Un’aula di giustizia vera, toghe indossate con serietà, accuse da discutere, testimoni da ascoltare, giudizi da pronunciare. Non è un processo reale, ma la simulazione educativa che ha visto protagonisti gli studenti dell’IIS “Luca Signorelli” di Cortona, indirizzo ITE “Laparelli”, lo scorso 19 maggio,nell’ambito del progetto “Ciak – Formazione e Legalità”, svoltosi presso il Tribunale di Arezzo.
Un’iniziativa intensa e coinvolgente, che ha permesso ai ragazzi di calarsi nei ruoli di giudici, pubblici ministeri, imputati, avvocati e testimoni. Un esercizio di cittadinanza attiva che ha dato voce ai giovani su tematiche cruciali come il rispetto delle regole, la responsabilità personale e i confini – spesso confusi – tra legalità e illegalità.
Guidati da magistrati, avvocati, docenti ed esperti dell’Associazione “Ciak – Formazione e Legalità”, i ragazzi hanno ricostruito e messo in scena un caso ispirato a fatti reali, affrontando interrogatori, testimonianze e dibattimenti in maniera sorprendentemente matura e consapevole. Il processo simulato si è sviluppato su un
copione liberamente redatto (messo a disposizione dalla compagine associativa “Ciak - Formazione e
Legalità”) che si basa su fatti-reato relativi a processi penali recitati, i cui protagonisti sono adolescenti che si sono macchiati di reati in materia di bullismo,cyberbullismo, revenge porn, uso di violenza a scopo razzista e spaccio di sostanze stupefacenti.
“Un’esperienza che lascia il segno” – commentano i docenti accompagnatori – “perché rende tangibile ciò che spesso resta astratto: la giustizia, la legge, le conseguenze delle azioni”.
Giunto alla sesta edizione toscana, il progetto “Ciak… un processo simulato per evitare un vero processo”, ideato nel 2014 dal dott. Luciano Trovato, già presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze e Catanzaro, rappresenta oggi uno dei percorsi più significativi di educazione alla legalità per studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Realizzato con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana e dell’associazione no profit “Ciak – Formazione e Legalità”, il progetto si è sviluppato in quattro fasi: formazione per docenti e studenti, incontri con esperti della giustizia minorile, simulazioni di processi penali in vere aule di giustizia e produzione di materiali multimediali creati dagli studenti.
Il cuore dell’iniziativa è stata proprio la messa in scena di un processo minorile, in cui gli studenti hanno interpretato i ruoli di giudici, imputati, testimoni e avvocati. Guidati da magistrati, avvocati, psicologi e sociologi, i giovani hanno toccato con mano le conseguenze delle azioni illegali, imparando quanto sia facile oltrepassare certi confini – e quanto sia difficile rimediare.
Il progetto, che si propone di prevenire l’ingresso dei minori nel circuito penale, è stata anche un’occasione per riflettere, divertendosi, su cosa significa vivere da cittadini consapevoli. Le attività si concluderanno con un concorso multimediale a premi e un evento finale con la partecipazione delle famiglie, delle scuole e delle istituzioni.
Un esempio concreto di come la scuola e la giustizia possano collaborare per educare, responsabilizzare e offrire ai giovani un’alternativa positiva al disagio e alla devianza.
Questa esperienza non è stata solo un gioco di ruolo ben costruito ma è stata soprattutto, uno strumento di prevenzione. Far vivere ai giovani l’esperienza di un processo – seppur simulato – significa farli riflettere profondamente sul significato delle scelte quotidiane, su quanto sottile possa essere la linea che separa uno sbaglio da una condanna, un errore da un marchio permanente.
“Meglio un processo finto oggi che uno vero domani” – questo, in sintesi, il senso profondo sotteso, che ha dimostrato come il coinvolgimento diretto e la partecipazione attiva siano chiavi fondamentali per educare alla legalità.
L’impegno, la serietà e la partecipazione degli studenti dell’ITE Laparelli delle classi 2A e 2B hanno reso l’iniziativa un momento formativo autentico, che ha unito scuola e giustizia in un’alleanza virtuosa a favore dei cittadini di domani.
La simulazione si è svolta con la partecipazione di moltissime scuole provenienti da tutta la Toscana, nella quale i nostri studenti si sono distinti positivamente. La vera sintesi di questa bellissima opportunità sicuramente da ripetere in futuro, resta nelle parole degli studenti: “Ora capiamo cosa significa davvero Giustizia e perché è importante rispettarla”.
Un processo simulato per evitare un processo vero.
Un ringraziamento particolare va agli avvocati cortonesi che hanno prestato agli alunni le loro toghe affinché la simulazione fosse più reale.