L’Etruria

Redazione

Secondo ritrovo dei "casalesi buoni".

Nella cinquecentesca Chiesa di San Biagio e San Giusto a Casale.

Secondo ritrovo dei "casalesi buoni".

Sabato 29 giugno 2019 alle diciotto nella Chiesa di San Biagio e San Giusto a Casale c’è stato il secondo ritrovo dei casalesi buoni, cioè cortonesi  “e non” che nulla hanno a che spartire con i noti affiliati alla malavita campana. Si tratta dei pochi abitanti rimasti nel medioevale borgo cortonese che, dall’anno scorso, hanno deciso di ritrovarsi una volta all’anno con gli immigrati che lasciarono questo angolo della nostra montagna per andare a vivere altrove, in Italia o nel mondo.

Naturalmente centro e luogo privilegiato degli incontri  è l’antica chiesetta cinquecentesca ( sempre più malmessa e rovinata) dove per una sera si è ricostruita ed ha pregato insieme per i propri morti quella comunità dei casalesi che ,ormai da decenni, per dirla con Manzoni, è “vulgo disperso”, ma attaccatissima a questo luogo  simbolo di una piccola patria che , ancora nei fanciulli e nei contadini di metà Novecento, vedeva un grande accorrere di popolo alla domenica e nelle feste comandate e soprattutto vedeva  gioia e fatica serene nello scorrere delle lunghe , eremitiche giornate tra i campi e i boschi che vanno da Vallecalda  a Ginezzo, da Piumacceta ai Salci.

In tanti anche sabato scorso sono saliti a Fiume di Casale e al  toppo della sua chiesa per una preghiera corale in suffragio di tutti i defunti della parrocchia. Una messa che è stata presieduta dal Padre Livio Crisci, rettore del Santuario di Santa Margherita e da don Ottorino Cosimi , rettore del Santuario di Santa Maria alle Grazie del Calcinaio e parroco emerito di Casale.

La Santa Messa, prefestiva e in onore dei Santi Pietro e Paolo, che ha visto la partecipazione attiva delle famiglie Belli-Torelli, Camerini,Cardinali, Carrai, Cipollini, Fragai, Menci, Monaldi,Nandesi, Novelli, Saccarello, Zappini ( chiedo scusa se ho saltato qualcuno, ma segnalatemelo che nel cartaceo lo inseriamo) è stata arricchita da una incisiva e profonda omelia di Padre Livio e si è conclusa con un momento di  comunicazioni e di saluti che ha visto gli interventi di chi scrive,  dell'avvocato Roberto Saccarello, Delegato del Sovrano Militare Ordine di Malta per Viterbo-Rieti , del professor Sergio Angori, della maestra Camilla Monaldi, di Don Ottorino Cosimi e del decano dei casalesi,il geometra Antonio Carrai, da anni ormai noto come Tonio de Casèle.

Di questi due ultimi riportiamo in conclusione d’articolo la parte scritta  dei loro interventi, che sono stati svolti in lingua dialettale.

L’avvocato Saccarello si è complimentato per questo ritrovo dedicato alla piccola patria natia e il professor Angori ha presentato il romanzo breve “ I giorni e le notti di Annibale Barca tra Vallecalda e Cerventosa” pubblicato recentemente e che con fantasia letteraria ricostruisce l’antica storia dei casalesi etruschi.

La maestra Camilla Monaldi ha comunicato la buona notizia del ritorno della pietra-epigrafe sulla facciata della cappellina della Cermentosa ( A.D. 1835).

La serata, dopo la foto di rito qui pubblicata a corredo e scattata dal fotografo Amedeo Fragai, è proseguita con un simpatico convivio al ristorante di Portole, organizzato da Angela Bruni,Marcello Carrai,Gianluca Fragai.

Anche al ristorante, dove si sono aggiunte altre famiglie , tra una portata e l’altra, è stato dato spazio a saluti e alla presentazione del sopracitato romanzo breve presentato dal dottor Enzo Lucente, direttore de L’Etruria,dal professore universitario Sergio Angori e dalle letture di alcuni brani fatte del noto “fine dicitore”, cultore di dialetto e  storia cortonese, dottor Carlo Roccanti. Il romanzo è acquistabile nelle librerie Nocentini di Cortona, Marri di Camucia e Pipparelli di Terontola.

Ecco qui di seguito le prime strofe della poesia letta durante il suo saluto da don Ottorino Cosimi: “ L’èsono bigio. …Doppo ‘na vita grèma da èsono bigio,/tra monti e piagge a rusiccjère ‘n cardo/ m’è arivèta, pacenza pel ritardo, ‘na certa Prumuzione de Pristigio!/….La nuvità va orméi de bocca ‘n bocca/senza smintire e, ’Nnàgrafe a la mèno,/ vacci ovaccio sirò…’l “Préte –Più-Anzièno”./ Ddio me lha dèta e .guèi chj me la tocca!/ …’N te lamentèe che ‘n t’è argirèta mele/ m’han sentenzio a la Curia Viscuvile,/ ducche sguedron le cose pe’l suttile,/ bontà c’éi fatto ‘n po’  ‘l préte a Casalèle.

Ecco ora parte del saluto in dialetto di Antonio Carrai ovvero Tonio de Casèle. "Il secondo arduno dei casalesi. Dopo l’arduno dell’anno scorso, finito in allegria, ce sèera dèti un appuntamento per artrovacce negli anni futuri e Ivo, Angela, Luca , Marcello sono riusciti  a rispettallo e facce artrovè qui nella nostra chiesetta con i sacerdoti Padre Livio e Don Ottorino. Sti sacerdoti  l’émo arcapezzi con grande maestria e sti sera la nostra chiesa, tutta agghindata e infiorettata li accoglie. Come parrocchiani sémo sempre meno, ma la colpa è, dicémo, del progresso e nun ce pensémo sopra. Quando ce s’artrova sémo sempre tanti. Ce son anco i pichjni che son nèti  fora, ma che son sempre attenti ai racconti di nonni e babbi, mamme e zii che armentovono e arcontono de cose lontène: il taglio delle macchie, il guradère le pecore, il fare il morro, la raccolta delle castagne, le battiure del grano su l’aia. Ma bando alle nostalgie. Vìmo a Portala che c’aspettono l’altri  con Franco e la Mirella, che hanno preparèto una  cena succulenta che  el sanno che a nolatre gente de Casèle, anco si sèmo de fora, basta arsintì l’aria de chèsa che ‘l gusto nun risiste e  ‘l corpo se fa capanna.

Da parte di chi scrive  un sincero grazie per la partecipazione a tutti e un caro saluto a coloro che all’ultimo momento, per vari motivi, non hanno potuto essere presenti. Arrivederci all’anno prossimo! Nella gallery alcune foto dell'evento.

Ivo Camerini