L’Etruria

Redazione

Beati gli ultimi, ma non nelle funzioni religiose

Conformismo e crisi dei cristiani nella predica domenicale di don Ottorino Cosimi

Beati gli ultimi, ma non nelle funzioni religiose

"Settembre, è tempo di andare", scriveva il poeta. Settembre, è tempo di riflettere e di prepararsi alle sfide dell'inverno: ha ammonito dall'altare del Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio il decano degli ultimi preti cortonesi.

Don Ottorino Cosimi, che da poco ha celebrato le sue nozze di diamante con la Chiesa ( e che da oltre un decennio ha trasformato l'importante parrocchia cortonese in porto sicuro  e di accoglienza per i cristiani locali (e non) sempre più in crisi e in balia dei marosi della terribile tempesta neopagana che con il nuovo secolo si è abbattuta anche sui popoli cortonesi) domenica primo settembre ha tenuto una predica delle sue, cioè senza peli sulla lingua e con forte, accorato appello al ritorno alla fede vissuta dai padri per i tanti, troppi cristiani che oggi si vantano del loro fariseismo e di un cristianesimo ridotto all’ ipocrisia e, spesso, ricamato con l’ habitus moralistico del ‘penseur maudit’ .
La forte predica domenicale dell’ ottantenne sacerdote, figlio della montagna cortonese, ha preso spunto dalle letture della celebrazione eucaristica e ha positivamente scosso i partecipanti alla Santa Messa. Le letture erano tratte dal Libro del Siràcide (3,17-20.28-29), dalla Lettera agli ebrei (12,18-24) e dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-14).

“Se nella vita civile e sociale – ha detto Don Ottorino- è buona regola per il cristiano non cercare i primi posti, ma mettersi in fondo in attesa che altri ti invitino, ti chiamino  a metterti in prima fila, quando si va in chiesa invece il cristiano deve mettersi in prima fila perché gli attori, i protagonisti della Messa, delle funzioni religiose sono i fedeli e non il sacerdote che presiede, regola l’assemblea. I veri celebranti sono i fedeli e tutti devono vincere l’abitudine di mettersi in fondo agli ultimi posti tanto per ascoltare e assistere allo spettacolo. La messa non è uno spettacolo cui assistere è una celebrazione corale e comunitaria in cui tutti dobbiamo essere protagonisti. Troppo facile dirsi cristiani a parole e per moda e poi fare ciò che ci piace anche per convenienza o tornaconto. Oppure nascondersi nella timidezza personale che il cristiano non deve mai avere”. 

Oggi c’è troppo neopaganesimo in giro e i cristiani sono chiamati a dare testimonianza vera del loro credo, non a mostrare le insegne cristiane come amuleti e bandiere da tifo calcistico. La partita della vita - ha ammonito Don Ottorino Cosimi - il cristiano la vive sì in chiesa e in famiglia , ma soprattutto nella società civile, nel posto di lavoro, nella strada dove quotidianamente cammina e soprattutto nella sua chiesa parrocchiale, dove si deve stare tutti da leaders: ricchi e poveri, inclusi ed esclusi, laureati e non laureati, dotti e analfabeti.

“ Perché davanti a Gesù Cristo- ha poi concluso il parroco del Calcinaio, prete montagnino e senza soldi- siamo tutti uguali ed anzi: i suoi prediletti non sono i ricchi, i potenti, i belli, gli arrivati, ma i poveri,gli storpi,gli zoppi, i ciechi, coloro che non hanno voce e coloro che non hanno da ricambiare quando ricevono un tuo invito o un tuo dono”.

Insomma, una predica domenicale proprio da “ settembre, è tempo di andare”… è tempo di riflettere e prepararsi alle tempeste dell’inverno.

Ivo Camerini