L’Etruria

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Caritas, i macellai aretini rinnovano il sostegno alle mense dei poveri

Offriranno trenta chili di carne a settimana per i prossimi sei mesi.

Caritas, i macellai aretini rinnovano il sostegno alle mense dei poveri

Trenta chili di carne selezionata a settimana per sostenere le mense gestite dalla Caritas diocesana che ogni giorno mettono a tavola le persone bisognose della città di Arezzo. Dopo l’esperienza positiva dello scorso anno, l’Associazione Macellai Aretini ha deciso così di rinnovare per i prossimi sei mesi il patto di solidarietà che la lega alla Caritas diocesana.

Per sancire l’accordo è stata organizzata questa mattina (26 marzo) una conferenza stampa presso la sede della Caritas diocesana in via Fonte Veneziana, alla presenza del suo direttore mons. Giuliano Francioli, del presidente dei macellai aretini Alberto Rossi e del direttore della Confcommercio Franco Marinoni.

A partire da oggi la carne, garantita nella qualità e nei controlli igienico-sanitari, sarà quindi consegnata fresca ogni settimana per rifornire le cucine delle tre mense aperte ad Arezzo, che nel 2014 hanno servito circa 40mila pasti.

“Il nostro è un gesto semplice ma concreto che consentirà ai volontari della Caritas di continuare ad offrire pasti secondo un regime sano e bilanciato, integrando la dieta con carne di varia tipologia e diversi tagli, dalle fettine di vitello al petto di pollo”, ha detto il presidente dei macellai aretini di Confcommercio Alberto Rossi, “è un impegno che la nostra categoria si assume volentieri, felice di poter rispondere ogni volta che la solidarietà chiama”.

“Siamo vicini alla Caritas come lo siamo ormai da anni al Calcit nella sua raccolta di fondi, orgogliosi di poter collaborare con chi si prende cura delle persone che hanno bisogno di aiuto in certi frangenti difficili della loro vita”, ha proseguito Rossi, “Il nostro è anche un debito di riconoscenza verso la città: Arezzo ci ha dato tanto, quando ci è possibile vogliamo restituire quanto ricevuto”.

“Quello dei macellai è un gesto da valorizzare perché contribuisce a creare un clima di cui beneficia tutta la città e non solo i poveri che affollano le nostre mense”, ha sottolineato il direttore della Caritas monsignor Giuliano Francioli, “le sfide aperte oggi per Arezzo sono molto diverse da quelle di 10/15 anni fa e non si risolvono con l’elemosina, ma con una condivisione profonda, che per fortuna è nel Dna delle nostre famiglie”, ha ricordato, “una città che matura nella condivisione riacquista il senso del bene comune e si fa prossima a chi soffre”.

“Fare del bene è contagioso e sono certo che altri operatori seguiranno l’esempio dei macellai”, ha detto il direttore della Confcommercio Franco Marinoni, “i commercianti vivono la città a 360° e la conoscono, ne sentono sulla pelle le sofferenze. I negozi sono presidi importanti e forse questo stare sulla strada ogni giorno, a contatto con la gente, rende i commercianti portatori di istanze che valgono per tutti, non solo per la categoria”.