L’Etruria

Redazione

Stato italiano: ti assumo, ti pago al minimo e per dormire e mangiare il classico “arrangiati” dei padroni ottocenteschi.

Il dramma di tanti maestri e professori assunti il primo settembre nella scuola italiana e lontani da casa

Stato italiano: ti assumo, ti pago al minimo e per dormire e mangiare il classico “arrangiati” dei padroni ottocenteschi.

Il primo settembre 2021 sembra che nella scuola italiana lo Stato abbia assunto con contratto a tempo indeterminato circa settantamila tra maestri e professori presi dalle graduatorie permanenti o da quelle dei concorsi. E questa è una cosa bella e buona perché si dà stabilità al famoso esercito dei precari da una vita.

Il problema, ma spesso il dramma, sta nel modo di fare, di agire dello Stato che lascia davvero perplessi davanti al dove trovare un letto e un pasto per questi lavoratori che , a livello di scuola elementare,infanzia vengono spediti in posti sperduti a cinquecento, settecento, ottocento chilometri da casa senza assicurare loro vitto e alloggio non dico gratis , ma almeno a prezzo equo come ancora nell’Ottocento veniva fatto con la mitica “ maestra dalla penna rossa”, con il medico condotto, con la levatrice, con il carabiniere.

Oggi lo Stato ti assume e destina in posti sperduti di montagna ( mezza montagna o lande desolate) e non serviti da mezzi pubblici e con uno stipendiuccio quasi da fame ti ordina: “lavora e zitto, per mangiare e dormire arrangiati oppure vai sotto i ponti”.

Cosa vai raccontando? - diranno i miei venticinque lettori di manzoniana memoria. Hai per caso bevuto?

No, cari lettori, ieri ho incontrato e ascoltato le storie di undici maestre venute da settecento chilometri di distanza a lavorare nella provincia di Arezzo e il loro dramma, oltre il distacco dagli affetti familiari e la pandemia , essendo tutte sposate e con figli, è proprio quello di trovare da dormire e mangiare a prezzo di mensa, come avviene in tutte le realtà lavorative.

Lo Stato, attraverso il dirigente, ha fatto loro firmare il contratto di assunzione , ma non ha dato una mano a trovare uno straccio di stanza o casa dove alloggiare e mangiare.  Devono affidarsi alle agenzie immobiliari per turisti, a B&B o ad alberghi che con il covid hanno tutti raddoppiato o triplicato i loro prezzi oppure alla bontà di qualche parente o persona amica.

Con quale serenità queste maestre svolgeranno il loro delicato e importante servizio educativo se devono portarsi sulle spalle il peso del’ansia di non andare a lavorare a rimessa , perché con mille duecento euro quando ne devi pagare ottocento solo per dormire ti rimane ben poco per mangiare o comprarti qualche straccio per non andare  con i vestiti lisi ad insegnare oppure tornare una volta al mese da tuo marito o dai tuoi figli.

Siamo finiti davvero nella mani di uno stato padrone,  peggiore dei padroni di memoria ottocentesca. Io non potendo fare nulla da giornalista di strada però  non posso non ascoltare il loro dramma, darne notizia e chiedere ai signori dirigenti scolastici, che ormai hanno pieni poteri nelle loro singole scuole, di dare risposte certe e precise a queste maestre, a questi professori che hanno lasciato le loro case per lavorare e servire lo stato in posti disagiati e lontani dal mondo urbano. Maestre e professori di prima nomina, che,ripeto, invece di starsene nel divano ad incassare gli ottocento euro del famoso , disastroso reddito di cittadinanza, hanno fatto la valigia e raggiunto la sede assegnata dagli strani algoritmi ministeriali.

La stessa richiesta il nostro giornale rivolge ai sindacati che come da statuto devono tutelare a trecentosessanta gradi anche i lavoratori della scuola e non solo quelli delle aziende private, ricordando loro che anche  la tutela extracontrattuale  fu alla base della nascita delleTrade-Unions  sul finire del millesettecento in Inghilterra e delle Leghe sindacali sul finire dell’Ottocento in Italia.

Per ora alle undici maestre arrivate in terra aretina l’augurio che la solidarietà dei colleghi e della gente generosa dei posti, dove sono venute a lavorare ed educare i fanciulli toscani, sopperisca presto alla latitanza dello Stato, che, absit inuiria verbis, sa solo farsi madre-matrigna per degli italiani/e laboriosi/e , onesti/e, pronti/e al sacrificio e professionalmente in gamba.

Ivo Camerini