L’Etruria

Redazione

La montagna ai montagnini!

Basta con il vandalismo dei cinghiali a due zampe! Le voci esasperate dei residenti della nostra montagna

La montagna ai montagnini!

Nei giorni della festa di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti , come tutti gli anni, ho fatto anche io la  tradizionale visita ai cimiteri della mia natia montagna cortonese ed ho avuto l'occasione di incontrare non solo parenti ed amici residenti, ma anche tanti amici e conoscenti che ogni anno tornano a visitare i propri cari che riposano all'ombra dei cipressi nelle piccole oasi che , a partire dal 1805 , i nostri avi costruirono con amore cristiano e per esplicitare quella   “corrispondenza di amorosi sensi“ di cui ci parla Ugo Foscolo nel suo carme " I Sepolcri".

Tante le voci, le lamentazioni che ho ascoltato e che , come modesto giornalista di strada, non posso non raccogliere e volentieri pubblicare, soprattutto dopo i vandalismi che, nei giorni della recente "fungata", hanno colpito i  boschi e i terreni coltivati dagli ultimi montagnini, veri ed unici custodi di un paradiso, che va tutelato e promosso. La recente  fungata di ottobre , infatti,  ha visto invadere la nostra montagna non solo da persone per bene che si accontentavano di una passeggita e di una corretta raccolta da assaggio dei funghi, ma da orde vandaliche di cinghiali a due zampe che hanno depredato di tuttto (e di più) dei prodotti e delle coltivazioni che, con tanta fatica ed abnegazione, gli ultimi montagnini continuano a praticare, resistendo alla tentazione della fuga e dell'abbandono di un territorio che nei secoli passati fu il vero, grande polmone vitale di quella Cortona, che, come oggi,  non poteva contare sulla Valdichiana, in quanto ancora in gran parte afflitta non solo dall'uggia delle brume, ma soprattutto dalla sua condizione di palude lacustre e piena di  miasmi. 

Ecco allora alcune delle tante lamentazioni ascoltate e registrate in questi due giorni di carezze e ricordi verso coloro che spesero tutta la loro vita tra i campi e i boschi cortonesi, coltivando la civitas cristiana e l'amore per i propri fratelli e per madre natura , che seppur aspra e avara , fu ingentilita dalle coltivazioni di tanti alberi da frutta, come il castagno e dagli allevamenti di ovini e bovini, assieme a quelli degli animali da cortile, come polli e conigli, che costituivano la linea principale dell'economia familiare e da sussistenza della montagna cortonese.

Pasquale: " Quest'anno siamo stati proprio travolti da un via vai di gente  che veniva a cercare funghi nei nostri boschi e terreni con arroganza e prepotenza mai viste. Macchine e macchinoni parcheggiati alla rinfusa lungo la provinciale o nelle nostre stradine interpoderali, peggio che alla fiera di Camucia di settembre. Inoltre jep e gipponi a gogò nei nei boschi a intasare le nostre poche vecchie e disastrate strade trattorabili. Gente armata di rastrelli e arpioni vari per rivoltare il sottobosco peggio delle rumète dei cinghiali a quattro zampe. Nessun rispetto per le coltivazioni e per chi vive e suda tutto l'anno quassù. Solo io, nel mese di ottobre, ho riportato a casa otto bottiglie di vetro, quindici di plastica, dieci lattine di coca o bevande varie. Insomma, una cosa mai vista che mi ha lasciato tanto dolore nello stomaco, anche perché più volte ho incrociato uomini e donne che avevano panieri e sporte strapieni di funghi, che poi andavano a rivendere. Uno che avrà avuto oltre venti chilogrammi di funghi nel bagagliaio della propria macchina e che ho incrociato a mezzogiorno al bar di Portole, dove si vantava della sua grande raccolta, mi ha detto che lui andava poi a rivenderli a venti euro al kg. Insomma, non solo orde barbariche di gente senza vergogna, ma anche presa in giro e affari speculativi al nero con i prodotti di boschi dove i proprietari pagano ogni anno l'Imu al Comune e le tasse allo Stato".

Tonio: " A me è andata  peggio. Non solo mi hanno rubato il gasolio dal serbatoio del trattore che tengo in uno spiazzo vicino al bosco, dove lavoro e accatasto la legna , ma mi hanno anche rubato tutta l'uva bianca moscatello di un filare che avevo lasciato a maturare per il vinsanto e poi mi hanno fregato più della metà dei miei pregiati marroni, che coltivo con tanta fatica nella mia marroneta, che tengo meglio di un giardino. A rubare marroni tutti bravi, ma a venire a tagliare erba e spini sotto il sole cocente di luglio ed agosto non si vede mai nessuno. Troppo comodo dire che il bosco è di tutti e che tutti possono fare che cavolo che uno vuole, anche con quello degli altri. Bisogna che si faccia un regolamento comunale con tanto di multe a chi non lo rispetta e bisogna imporre un limite di due/tre  kg alla raccolta dei funghi. Una volta quando ero bambino con la vendita dei funghi noi ragazzetti ci si compravano i quaderni e i libri per andare a scuola. I funghi, come altri prodotti del bosco, erano un piccolo,  importante aiuto alla nostra economia di sussistenza familiare. Oggi non è più ammissibile che tutti siano i padroni selvaggi dei nostri boschi, mentre noi che ci si vive siamo ridotti ad essere i bischeri che ci sudano e lavorano per quattro miseri soldi".

Camelia: " Gli atti vandalici mica  sono stati solo nei boschi. Anche nelle vicinanze delle case ne abbiamo viste di tutti i colori. Furti delle pietre dei nostri ponti ottocenteschi e di alcune  case dirute e non più abitate. Spesa agratis nei nostri orti  o negli alberi da frutta coltivati vicino casa. E poi anche distruzioni e atti vandalici e sacrileghi , come la rottura del vetro dell'edicola religiosa costruita negli anni 1960 da Don Albano Fragai sulla sua via di casa vicino Portole. Sfregi e scritte indicibili sui muri delle nostre antiche cappelle votive e chiesine , come avennuto l'altr'anno con  la cappellina ottocentesca della Cerventosa, sono ancora lì a dimostrazione di una inciviltà che va assolutamente repressa. E' ora che chi governa faccia qualche cosa per fermare vandali e cinghiali a due zampe. Valorizzare la montagna è un dovere di tutti , lasciare libertà di saccheggio è connivivenza con i delinquenti. Occorrono anche da noi un regolamento e un patentino per coloro che vogliono andare a cercare funghi e non sono montagnini. Bisogna avere,inoltre, il coraggio di dire ad alta voce: la montagna ai montagnini! Come avenniva nei secoli passati."

Grazie Pasquale, Tonio e Camelia per queste vostre riflessioni e lamentazioni, che spero di aver  registrato con precisione e che volentieri pubblico su L'Etruria. Un giornale che da sempre è attento ai problemi e alle riflessioni degli ultimi montagnini.

Ivo Camerini