L’Etruria

Redazione

LeU interviene su ex ospedale di Cortona

LeU interviene su ex ospedale di Cortona

Ad alcuni mesi dall’annuncio di vendita dei locali che ospitavano il vecchio Ospedale di Cortona vale forse la pena tornare sull’argomento. Ne vale a nostro avviso la pena se non altro per cercare di capire bene il significato vero di quella scelta, che venne fatta quasi alla chetichella, che noi apprendemmo dai giornali nonostante fossimo in maggioranza di governo a Cortona, che non condividemmo e che non esitammo a dichiarare pubblicamente come sbagliata ed inopportuna.

I motivi per i quali non condividemmo quella scelta sono tuttora validi. Non si vende un così importante pezzo di storia cittadina per fare cassa, non si priva la comunità di un bene così importante senza che la comunità stessa, i suoi rappresentanti ne siano portati prima a discutere e a valutare ogni possibilità alternativa. Per gli abitanti di Cortona quelle mura non sono solo un ospedale dismesso, esse rappresentano secoli di storia cittadina, di momenti gioiosi e tristi di centinaia di famiglie, di valori e riconoscenza religiosa per chi è credente. Ed invece la Provincia, Ente che era divenuto proprietario del bene, ha proceduto con ragionieristica freddezza alla sua alienazione. All’epoca chiedemmo che intenti avessero dichiarato gli acquirenti e se fosse garantita la destinazione d’uso. Le risposte che ci vennero date dal Sindaco e dal Pd furono tendenti a rassicurare ed addirittura a prospettare un utilizzo importante per la comunità e per la città. Ad oggi ci pare di poter affermare che le rassicurazioni sono rimaste tali e che la vaghezza che allora vi intravvedemmo resta immutata.

Riteniamo che l’arrendevolezza e l’atteggiamento di subalternità alle scelte della Provincia abbiano privato i cittadini di un patrimonio senza avere nulla in cambio e che troppe poche voci, anche dalle minoranze politiche presenti e non in Consiglio Comunale, si siano unite alla nostra nel contestare questa scelta sbagliata ed incomprensibile. Ha quindi senso chiedere che i cittadini vengano aggiornati sull’evoluzione della cessione, che si renda noto chi sono i veri acquirenti, quali reali disponibilità essi abbiano e quali intenzioni di utilizzo del bene vogliono portare avanti. A quanto risulta l’unica cosa che avanza in maniera inarrestabile è il progressivo ed ineludibile degrado della struttura che addirittura risulterebbe pericolante in alcune parti della copertura. Ed allora chiediamo se non sarebbe stato preferibile mantenerla in mani pubbliche, progettare un utilizzo a favore della città con l’obiettivo di un utilizzo per scopi espositivi, culturali, turistici?

Certo sarebbe stato necessario trovare risorse per la sua riconversione e per la sua ristrutturazione ma è proprio alla ricerca di finanziamenti, a quella di bandi nazionali ed europei che deve guardare una saggia logica amministrativa. Le caratteristiche storiche, architettoniche avrebbero permesso dignità ed autorevolezza nella ricerca di soluzioni e risorse. Ed invece anche questa vicenda si caratterizza come una ennesima occasione mancata, come una ulteriore rinuncia alla progettualità di rilancio di uno dei centri storici più belli d’Italia.