L’Etruria

Redazione

Unità nazionale, senza se e senza ma.

Davanti ai numeri della seconda ondata del Covid guai a non capire che se ne esce solo insieme

Unità nazionale, senza se e senza ma.

I numeri del Covid si fanno drammatici anche in Italia e a quanto è dato di capire la struttura della Sanità pubblica è già in affanno e siamo alla vigilia di situazioni drammatiche per le persone più esposte al Coronavirus. Soprattutto sembra ancora una volta che chi ha soldi e si può permettere i costi della Sanità privata abbia migliori chances davanti a questa infezione pandemica.

Stanotte è arrivato un nuovo Dpcm con nuove regole di vita sociale e questo giornale non ha titoli per criticare o approvare. Ma da giornale indipendente ed autonomo non possiamo ancora una volta richiamare l'attenzione dei nostri lettori sul fatto che, davanti a quella che ormai viene definita la terza guerra mondiale, la politica tutta dovrebbe mettere da parte le questioni di bottega e trovare , come già accaduto in passato, la forza di organizzare un governo nazionale che dia speranza di futuro e di domani alle italiane e agli italiani tutti. Dai più giovani ai più anziani, dai più forti ai più deboli, dai più ricchi ai più poveri, da chi ha voce per dire la propria e difendere i propri diritti ad avere cure sanitarie, istruzione e lavoro a chi questa voce a rivendicare o tutelare questi diritti costituzionali non ce l'ha. 

" Uniti si vince" era lo slogan con cui negli anni 1968-1998 l'Italia divenne nazione moderna e sviluppata. Con l'unità nazionale e di Patria negli anni bui della Repubblica furono sconfitti il terrorismo dei brigatisti rossi e neri e gli sporchi giochi dei loro burattinai stranieri.

Oggi ci sono nuovi sporchi giochi sulla pelle della Repubblica italiana e una nuova unità nazionale e di Patria ci serve come il pane. Sia  per vivere sia per sopravvivere come nazione.

I corvi di " lor signori" neoliberisti ( per interderci quelli che tra marzo e giugno hanno aumenatto di un quarto le loro già immense ricchezze) sono già appollaiati sui nostri campanili e sulle nostre torri civiche. Pronti a divorare l'Italia e gli italiani.

Non c' è tempo da perdere. Altrimenti , come scrisse Pierre Carniti nella sua ultima lettera aperta ai sindacati italiani per invitarli a costruire una nuova unità dei lavoratori, " sarà il tempo a perdere noi".

E perdere l'Italia non è interesse di nessuno. Tanto meno di tutte le forze politiche che siedono in Parlamento.

PS: per governo di unità nazionale sia ben chiaro che noi come giornale non abbiamo alcun  titolo per dare alcuna indicazione. In questa sistuazione, come sempre avvenuto nel passato repubblicano, i titoli risiedono tutti "colà dove si puote ciò che si vuole" , cioè nei partiti che compongono il Parlamento oppure nei sindacati confederali che organizzano i lavoratori.

Ivo Camerini