L’Etruria

Redazione

Gli Auguri di Buone Feste delle suore cortonesi di Santa Chiara

Gli Auguri di Buone Feste delle suore cortonesi di Santa Chiara

Cari fratelli, sorelle e amici tutti,

il Signore ci dia pace!

Ci siamo salutati a S. Chiara con una lettera e nuovamente attraverso uno scritto ci ri-troviamo a Natale! Nella situazione di precarietà che accomuna tante popolazioni, questa scelta ci è parsa l’unica possibile per raggiungervi e per celebrare unite a tutti voi la nascita di Gesù.

Il Salvatore è venuto, continua a venire e verrà: è questo il centro della nostra fede e su di lui vogliamo fissare lo sguardo.

Dentro di noi possiamo avvertire un senso di delusione e di stanchezza. Abbiamo biso-gno di abbreviare le distanze, di non aver paura ad incontrare gli altri. Un lavoro sicu-ro, una scuola che tutti possano frequentare, la fede condivisa nella comunità, la sicu-rezza e la fiducia nel futuro tanto da poter progettare e sognare…: quanto ne avvertiamo il bisogno! Custodiamo e teniamo vivi i desideri racchiusi nel cuore per ridare motivazioni nuove alla vita: “Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa”, dice il profeta annunciando la venuta del Messia.

Stanchezza e delusione fanno parte dell’esistenza, ma non fuggiamo dalla realtà come i due discepoli sulla strada verso Emmaus dicendo: “Speravamo”. Noi “SPERIAMO”, al presente, perché il Signore è qui, in mezzo a noi, tra le necessità e le ristrettezze del quotidiano, quelle che Lui stesso ha provato nella sua carne di uomo. Noi in questo Na-tale speriamo, nonostante gli scoraggiamenti e il dolore per la perdita di tanti, troppi fratelli vicini e più lontani.

Questo Bambino, che sorride e fa sorridere le creature attorno a lui, tende le braccia a ciascuno di noi e non si stanca di ripetere: “Venite”. Andiamo, dunque, a Betlemme, sen-za indugio, per accogliere la luce che viene da quel luogo piccolo, abitato da gente semplice. È quella la luce nuova di cui abbiamo bisogno per illuminare l’oscurità dei no-stri giorni, per squarciare le tenebre dell’umanità oppressa da sconfitte, fallimenti, in-giustizie, sfruttamenti e divisioni.

Se ci pensiamo, non è forse la luce della Parola quella che ha quotidianamente soste-nuto e indirizzato i passi di tutti noi in questo tempo? La Parola nell’oggi di Dio si fa carne in questo Bambino e diventa per noi consolazione, vita nuova, speranza vera. Apriamogli le porte, celebriamo il Natale.

Le sorelle clarisse di Cortona