L’Etruria

Redazione

Quattro chiacchiere con Daniele Brocchi

"Amo Cortona e vorrei fare qualcosa per il suo futuro".

Quattro chiacchiere con Daniele Brocchi

Incontro Daniele Brocchi oggi in treno nel nostro comune viaggio di ritorno da Roma. Tra un convenevole e l’ altro , il discorso  cade, quasi inevitabilmente, su Cortona e sul futuro del nostro paese natale. Daniele si fa improvvisamente pensieroso e mi dice: “ Non vedo bene la mia Cortona. Ho paura che diventi un museo a cielo aperto invaso da turisti mordi e fuggi e quindi torni ad essere un gigante non solo addormentato, ma anche senz’anima, senza cortonesi. Io amo tanto la mia città, ma , come te e come tanti altri cortonesi, son dovuto emigrare per trovare la mia strada, il mio successo personale e oggi quello che più mi amareggia è il fatto che nessuno, quando ritorni, ti voglia prendere in considerazione,  voglia dare credito alle idee che uno riporta  quando si torna a casa. Davvero per me e tanti altri vale il famoso detto “nemo propheta in patria”. Comunque ti manderò dai miei genitori il libro che ho recentemente pubblicato: “Italiani? Un campo di granoturco”, dove troverai anche diverse pagine su Cortona e i cortonesi”. Lo ringrazio dell’attenzione e mi rendo disponibile a recensire la sua fatica letteraria su L’Etruria. Si torna a parlare di futuro a Cortona e Daniele diviene un fiume in piena. Ha tante idee legate al suo background di direttore dell’Ufficio turistico di Confesercenti di Roma e del Lazio. Qui non è possibile riassumerle tutte in quanto lo spazio e una registrazione saltata non me lo consentono, ma senz’altro appena avrò letto il libro ci ritornerò sopra. Intanto al giovane Daniele, qui nella foto collage con la copertina del suo recente libro e figlio dei cortonesissimi Angela ed Alfio, residenti in Borgo San Domenico, un sincero "ad maiora" e un augurio di tornare sempre più spesso a Cortona da parte del nostro giornale.

Ivo Camerini