L’Etruria

Redazione

La buona ripartenza del Mulino Colli di Cortona

Una nostra visita allo storico frantoio del Sodo di proprietà della famiglia Brini

La buona ripartenza del Mulino Colli di Cortona

Martedì 29 novembre, mentre la stagione della raccolta delle olive sta volgendo al termine e anche i nostri frantoi cortonesi stanno vivendo le loro ultime fatiche di spremitura dell’oro verde delle nostre terre, cioè dell’olio extravergine di oliva, mi sono fermato al Mulino Colli di Cortona di proprietà della famiglia Brini e ormai da alcuni anni gestito con passione , amore e grande professionalità dalle giovani figlie di Graziano, Francesca e Valentina.

Quest’anno è andata abbastanza bene” : mi dice la sempre cortese e sorridente Francesca, nel salutarmi al momento che  entro nel grande locale della molitura, mentre , come al solito, corre su e giù tra le macchine del frantoio e si muove con grande competenza tra un controllo alla tramoggia, alle gramole, alla centrifuga e alla consegna dell’olio al cliente di turno.

E , mentre la seguo nei suoi spostamenti, scattando le immagini che corredano questo articolo, aggiunge: “ è stata una buona ripartenza anche per noi, anche se nella parte alta e sassosa delle nostre colline le olive sono state scarse a differenza della parte bassa e delle terre di pianura dove il raccolto è stato davvero abbondante. Tra pochi giorni chiuderemo con la molitura e nel ringraziare tutti i nostri clienti per la loro rinnovata fiducia, vorrei lanciare un pubblico invito ai miei coetanei affinché si innamorino della coltivazione dei nostri ulivi che  da secoli ci regalano l’olio extravergine cortonese. Un olio che davvero merita l’appellativo di oro verde che tu già usasti in un articolo su di noi scritto alcuni anni fa”.

Questo appello alla produzione e  tutela dell’olio extravergine cortonese , che ormai è conosciuto e apprezzato anche a livello internazionale, fa molto piacere a noi de L’Etruria e volentieri come giornale lo giriamo alle istituzioni civili, economiche  e politiche del nostro Comune.

Detto questo, cari lettori, ritorno subito alla mia visita al Frantoio Colli di Cortona della famiglia Brini e a Francesca, che  non si ferma un minuto nel seguire la linea di produzione del rinomato olio extravergine cortonese.

La seguo volentieri mentre è  attenta al lavaggio del prodotto e alla separazione delle foglie residue, alla frantumazione delle polpe e dei noccioli, alla decantazione della pasta nelle gramole, alla spremitura e filtraggio dell’olio, che viene, infine, immesso negli ziri portati direttamente dal cliente, cui Francesca si rivolge sempre con gentilezza e tanto rispetto.

Nel seguire Francesca e i suoi collaboratori ho potuto constatare che tutta la lavorazione avviene con grande professionalità artigianale  e rispetto delle norme di igiene e delle distanze fisiche tra operatori del mulino, muniti di mascherina anticovid e ho apprezzato anche che al cliente viene sempre rivolto l’invito a mettersi la fp2 .

Soprattutto ho constatato in Francesca e nei suoi collaboratori tanta voglia di lavoro e di amore alla piccola economia di sussistenza, alla qualità di un prodotto alimentare unico al mondo. Un modo di fare e di agire da italiani di una volta che (nonostante la pandemia, la guerra e l’analfabetismo istituzionale e il disamore al bene comune di tanti politici odierni) fa ancora la differenza tra l’Italia contadina e l’Italia cittadina, tra l’Italia della piccola e media impresa e l’Italia e l’Europa delle grandi concentrazioni del “grande è bello”, tra l’Italia del lavoro  e quella di “lor signori” neoliberisti che credono solo nel profitto.

Vedere questa giovane donna Francesca e l’altrettanto sua giovane sorella Valentina (che dall’ampia stanza a vetri in fondo alla linea di produzione dell’olio, controlla e gestisce tutta la importantissima parte economico-amministrativa del frantoio  e , se ho ben capito, anche di tutta l’Azienda Agricola della famiglia) lavorare con passione e amore al loro impegnativo e duro lavoro, mentre in troppi ,in questa nostra Italia, pur essendo in salute e forza, scansano il lavoro, affidandosi all’assistenza pubblica, mi fa veramente piacere  e mi dà forte speranza di futuro. Questa Cortona, questa Italia, che lavora di notte anche per chi giustamente dorme e di giorno invece, assieme tanti altri, lavora  mettendo alla berlina il vagabondo o il delinquente, mi piace.

E allora a queste due donne cortonesi, alla loro mamma Rita e al loro babbo, il patriarca Graziano,  L’Etruria rende volentieri omaggio, augurando loro che sappiano costruire ancora quel nuovo, migliore futuro che tutti ci attendiamo, nonostante la pandemia, nonostante la guerra, nonostante i pescecani del libero mercato, che speculano sulla pelle degli onesti, delle persone perbene.

Nella foto collage di corredo, alcune immagini scattate nel corso della mia visita al Frantoio Colli di Cortona.

Ivo Camerini