L’Etruria

Redazione

Intervista all' Allenatore del Montecchio, Claudio Giulianini.

Intervista all' Allenatore del Montecchio, Claudio Giulianini.

Claudio Giulianini, dopo la positiva esperienza al Montecchio, che ha portato alla salvezza senza play – out, ci racconta il suo passato, il suo presente ed il suo futuro che, dopo cinquant’ anni sui campi da gioco, si immagina ancora su un rettangolo verde.

 

_ Mister Giulianini, dopo qualche anno è tornato in territorio cortonese. Com’ è stata, al momento, quest’ esperienza?

_ Sono dovuto stare fermo per un anno per gravi problemi familiari e l’ occasione che mi si è presentata l’ anno scorso era buona perché conoscevo bene l’ ambiente, è stata un’ esperienza positiva perché mi era stata richiesta la salvezza e ci siamo riusciti. Anche l’ avere una Società genuina, sana, con dei ragazzi che, praticamente, conoscevo quasi tutti per averli avuti nel Settore Giovanile del Cortona e a Castiglion Fiorentino, è stato d’ aiuto. Tutto è filato per il verso giusto, con grande soddisfazione per la Società che, ricordiamolo, anche se il Montecchio milita in Seconda Categoria, ha avuto più di qualche spesa.

 

_ La Società aveva chiesto di salvarsi evitando i play – out e Lei c’ è riuscito. E’ soddisfatto o si poteva fare qualcosa in più?

_ Sono soddisfatto fino ad un mese dalla fine del Campionato, poi i ragazzi hanno un po’ mollato mentalmente nelle ultime cinque partite e quando si molla mentalmente rientrare in una partita agonistica diventa difficile; quando la psiche dei giocatori stacca, diventa complicato. Alla fine, con un po’ di patema d’ animo, siamo andati a fare quel punto a Terontola che ci ha dato la matematica salvezza. Non ti nascondo che questo rilassamento mi ha fatto abbastanza arrabbiare.

 

_ Quando è stato chiamato dai Dirigenti del Montecchio, ha accettato subito o aveva altre offerte in ballo?

_ C’ era qualcos’ altro, ma la vicinanza da casa ed il conoscere i giocatori sono stati i fattori che mi hanno fatto accettare la proposta del Montecchio anche perché quando si prende una squadra in corsa devi avere la consapevolezza dei ragazzi che vai ad allenare, quindi sapevo dove andare a lavorare. Di ragazzi ne conosco tanti, anche perché negli anni ne ho allenati tantissimi, ma oltre che sul campo da gioco bisogna conoscerli anche e soprattutto da un punto di vista umano e Montecchio mi dava questa garanzia.

 

_ Quali sono stati gli aspetti su cui ha lavorato principalmente in questi mesi?

_ La cosa principale è stata quella di ridare più professionalità all’ ambiente anche se sei in Seconda Categoria. I ragazzi facevano due o tre allenamenti ed io gli ho imposto di farne tre finchè non saremmo stati salvi. Era fondamentale alzare agonisticamente il livello degli allenamenti; piccoli ritocchi fondamentali per ottenere i risultati che poi sono arrivati. Bisognava costruire la salvezza sul nostro campo e così è stato.

 

_ A parte quest’ ultima esperienza, ci vuol dire qual’ è stata nella sua lunga carriera la squadra con cui ha lavorato meglio da un punto di vista professionale ed umano e quella, invece, con cui ha avuto i maggiori problemi, se ce lo può dire?

_ Il primo anno che ho allenato mi ha lasciato un ricordo indelebile: mi sono sentito subito in famiglia a Cortona dove non era stata programmata la vittoria del Campionato, ma che arrivò nel 1991/92. Santi Tiezzi, col Cortona Camucia, fece una scommessa molto rischiosa, ed io trovai un ambiente eccezionale, con dei ragazzi che mi hanno accettato e l’ anno dopo ci ritrovammo a fare il Campionato di Eccellenza a Girone Unico con venti squadre fra cui Grosseto, Sangiovannese e Forte dei Marmi. Sono stati due anni di grosse soddisfazioni, come grande è stata la soddisfazione di allenare la Castiglionese e riportarla dalla Seconda Categoria alla Promozione. Poi, ovviamente, ci sono state parentesi meno felici con degli esoneri, ma non mi hanno mai sconfortato anche perché pure dagli esoneri c’ è sempre qualcosa da imparare e nella stagione successiva devi farne tesoro. Bisogna mettere in preventivo l’ esonero per una serie di fattori che si possono verificare durante la stagione, acquisti sbagliati o che non hanno reso, problemi societari. Comunque, mi sono tolto anche le mie soddisfazioni perché su nove spareggi per non retrocedere ne ho vinti sette, ho ottenuto sei promozioni con quattro vittorie di campionato e due vittorie negli spareggi.

 

_ Adesso, un meritato riposo, e poi una nuova stagione a Montecchio? Ha già parlato con i Dirigenti?

_ I Dirigenti sono stati eccezionali perché mi hanno riproposto di allenare ancora il Montecchio, dobbiamo avere un incontro; negli ultimi anni ho allenato squadre già in corso d’ opera, mentre mi piacerebbe poter allenare dall’ inizio in modo da poter preparare la squadra per l’ inizio del campionato, anche se otto mesi in panchina, alla mia età, iniziano ad essere pesanti. Adesso, dieci, quindici giorni di riposo e poi se ne riparla, anche se la mia priorità resta Montecchio.

 

_ E adesso, ci dica, cosa vuol fare da grande?

_ Finchè posso, mi piacerebbe dare una mano, sempre nel mondo del calcio, a chi me la chiede, magari anche subentrando. E’ sempre difficile staccarsi da un campo di calcio. Poi, quando una Società mi chiederà esperienza dietro ad una scrivania, io sarò sempre presente. L’ esperienza conta molto nel calcio e se qualche Società mi farà una proposta seria in tal senso, la valuterò attentamente, non mi staccherò mai dal mondo del calcio, sono cinquant’ anni che ci sono dentro, ho il calcio nel sangue.

 

Stefano Bertini