L’Etruria

Redazione

La Val di Loreto ricorda e onora il vescovo Sandrelli

Nella Chiesa di Sant'Eusebio un incontro di memoria sull’ultimo missionario cortonese, vescovo di Formosa in Argentina e figlio di una famiglia di San Pietro a Cegliolo

La Val di Loreto ricorda e onora il vescovo Sandrelli

Nel dopo cena di mercoledì sette dicembre 2022, nella storica Pieve di Sant’Eusebio, si è tenuta una bella e significativa “veglia” (nel senso nobile della nostra cultura cristiana e della nostra civiltà contadina) degli abitanti della Val di Loreto e di tanti cortonesi per ricordare ed onorare il vescovo Dante Sandrelli , figlio umile (ed illustre al contempo)  di queste splendide e cristiane terre bagnate dal rio Loreto.

Come mi disse il mitico don Ferruccio Lucarini ,in una intervista su L’Etruria del 31 dicembre 2002, “Mons. Dante Sandrelli nacque a San Pietro a Cegliolo il 6 giugno 1922 in una casa contadina sita lungo la statale 71. La sua famiglia era molto numerosa, oggi si direbbe allargata. I suoi genitori avevano profonde radici di cristianesimo e, mi raccontava proprio don Dante, all’imbrunire lasciavano con anticipo il lavoro dei campi per recarsi tutte le sere di maggio in chiesa a pregare la Madonna. Nella sua casa, mi raccontava sempre don Dante, si era così poveri che alla domenica si andava alla Santa Messa in due turni diversi perché le scarpe non c’erano per tutti. Alla prima messa andava una parte che poi tornando a casa dava le scarpe all’altra parte della famiglia per recarsi alla seconda messa”.

Dopo gli studi nel Seminario vescovile cortonese, dove fu anche vicerettore, pochi anni dopo la sua consacrazione sacerdotale don Dante  andò missionario in Argentina su invito di Mons. Giuseppe Alunni, che figlio di immigrati cortonesi in quel paese, colà si era fatto prete ed era divenuto un importante personalità religiosa e culturale della Diocesi di Resistencia.

In Argentina fu prete e sacerdote tra i bisognosi  e i più poveri e divenne presto un Buon Pastore degli ultimi e degli emarginati. Nei primi anni 1960 Papa Paolo VI lo nominò vescovo della Diocesi di Formosa nel Chaco immenso e povero dell’Argentina.

Lì fu una figura carismatica e fu stimato non solo nella chiesa argentina del secondo Novecento, guidata dal Cardinal Bergoglio, attuale Papa Francesco, ma soprattutto dal popolo argentino della provincia di Formosa. Sul finire del Novecento, quando lasciò la diocesi per raggiunti limiti di età, sentendosi ancora un  Buon Pastore in ottima salute fisica, con la benedizione del cardinale Bergoglio, andò missionario in Cuba come semplice prete in un famoso Santuario Mariano de L’Avana.

Le sue spoglie, dopo la morte avvenuta l’otto dicembre 2002, riposano in Argentina.

Nell’ultimo decennio del Novecento Mons. Dante Sandrelli tornò spesso, quasi ogni anno, a Cortona, cui rimase legato per tutta la vita, sia per trovare i parenti sia per salutare i tanti amici che qui aveva, soprattutto Don Ottorino Capannini, quasi un suo figlio spirituale, e il carissimo amico Don ferruccio Lucarini che dal 1972 era divenuto parroco di San Pietro a Cegliolo. Così, ancora in quell’intervista su L’Etruria, Don Ferruccio mi ricordava queste sue presenze cortonesi: "Don Dante dal 1990 in poi  è tornato spesso a trovarmi. Una delle sue ultime messe solenne l’ha celebrata proprio qui a San Pietro il trenta giugno scorso ( 2002,ndr)  dando la Prima Comunione ai bambini della mia parrocchia. Prima di ripartire, in settembre ha celebrato Messa al nostro Santuario della Madonna di Mezzaviadi cui era devotissimo. Proprio in queste due messe egli ebbe parole di grande bontà verso di me e disse ai miei parrocchiani di volermi bene e di seguire i miei consigli perché dopo di me sarebbe stato difficile avere un altro parroco a San Pietro. Soprattutto, come ricordo personale, porterò sempre con me le parole di approvazione e di compiacimento che, sia a giugno sia a settembre nel nostro ultimo incontro, egli ha indirizzato verso la mia piccola opera di accoglienza gratuita che in questi ultimi anni ho svolto verso i tanti lavoratori polacchi che sono stati qui da me nella casa parrocchiale. Salutandomi, prima di ripartire, mi disse con toccante fraternità: non smettere mai di fare questa carità, questa accoglienza fraterna verso chi viene in Italia per lavorare onestamente, perché noi sacerdoti sappiamo meglio di altri che nel fratello che soffre e che ha bisogno c’è sempre presente Gesù Cristo”.

La relazione introduttiva  alla bella  serata di Sant’Eusebio in memoria ed onore del vescovo cortonese Sandrelli è stata tenuta dal Sindaco di Cortona Luciano Meoni , che , assieme alla sua giunta, ha voluto ed organizzato questo evento e che , soprattutto, gli ha fatto intitolare la strada comunale di Tavarnelle. L’intitolazione ufficiale avverrà oggi 8 dicembre, alle ore 10,30 con solenne cerimonia presieduta e guidata dallo stesso Sindaco Meoni.

Le testimonianze personali di Don Ottorino Capannini e don Giovanni Tanganelli hanno dato emozione e memoria attiva alla storia, al ricordo di una vita religiosa e civile i cui momenti essenziali sono stati ricostruiti attraverso alcune videoclip di foto tratte da archivi privati e da spezzoni filmati amatoriali di un cortonese che negli anni 1970 circa aveva accompagnato alcuni sacerdoti ed amici di Mons. Sandrelli in una lunga visita di quegli anni al presule missionario nel Chaco.

Brevi saluti sono stati portati da don Giovanni Ferrari, Vicario di Cortona, dal francescano  Padre Andrea del Convento di Santa Margherita e, per i parenti, dal biscugino dottor Roberto Nasorri. Ha fatto gli onori di casa il sempre attivo e cortese Don Stanislao Milik, attuale parroco della val di Loreto. Per i nostri lettori inoltre segnalo il bel libricino realizzato sul Vescovo Sandrelli dal suo parente Carlo Gnolfi, cortonese , ma da molti anni trapiantato a Bologna. 

Nella foto collage, due immagini della serata di Sant’Eusebio e alcuni ritagli di articoli dedicati vent’anni fa a Mons. Dante Sandrelli da L’Etruria di cui egli era stato un attento lettore ed abbonato.

Ivo Camerini