L’Etruria

Redazione

D'Addario e l'evoluzione del segno

Si apre il dieci agosto a Camerano la mostra rassegna sul grande artista italiano innamorato di Cortona

D'Addario e l'evoluzione del segno

Si apre il dieci agosto a Camerano la personale in ricordo del maestro italiano Salvatore D'Addario, deceduto prematuramente un anno fa.

La mostra intitolata “L'evoluzione del segno” è stata voluta e curata dai figli Gigi ed Andrea in sinergia con Olga Lidia Priel Herrera . Presentata oggi alla stampa, la mostra  si tiene a Camerano , nella Chiesa di San Francesco, dal 10 agosto al 24 settembre ed è patrocinata dalla Regione Marche e dal Comune di Camerano.
Su quest'importante evento che rimarrà aperto fino al  24 settembre abbiamo sentito il figlio Luigi D’Addario che ci ha detto: “Ad un anno dalla prematura scomparsa del maestro scultore e pittore Salvatore D'Addario, mio fratello Andrea ed io siamo felici di ricordare  babbo con questa mostra itinerante che  prende avvio nelle Marche  il 10 agosto. A questa nostra gioia si unisce nostra madre Maria Luisa che con noi condivide l’emozione  di un percorso  di memoria attiva di Salvatore, grande artista italiano, allievo di Fazzini e Mannucci . Un artista campano di nascita , ma marchigiano d’adozione che, da Camerano ed Ancona, ha davvero illustrato a livello internazionale il Novecento italiano e il primo quindicennio di questo XXI secolo.”

Salvatore D’Addario è morto il 18 settembre 2016  a sessantasei anni ancora non compiuti. Infatti era nato ad Ariano Irpino (Avellino) il 4 dicembre 1950. Il giovanissimo Salvatore D’Addario seguendo  la famiglia  nel 1953 si trasferisce ad Ancona.  Come scrive Paolo Fileni sul Corriere del Cornero, “sin da giovane dimostra un vivo interesse per la pittura e la scultura.Si diploma all’Istituto statale d’Arte di Ancona dove insegna per molti anni. La sua prima esposizione risale al 1970, dimostrando una precoce capacità creativa. Diventa amico di artisti del calibro di Fazzini, Remo Brindisi, Virgilio Guidi, Umberto Mastroianni, ma sarà il grande artista fabrianese Edgardo Mannucci a trasmettergli le giuste e ispirate conoscenze. Per D’Addario, che lo ammira e stima tantissimo,  Mannucci diventa un maestro sia artistico che umano. E Mannucci gli trasmette la sua arte, trovando nell’allievo prima, e nell’amico dopo, un degno continuatore della sua tecnica”.

Il grande artista D’Addario Salvatore, di cui ho avuto l’onore e il piacere di godere  amicizia e stima, era un innamorato di Cortona, dove veniva spesso. In una sua vista degli anni 1980, aveva donato pure  un suo quadro alla nostra squadra di calcio, il  Cortona-Camucia.

Sarebbe bello riuscire ad avere questa questa rassegna anche nella nostra città. Noi dell’Etruria siamo disponibili a fare da intermediari pro-bono. Nella foto, Salvatore D’Addario, a destra in camicia bianca, riceve Vittorio Sgarbi in visita ad una sua mostra del 2013.

Ivo Camerini