L’Etruria

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Chiusi: Accoglienza in Comune per i gemelli francesi

Studenti francesi del Collège Jacques Prévert di Andrézieux-Bouthéon in visita in città

Chiusi: Accoglienza in Comune per i gemelli francesi

La sala del consiglio comunale di Chiusi, alla presenza del primo cittadino Juri Bettollini e del presidente della commissione gemellaggi Simone Agostinelli, ha accolto una delegazione di insegnanti e studenti francesi del Collège Jacques Prévert di Andrézieux-Bouthéon, cittadina gemellata con la Città di Chiusi. Come ogni anno l’arrivo dei “gemelli francesi” rappresenta il proseguo del programma di scambi culturali avviati dall’Istituto Comprensivo Graziano da Chiusi. La visita dei ragazzi transalpini durerà una settimana e durante tutta la permanenza avranno l’occasione di visitare alcune delle bellezze della cittadina etrusca come: il lago, i musei, la città sotterranea, la cattedrale di San Secondiano, le tombe etrusche e le catacombe romane. “Ritrovare gli amici di Andrézieux-Bouthéon – dichiarano gli amministratori comunali – è sempre molto piacevole e rappresenta ormai una bella consuetudine. Crediamo che i gemellaggi culturali siano una occasione formativa e culturale per i ragazzi e per questo ringraziamo le scuole per il lavoro. Oltretutto il gemellaggio con Andrézieux-Bouthéon ci permette di far conoscere anche le nostre ricchezze storiche, artistiche ed archeologiche come di recente avvenuto anche con l'amministrazione francese che con grande piacere abbiamo ospitato e non possiamo che augurare ai ragazzi buon soggiorno” “E' sempre un piacere tornare a Chiusi – dichiara il professore Christian Perret del Collège Jacques Prévert – ogni anno l’amministrazione ci riserva un’ottima accoglienza e siamo certi che anche quest'anno i ragazzi apprezzeranno le bellezze della Città di Chiusi e del territorio” “Confronto e crescita culturale – dichiara la professoressa Terrosi dell’Istituto Comprensivo Graziano da Chiusi – sono questi gli obiettivi del gemellaggio. E’ importante che lo scambio culturale sia per la nostra scuola una consuetudine perché arricchisce la formazione dei ragazzi con nozioni difficilmente ritrovabili solamente in un libro. Essere cittadini del mondo significa conoscere le culture europee, anche di Paesi vicini, e non c’è modo migliore se non quello di toccarle con mano.”