L’Etruria

Redazione

Diario cortonese di questi giorni – 42

Le piccole felicità domestiche.

Diario cortonese di questi giorni – 42

Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni sulle piccole felicità domestiche , come un cestino o un piatto di fragole. Grazie  Anna!

Diario dei MOMENTI GIOIOSI

Le fragole fatte trovare dalle mamme quando tornavamo da scuola. Le mamme sapevano quanto ci facevano contenti. Venivano condite con limone e zucchero, la mia ci metteva anche qualche pezzetto di menta, poi venivano mangiate in terrazzino dopo pranzo, quei pranzi dopo scuola. Piccole gioie di un tempo nostro e di quello dei nostri bimbi, ora. Già, tempi lontani anche per loro, visto che la scuola da cui tornare affamati con gli zaini sulle spalle non c'è più.
Però, le piccole felicità domestiche, se le cerchi le trovi.
Le piccole felicità domestiche (quanto mi piace dirlo) se le vai a fotografare in questi giorni ti accorgi che hanno colori più accesi e sapori più intensi, vi sembra?
Sarà per questo, per il fatto che finalmente un'ondata di vita essenziale ci ha travolto, che parlo con le amiche e ci diciamo che non c'abbiamo più voglia di fare un cacchio. Un cacchio delle cose di prima intendo. Tutto quel dolore visto ai tg, letto sui giornali, rivissuto sotto forma di paura che arrivasse anche nelle nostre case, quanti fronzoli inutili ha finalmente potato? Mentre forse iniziamo a respirare un senso, spero non illusorio, di vita che torna, di pace che torna, di morbo che lentamente attenua il suo colore nero, chi ha voglia, ora, di infilare sette impegni diversi da eseguire nella giornata? Io no. Sono felice quando di impegni ne metto insieme due: seguire un po' i miei figli e dedicare delle ore al lavoro. Beh, tre: ci metto una passeggiata o un'oretta di canale YouTube "la scimmia yoga" che con i suoi tutorial mi sta rassettando le ossa. Diciamo quattro, perché mi piace dedicare delle ore al pianoforte. Non di più. Poi i piaceri. Fino a due mesi fa ce ne privavamo facilmente. Adesso proprio no. E questa mi sembra una crescita, un lato in cui siamo migliorati. Basta rinunce delle piccole cose piacevoli.
Quali sono le cose piacevoli a cui non potete rinunciare, ora? Io non rinuncio a chiacchierare con le mie amiche. E mi piacciono anche le videochiamate di gruppo, che sto pensando che da tre giorni non facciamo e da domani si torna a regime. Mi piace cucinare e ingrassare con le cose buone che ho cucinato. Mi piace quando mentre cucino chatto con qualcuno in modo intenso. Cioè, mi piace concentrarmi su discorsi che riguardino il viaggio spirituale da fare dentro di noi e fuori di noi mentre sfiletto la cipolla di Tropea in modo impeccabile, o "manteco" il riso basmati con le spezie. I miei figli si accorgono di quando chatto in un modo che loro sanno, quando mi viene l'accento da romanzo da rosa di via delle Fontanelle, e allora lo fanno apposta e mi pongono domande difficili proprio in quel momento. Allora, loro sì, non le cipolle di Tropea, riescono a farmi perdere il filo della mia filosofica e un po' speziata chat. Mi vengono delle risposte talmente sbilenche che la poesia finisce lì insieme ai discorsi belli.
Mi viene in mente un'usanza che ci aveva insegnato la prof di italiano delle medie. Provate ad andare a letto ogni sera ripensando alle cose della giornata che vi hanno fatto dispiacere, ma soprattutto a quelle che vi hanno fatto piacere.
A volte il sonno stravince e non ci sono liste che passino per la mente. Oppure vincono le liste e il sonno se ne va. A me in genere capita così. Preferisco farle la mattina.
La cosa che trovo interessante, è quanto sono cambiate, ora le liste delle piccole gioie e dei piccoli dispiaceri.
Parentesi: "I miei piccoli dispiaceri" di Miriam Toews, canadese, è un romanzo meraviglioso su cui noi donne dovremmo fare un attento incontro letterario di quelli dei nostri al caffè La Saletta, appena sarà possibile. Fare proprio per una volta le femministe, incazzose e fiere dei nostri discorsi sulla psicologia femminile tanto più articolata di quella maschile. Già mi vedo davanti le facce dei "compagni maschi di salotto letterario" che mi insultano. Manco a farlo apposta, quando finalmente, dopo infiniti incontri su romanzi pallosissimi, hanno detto sì a una mia proposta di lettura, che ovviamente era Elsa Morante, è arrivata la pandemia e l'incontro su Elsa? ti saluto!
Ma torno alla lista delle piccole gioie.
A casa mia, attualmente, un piatto di fragole spruzzate di limone e zucchero, dopo pranzo, fa tanto.
Dicevo, sono cambiate tante cose in questa primavera, no? A renderci contenti sono momenti, barlumi, frammenti di gioie che prima erano tutte intere e ora sono solo pezzetti. Eppure da intere, le gioie, si vedevano molto meno. Le giornate tutte felici, interamente felici, non so, ce le ricordiamo? Io la felicità me la ricordo a frammenti. E i frammenti, nel mio diario, sono fragole, sono spicchi di sole dalle finestre di casa, sono un mal di testa che se ne va, una risata con sti due o con una persona nuova, sono lo scalino su cui sedersi a chiacchierare, sono l'amica che ti chiama da Roma, sono il ritorno possibile a una birra con gli amici, o il parente che dice una cosa assurda e tu gli dici "ma quanto sei scemo non cambi mai". Sono i ricordi, e poi sono anche i programmi futuri, ma piccoli, che siano piccoli. Sono stata retorica? Sì. Ma a parte la mia retorica che è sempre tantissima, da qualche giorno faccio caso che posto foto a colori e immagini più allegre. Stiamo migliorando, mi sembra.

Anna Cherubini