L’Etruria

Redazione

I protagonisti del Gruppo Storico della Città di Cortona

Intervista ad Alberto Tattanelli, ex-sbandieratore ed attuale Maestro d’Armi del Rione San Marco

I protagonisti del Gruppo Storico della Città di Cortona

Per la serie delle interviste ai protagonisti del Gruppo Storico, in vista del Trentennale del GS del 2024, abbiamo incontrato Alberto Tattanelli, ex-sbandieratore ed attuale Maestro d’Armi del Rione San Marco.

Da che età hai iniziato a far parte del GS?

Sono entrato nel 1998, all’età di 33 anni. Diciamo pure che non ero giovanissimo. Infatti mi hanno sempre considerato il veterano del Gruppo Storico.

Che ruoli hai ricoperto all’interno del GS?

Sono stato per 12 anni sbandieratore e per gli ultimi 13 anni Maestro d’Armi del mio rione, quello di San Marco in Poggio.

Che emozioni provi quando scendevi in Piazza per l’Archidado e quali provi ora?

Emozioni forti e diverse allo stesso tempo. Da sbandieratore ho provato tanta adrenalina da performance, che mi permetteva di esibirmi in maniera competitiva, per dare il massimo e per cercare di strappare l’applauso. Anche adesso c’è una elevata quantità di adrenalina, ma è diversa, perché non prevale la performance, ma la rivalità tra Rioni con l’obiettivo di vincere la Verretta d’Oro (cosa che per il mio Rione non accade molto spesso).

Il senso di appartenenza al tuo Rione come è cambiato nel tempo?

Quando ero sbandieratore il senso di appartenenza al mio Rione era meno marcato, perché prevaleva il Gruppo e l’interesse verso i compagni. Mentre con il mio attuale ruolo di Maestro d’Armi il Rione diventa il fulcro.

Quale è l’uscita che ti è rimasta impressa nella memoria?

Sono molte le uscite che mi ricordo con piacere. Se ne devo dire una, citerei quella di Barcellona nel 2001 circa, per il contesto di quella favolosa Città e perché eravamo all’estero.

Cosa ti univa alle altre persone che facevano parte con te del GS?

Dal punto di vista umano è stato molto gratificante. Ero il più grande all’interno del Gruppo Storico. Confrontarmi alle prove e alle uscite con quei ragazzi adolescenti, mi ha permesso di riprovare quell’entusiasmo che si ha da giovani e che altrimenti si sarebbe sopito. Inoltre mi sono sentito il custode delle confidenze di quei ragazzi: ero come un “papà” sbandieratore!

Cosa ti ricordi con più piacere di quel periodo della tua vita legato al GS?

Oltre ai rapporti umani, il Gruppo Storico mi ha regalato la possibilità di viaggiare in Città, che probabilmente non avrei mai visto in altro modo, e di cui altrimenti avrei ignorato anche l’esistenza. Abbiamo viaggiato letteralmente da Aosta a Palermo. Questo mi ha permesso di crescere e di fare esperienze importanti, che ancora ricordo con grande affetto.

Vi racconto un aneddoto di una uscita a Vienna, che mi permette di ricordare anche il nostro caro Paolo Stanganini, che ci manca molto. In quella uscita mi affidarono in giro per la città il suo figlio adolescente, Matteo Stanganini. All’ingresso prima del pranzo, siamo entrati fingendo con la Monica Mancini, anche lei facente parte del GS di allora, di aver perso di vista Matteo. Dopo aver visto la preoccupazione negli occhi di tutti, in particolare nel Responsabile di allora e nel suo babbo, abbiamo fatto entrare in sala Matteo con fragore, distensione e risate da parte di tutti.

Cosa hai provato nel 2013 quando c’è stato il Ventennale del GS?

E’ stata una bellissima serata, in cui abbiamo assaporato nuovamente certe emozioni, che si provano solo in Piazza.

Quest’anno verrà festeggiato il Trentennale del GS. Cosa ti aspetti da quell’evento?

Non vedo l’ora di partecipare al Trentennale. Sarà un’occasione per rivedere tanti vecchi compagni, con cui per situazioni familiari o lavorative non riusciamo a incontrarci in maniera continuativa e trascorrere qualche ora insieme. Sarà un modo per ripetere qualche numero di spettacolo con le bandiere con il peso di qualche anno in più, così da poter riassaporare le emozioni del passato.

Quando non si usavano i Social Network come si riusciva a pubblicizzare il GS?

C’era Marco Ferranti, che era il Responsabile, che curava le relazioni con gli altri Gruppi e con le altre Città. Comunque i siti Internet già al tempo ci permettevano di farci pubblicità. Non era sicuramente come è oggi, ma comunque ci aiutava.

Nei vivi ricordi di Alberto possiamo ripercorrere quello che è stato il Gruppo Storico per tanti giovani negli anni passati: un punto di riferimento e di crescita personale, non solo fisica, ma soprattutto interiore. 

Chiara Camerini