L’Etruria

Redazione

Cortona perde Renato Mariotti, ex deportato nei campi di concentramento di Mauthausen e di Ebensee

Memoria storica della città. Testimone diretto delle barbarie della seconda guerra mondiale

Cortona perde Renato Mariotti, ex deportato nei campi di concentramento di Mauthausen e di Ebensee

Giornata triste per la città di Cortona. Se ne va anche un testimone storico della seconda Guerra Mondiale. Si tratta di Renato Mariotti, classe 1922, ex deportato nei campi di Mauthausen e di Ebensee (dal marzo del 1944 al giugno del 1945).

Mariotti è stato spesso protagonista di appuntamenti dedicati alla memoria di quei tragici momenti della storia raccontando con lucidità e dovizia di particolari la sua esperienza nei campi di concentramento.

L'amministrazione comunale di Cortona lo ricorda così:

“Dobbiamo registrare un’altra triste notizia per la nostra città, dichiara il Sindaco di Cortona Francesca Basanieri. Oggi è venuto a mancare anche Renato Mariotti testimone storico della seconda Guerra Mondiale ex deportato nei campi di Mauthausen e di Ebensee (dal marzo del 1944 al giugno del 1945).

La nostra comunità è chiamata ad una dura prova in questi giorni di primavera. Renato Mariotti è stato una delle persone che meglio ha saputo narrare, avendola vissuta sulla sua pelle, la storia tragica della seconda guerra mondiale e dei campi di sterminio.

Cortona, prosegue il Sindaco Francesca  Basanieri, è una città che ha fatto della difesa dei valori della liberta e tolleranza uno dei pilastri del proprio vivere e Mariotti in tutti questi anni ha sempre raccontato con profonda emozione gli accadimenti di quegli anni ed è stato di esempio per tanti di noi.

Più volte ha partecipato ad iniziative pubbliche ed io ricordo con grande emozione la sua voce, la sua dignità, il suo profondo attaccamento a Cortona ed alla liberta. Ha saputo essere esempio vivente per 70 anni di ciò che è stato e monito per il futuro. Noi dobbiamo fare tesoro dei suoi insegnamenti, ricordarci sempre che ciò che siamo oggi, la nostra società le nostre scontate abitudini, le dobbiamo a persone come Renato Mariotti che hanno difeso la libertà ed il nostro futuro mettendo in gioco la propria vita.

In questo momento il nostro pensiero deve andare alla famiglia e al figlio Roberto.

Vorrei che sentisse tutto il nostro affetto e la nostra ammirazione per suo padre uomo giusto e testimone di un secolo difficile.

Per Cortona, conclude il Sindaco Basanieri questi sono giorni di lutto e di ricordo. Nella nostra memoria rimarrà sempre l’immagine di Renato Mariotti persona gentile con una memoria di ferro, la sua voce flebile ma decisa che ci ha raccontato gli orrori della guerra, il suo numero di matricola al campo di concentramento di Mauthausen 57249.

Grazie Renato da oggi sei entrato tra i grandi testimoni della storia di Cortona e dell’Europa.”

Silvia Bragagni, sul sito Saturno Notizie racconta uno degli ultimi incontri a cui  Renato partecipò con gli studenti della scuola superiore Camaiti di Pieve Santo Stefano, frequentato anche dal nipote Lorenzo. Era il marzo del 2013.

“Al momento della dichiarazione di guerra, Renato aveva diciotto anni, ultimo di sei fratelli: tre maschi e tre femmine. Arruolato in marina in un dragamine di stanza a Fiume dopo l'8 settembre sbarca a Fano e torna a piedi fino a Cortona. Qui vive nascosto in casa perché la legge obbligava tutti gli sbandati a presentarsi al proprio distretto militare per essere poi arruolati nell'esercito della RSI, pena il carcere per diserzione. Il brigadiere del paese gli ordina, quindi, di presentarsi al comando della Marina di Livorno. Per evitare di farsi accompagnare gli dice che sarebbe andato di sua spontanea volontà mentre invece, raggiungeva il fratello a Firenze cercando un aiuto per uscire da questa situazione. E proprio mentre si trovava a Firenze viene catturato dai tedeschi durante un rastrellamento. Dopo tre giorni e tre notti di viaggio in condizioni disumane l'arrivo a Mauthausen, arruolato nel campo di lavoro con il numero di matricola 57249. Sette mesi da incubo prima di un nuovo spostamento al campo di Ebensee: quando pensava di morire, ormai ridotto a trentanove chili, sente l'arrivo dei cannoni e delle bombe americane: viene liberato il sei maggio del 1945”.