L’Etruria

Redazione

Verso la seconda settimana di quarantena

Verso la seconda settimana di quarantena

Due settimane di vacanze di ferragosto anticipato? No. Stiamo iniziando la seconda settimana di quarantena, ma crescono  ansia, angoscia tra la gente che va al lavoro, tra il personale sanitario che sta al fronte, tra la stessa gente comune e fortunata che esce di casa solo per andare a fare la spesa o per necessità urgenti. Insomma serpeggia  un certo malessere sociale che potrebbe improvvisamente esplodere in quanto ancora non sono state distribuite alla popolazione mascherine e prodotti igienizzanti che sono quasi scomparsi dalle farmacie e dai supermercati ed  invece compaiono in vendita , a prezzi centuplicati in Internet e sui social. Anche i generi di prima necessità hanno avuto piccoli ritocchi all’insù e dai supermercati arriva qualche preoccupazione per il futuro.

Questo è il lato davvero rivoltante di una situazione drammatica mai vista dalle nostre generazioni e , ma giustamente c’è pure chi si interroga su quale condizione democratica nuova stiamo scivolando o siamo scivolati.

Insomma, come scriveva ieri su whatsapp , un illustre, stimato settantenne  socialista e democratico cortonese :“ siamo in  una situazione dove , con le autocertificazioni dei controlli di polizia è partita una schedatura di massa che non si sa proprio a che cosa serva, perché se chi è stato fermato era uscito per motivi impropri e ingiustificabili si porta in galera e non si rimanda a casa con una multa e con la minaccia di processi successivi quando , se fosse stato ammalato , potrebbe anche essere passato a miglior vita (e quindi non perseguibile) se invece è sano, cioè non infettato da Covid, quale giudice potrebbe condannarlo se il fatto di aver messo a rischio la salute altrui non esiste?”.

Sono riflessioni di una persona di grande spessore che ha fatto tanto per Cortona e per la Valdichiana  e che ora avendo più di settantacinque anni, come da norma,  si è autoisolata in casa, ma attraverso i social e i media segue il mondo di fuori e, pur avendo la fortuna di avere la  spesa a casa, si preoccupa del pericolo di una democrazia ferita e della non percezione che si vada verso forme di potere e di governo dittatoriali simili a quelle sconfitte nel  Novecento e che allora si instaurarono tramite le ideologie e oggi invece tentano di  costruirsi tramite  la struttura capitalistica del neoliberismo.

Sono riflessioni  fatte da una persona che non posso nominare in quanto fa parte di una chat privata di cortonesi che si stimano e si vogliono bene e che, nonostante militanze politiche su versanti diversi , sono convergenti nella difesa della Costituzione e della democrazia. Riflessioni che mi hanno colpito e che voglio portare alla attenzione dei nostri lettori affinché  anche nelle nostre terre aretine, come sta succedendo in molti comuni italiani del nord , del centro e del sud, si facciano sì controlli su chi è costretto a muoversi per lavoro, per necessità o per una piccola passeggiata (solitaria, cioè individuale);  ma  si facciano con buon senso e non , come hanno riportato alcune  cronache, facendosi condizionare dalla canea  montante dei forcaioli egoisti e salottieri, che vedono untori dappertutto anche nel piccolo ortolano amatoriale che va, con queste giornate di tempo buono a preparare il terreno per la semina primaverile.  Purché, naturalmente, vada solo a fere quello e non a gironzolare altrove. 

Nelle nostre terre aretine e cortonesi quasi tutti hanno un piccolo orto anche con animali domestici. Perché mandare in malora la piccola economia domestica? Diverrà reato anche fare l’orto? Dovremo rassegnarci a comprare verdura e frutta solo  ai supermercati che vendono prodotti pieni di glisolfato e di veleni vari? Speriamo di no. Ed anzi il nostro giornale è sicuro che le nostre forze di polizia, in servizio encomiabile sulle nostre strade, sanno riconoscere chi ha necessità di dar da mangiare ai propri polli e conigli o chi va due ore a preparare l’orto per procurarsi cibo sano per sé e per i propri cari. Quei propri cari che non hanno niente a che vedere con quel gregge per il quale  l’attuale primo ministro inglese, proprio in questi giorni, ha invocato una strana selezione di immunità naturale.

Come ha ben ricordato don Alvaro Bardelli, nella sua chiara e profonda omelia nella messa trasmessa da Telesandomenico domenica mattina 15 marzo , il Vangelo da sempre ci ricorda che “c’è chi semina e chi miete”, ma far uso di norme chiaramente non contingenti potrebbe far pensare, sempre per citare la chat di cui sopra, che si voglia approfittare degli “arresti sanitari per trasformare leggi speciali ad tempus in leggi ordinarie come avvenuto con la stagione italiana della lotta al terrorismo”.

Ivo Camerini