L’Etruria

Redazione

Il sacrificio non è per chi resta a casa, ma per chi non può restare a casa !

Due significative testimonianze dai social

Il sacrificio non è per chi resta a casa, ma per chi non può restare a casa !

Iniziamo oggi la nostra terza settimana di “Io resto a casa”. Tra i tanti post pubblicati su Fb ce ne sono due che colpiscono particolarmente e che volentieri pubblichiamo per i nostri lettori.

Contengono ambedue la forte , sentita testimonianza di due donne sul fronte della tutela della nostra comunità nazionale. Leggiamole bene .

Se ci pensiamo,infatti, ci aiutano a comprendere che il sacrificio non è per noi che stiamo chiusi in casa. Il sacrificio è per coloro che sono sul fronte del lavoro, della salute dell'ordine pubblico, della gestione e del governo della cosa pubblica locale, nazionale e internazionale per mandare avanti il paese. Grazie di cuore a questo esercito civile di italiani encomiabili e coraggiosi. Tutti insieme, uniti possiamo battere questo nemico invisibile che minaccia l'Italia e il mondo. ( IC )

 

Simona, commessa in un supermercato.

“Lavoro in un supermercato. Tutto avrei pensato nella mia vita ma mai di dover essere una di quelle categorie che in un momento come questo è essenziale per la collettività. Un medico, un infermiere lo sa che è in prima linea, non dovrebbe trovarsi li per caso, (e la mia gratitudine e stima per loro è infinita).
Io non lo sapevo.
Però ci sono.
Con la paura, con l'adrenalina a 2000, con il terrore di ammalarmi, non tanto per me, ma di "poterlo portare a casa" e contagiare chi più amo al mondo.
Mi sono presa le mie responsabilità ora è il momento che tutti si prendano le proprie. Aiutateci a poter darvi il nostro servizio e rispettate alcune semplici regole:
- La spesa va fatta una volta a settimana, anche per i propri familiari. (Troppi anziani in giro senza protezioni e senza limitazioni)
- State il meno possibile nel supermercato.
- Usate le mascherine o comunque copritevi anche con un fazzoletto bocca e naso per rispetto di tutti.
- Usate guanti e igienizzate le mani.
- Non vi avvicinate agli addetti e mantenete la distanza di almeno un metro.
Vi prego aiutatiamoci ed aiutateci!!!”
 

Marzia, giovane medico ospedaliero.

“Non so come siamo arrivati a tutto questo non so come dalla sera alla mattina mi sono ritrovata dentro una tutta fredda ma che ti fa sudare, non so come mi sono ritrovata con una mascherina stretta intorno al volto di cui ancora porto i segni, non so come mi sono trovata a guardare i pazienti da dietro uno schermo protettivo che fa vedere solo due piccoli occhi sconosciuti.

Proprio stanotte mentre giravo tra quei letti tra i rumori degli allarmi e lo strusciare della tuta mi chiedevo come siamo arrivati a questo. E riflettevo mentre sentivo il mio respiro sempre piu affannoso sotto la mascherina, mi sentivo respirare, il mio respiro mi tuonva nelle orecchie mentre mi prodigavo ad aiutare gli altri, a respirare. Mi aggiravo piano cercando comunque di toccare il meno possibile intorno a me, ma i miei occhi incontravano e si toccavano con quelli nascosti dei miei colleghi. E non c'è bisogno di parlarsi basta quel luccichio che ti fa capire un sorriso, basta un cenno con la testa per far capire che sei stanco ma che sei pronto a tutto e basta quella carezza sulla spalla la mattina dopo 10 ore stanco e sfatto, la carezza del collega che ti dà il cambio e si raccomanda di andare a riposare.

Osservavo e mi osservavo, sagome silenziose che si aggirano fra anime sfortunate e abbandonate nelle tue mani.

Proviamo paura proviamo rabbia. Proviamo angoscia e frustrazione ma l'amore per la nostra professione, la consapevolezza del nostro agire, la passione per quello che siamo e che facciamo la responsabilità che ci contraddistingue sono più forti. Arranchiamo in una situazione nuova, triste e buia che fa paura a noi quanto al resto del mondo, siamo soldati vestiti di bianco con il volto coperto, non spariamo non bombardiamo, ma accogliamo nelle nostre mani e con le nostre mani doniamo cure e amore.

Ne usciremo, ne usciremo con il cuore a pezzi e con le ossa rotte ma ne usciremo. E noi umili servitori ma forti come rocce siamo qui per aiutare ognuno di noi ad uscirne. Allora una volta fuori da questo incubo ricordiamoci di quanto abbiamo vissuto e di quanto la vita sia un filo sottile e appeso che può sfuggirci di mano senza che neppure ce ne accorgiamo.......

Mi spoglio della mia tuta adesso è calda è sudata, mi spoglio della mascherina ma quella non mi abbandona del tutto né porto i segni e anche se nn c'è ne sento la pressione. Mi spoglio e ringrazio Dio anche per questo giorno e lo ringrazio per questa prova perché mi renda più forte e più bella dentro, perché ci renda tutti più consapevoli.”

A cura di Ivo Camerini