L’Etruria

Redazione |

Presepe 2022 Bambolotti Rotti nel Teatro di una Fossa Comune

Presepe 2022  Bambolotti Rotti nel Teatro  di una Fossa Comune

La ricorrenza del Natale è vicina.

Ho sempre associato questa festività alla Pace e mi chiedo come oggi si possa festeggiare con gioia la Nascita del Sacro Bimbo con la guerra in Europa e in tutte le altre parti del Mondo.

In verità, un buon cristiano mi spiegherebbe che oggi è necessario ricordarla più che mai, perché il Sacrificio della Vita di Gesù al servizio dell’Umanità è l’esempio più Alto di Solidarietà.

La risposta si deve ricercare nell’amore ma non solo nei bei regali, nei gesti facili o nelle comode o eleganti occasioni, l’amore si nasconde anche tra le situazioni scomode, quelle che ci mettono a disagio.

Allora come costruirò oggi il mio Presepe?

Poserò Gesù Bambino al centro di una Fossa Comune popolata di Barbie e Ken dalle braccia e gambe mozzate.

Forse ci sarà la figura della Madonna dolce e sofferente. Fin da quando frequentavo il Catechismo, ho sempre provato un sentimento di pietà verso la figura di Maria, una giovanissima fanciulla che ancor prima di mettere al mondo la sua creatura era già a conoscenza della sua drammatica fine. Forse non si è goduta un giorno da Mamma Felice.

Poi forse aggiungerò la figura di Giuseppe e lo vestirò magari con una tuta mimetica, ma non gli disegnerò un fucile sulla spalla perché la sua figura è quella di un pacifista.

Al centro posterò il Piccolo Gesù, triste perché circondato da un mare di bambolotti rotti, con teste e arti mutilati. Faccine dagli occhi cavati dalle torture. Orbite vuote di una vita spezzata.

Forse in molti conserviamo in cantina i giocattoli distrutti dall’innocenza del gioco infantile, ma quelli che ho rappresentato nella mia fotografia, sono nella realtà degli esseri umani che al mattino prendevano il cappuccino al bar, accompagnavano i loro bimbi a scuola e andavano al lavoro ...

Il mio Presepe sarà un macabro spettacolo, ma la guerra e le torture lo sono ancora di più. Rappresenterò le fosse comuni che vediamo in parte oscurate dai telegiornali, corpi marciti insieme ad altri.

Prego per quelle anime sconosciute! Facciamolo a prescindere dal Credo e dal Pensiero Politico. Non so se basteranno le nostre preghiere sentite e sincere per quei disgraziati, ma speriamo che nel seno della propria famiglia anche gli uomini più malvagi siano colpiti dalla “Magia del Natale”.

Eppure il messaggio della Capanna è un grido di Amore carico di Speranza e Solidarietà!

Ma pare che questo potente sentimento abbia abbandonato i Palazzi del Potere e i Salotti Buoni e mentre i cieli continuano ad essere minacciati dalle bombe nucleari, stiamo perdendo la fiducia di essere ascoltati.

Spesso il mio egoistico spirito di sopravvivenza, m’impone di dimenticare per qualche ora gli orrori compiuti e provati nel Mondo perché mi sento di affogare nella crudeltà.

Penso continuamente alle perdite che stanno subendo quelle popolazioni: i loro cari massacrati insieme alle loro abitazioni. Rifletto banalmente sui loro oggetti sparsi fra le macerie, mi guardo intorno nella mia camera e simulo distruzione: utensili, quadri, oggetti e manufatti accumulati da una vita, ora disintegrati!

Quando potranno riavere un fiore in casa?

Durante il Natale ho sempre fatto il giro nelle Chiese di Cortona per visitare i Presepi, molti sono bellissimi e antichi ma più passano gli anni e m’invecchio, avverto di voler vedere espresso qualcosa di diverso, di più spontaneo e umano.

Chissà come allestirebbero i loro Presepi i bimbi di Cortona? Forse dai loro pensieri potremo ritrovare un messaggio di speranza.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®