a correggere un’espressione della mia nipotina di tre anni: “ Il drago esiste e mi vuole mangiare”  con “ Il drago esiste, è sempre in agguato, ma si può vincere”. Il libro è pubblicato dal “Comitato per la vita Daniele Chianelli e ad esso ne saranno devoluti i proventi. I coniugi Chianelli sono l’anima del Comitato e del Centro di assistenza alle famiglie dei piccoli ricoverati. La perdita di un figlio, il dolore più grande, spesso può distruggere una famiglia: non nel caso dei genitori del piccolo Daniele, che hanno trovato una ragione di vita nella solidarietà, nell’amore per chi soffre,  ma  spera nella guarigione.

Ho avuto il grande privilegio, penso tra i primi cortonesi, di studiare come specializzanda presso l’Ematologia di Perugia ( Ospedale Santa Maria della Misericordia). In quasi cinque anni, intensi ed entusiasmanti, ho sommato conoscenze, accumulato esperienze, e soprattutto ho conosciuto persone, medici e pazienti, che ogni giorno camminano insieme e insieme combattono contro la malattia, condividendo vittorie e sconfitte. Questo libro è davvero la bella fotografia di un’ Italia che funziona, che amiamo e per la quale anche noi giovani vogliamo impegnarci.

Chiara Camerini