L’Etruria

Redazione

Alfredino Bianchi: sale e sapore della “piccola patria” camuciese

Presentato al Centro sociale il bel libro curato da Patrizio Sorchi e inaugurata la mostra fotografica di Roberto Masserelli

Alfredino Bianchi: sale e sapore della “piccola patria” camuciese

Nel pomeriggio dell’otto giugno 2019 a Camucia, presso il Centro sociale si sono tenute una  partecipatissima presentazione del libro “Alfredino Bianchi” curato da Patrizio Sorchi e  l’inaugurazione della Mostra fotografica a corredo del libro, allestita dal fotografo Roberto Masserelli.  E’ stato un evento d’altri tempi, molto sentito e che ci ha lasciato una splendida fotografia della “piccola patria” camuciese.

Sì, la presentazione di questo libro fatta in punta di piedi, ma con il cuore in mano dagli amici di Alfredino, scevra di quelle prosopopee che spesso abbondano negli epicedi contemporanei, ci ha regalato (anche grazie alle  eccellenze interpretative delle letture svolte dai noti dioscuri della nostra cultura cortonese, gli amici Rolando Bietolini e Carlo Roccanti) un'ora bella ed emozionante di Piccola Patria cortonese.

Un'ora lieta e ricca di convivio spirituale passata  in un batter d’occhi con la carrellata di brani proposti all’attenzione del numeroso pubblico intervenuto, che in maggioranza era composto da amici e conoscenti di Alfredino, ma arricchito anche dalla presenza discreta e giustamente rispettosa del silenzio elettorale dei due candidati a sindaco per il ballottaggio di domenica nove giugno: Andrea Bernardini e Luciano Meoni , che qui ringraziamo per la loro attenta presenza  e citiamo in stretto ordine alfabetico.

Un’ora di memoria attiva dove il pathos delle  parole riproposte da Bietolini e Roccanti si è ben coniugato con  le testimonianze commosse di Patrizio Sorchi e di sua moglie Argia Mazzieri. Insomma, una presentazione semplice  e popolare di un libro particolare che ci ha consegnato a tutto tondo la figura singolare e speciale di Alfredo Bianchi, il farmacista di Camucia, ma soprattutto per tutti i camuciesi l’amico della porta accanto.

Questa  serata camuciese ci ha fatto ancora una volta ammirare e tramandare ai giovani di oggi i valori di vita comunitaria testimoniati da Alfredino: la sua straordinaria capacità di interpretare il classico "castigat mores ridendo", di rimanere sempre e comunque l'amico e il "fanciullino" di pascoliana memoria che è il vero sale e il vero sapore della vita condivisa e della comunità locale, della Piccola Patria.

L’Alfredino raccontato da suoi amici in questo piccolo, ma grande libro è l’amico, il fratello, il collega, il vicino  che ognuno di noi vorrebbe incontrare come "pellegrino" sulla strada quotidiana del nostro vivere, del nostro essere persone, come scrive nella sua “Lettera ad Alfredo” la giovane Valentina Magnanensi. Una lettera che ci ha rivelato la grande cultura classica, umanistica e cristiana  di Alfredo. Una cultura nutrita da belle , fondamentali letture  che nobilitavano il suo romanticismo, talora anche da “pastore errante” cortonese, come la lettura del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry , di cui Alfredo era un vero cultore.

Dopo la prefazione di Sergio Angori e l’introduzione a quattro mani dei compagni di scuola elementare di Alfredino ( Massimo Castellani,Ferruccio Fabilli, Claudio Faltoni e Patrizio Sorchi) il libro reca contributi e memorie di Alberto Salvadori, detto Bambara, di Elvio Bartolozzi,di Giuseppe Ruggiu,di Danilo Sestini, di Carlo Stanganini,di Enrico Tiezzi,di Valentina Magnanensi,di Ferruccio Fabilli e,ancora, di Massimo Castellani,di Claudio Faltoni e di chi scrive. Naturalmente una menzione speciale va ad Elisa Sestini autrice del bel  ritratto servito per la copertina del libro. 

Insomma, una carrellata di amici che nel loro fare memoria attiva per i giovani di oggi e di domani della nostra Camucia, della nostra Cortona, attraverso i loro racconti, il loro narrare, rilanciano l’intramontabile  assioma del grande intellettuale europeo Blaise Pascal:  “Le cœur a ses raisons que la raison ne connaît point”.

E l’omaggio ad Alfredo Bianchi, farmacista di Camucia e singolare figura camuciese nella speciale serata dell’otto giugno è stato un evento straordinario organizzato dai suoi amici anche per  riconsacrare  definitivamente  alla concordia civile, al perdono, quella piazzetta della panchina che Alfredo volle come ombelico della civitas sociale camuciese, dopo che  quarantacinque anni or sono, la sera dell’otto giugno 1974, fu tragicamente macchiata dal sangue del suo giovane amico Donello.

Che davvero questa serata sia di monito contro ogni discordia civile,  ogni disprezzo umano verso l’altro inteso come competitor , come nemico nella vita della polis, nella strada della vita. Una serata che aiuti a riportare in primo piano l’ altro finalmente inteso, compreso e riconosciuto come prossimo, come uguale, come compagno nel senso francescano del termine, cioè la persona con cui si divide il pane quotidiano.

Leggere in questo senso il piccolo, grande libro “ Alfredino Bianchi”, come scrive il professor Angori, ci aiuterà a vincere le difficoltà della vita e ad affrontare le insidie di quel futuro,che, purtroppo, in troppi ci annunciano fatto più di paura che di speranza.

Per tutti coloro che non si rassegnano alla paura, ma credono e cercano la speranza di un domani migliore, si informa che il libro è acquistabile presso il Centro sociale, dove la mostra fotografica di Roberto Masserelli rimarrà aperta per dieci giorni, oppure presso diversi negozi cortonesi e camuciesi. Il ricavato andrà ai terremotati di Castelluccio di Norcia, terra tante volte visitata e fotografata da Alfredo e dai suoi amici cortonesi.

Ivo Camerini