L’Etruria

Redazione

A Cortona l’attivismo per l’ambiente sposa l’arte

Intervista a Carlotta Sarina, in arte Lotta, ospite del DopoFestival di Kilowatt: domenica alle 19:00 al Centro Convegni Sant’Agostino

A Cortona l’attivismo per l’ambiente sposa l’arte

Domenica 23 luglio, nel chiostro del Centro Convegni Sant’Agostino, si esibirà alle ore 19:00 l’artista e attivista Lotta. Si definisce musicista per passione e attivista per missione: scopriamo cosa significa con qualche domanda rivolta direttamente a lei.

 

Lotta, dovessimo definire ciò che fai, dovremmo dire che sei più attivista o più musicista?

 

È un po’ come chiedere a un cantautore se sia più cantante o più autore: spesso la risposta è che non potrebbe essere l’uno senza l’altro, tanto le due anime si completano e rafforzano a vicenda. Così per me, che nasco musicista ma che a oggi non potrei fare attivismo senza musica o musica senza attivismo: forse per soddisfare il bisogno di definire  che abbiamo un po’ tutti dovrebbero inventare un termine tipo cantautore, ma musicattivista suona male, temo non lo userebbe nessuno.

 

Dunque nasci musicista, ma com’è che hai cominciato a fare attivismo? E cosa significa per te “attivismo”?

 

Ho capito che la musica non mi bastava più quando ho cominciato a perdere qualsiasi stimolo. Frequentavo il conservatorio, avevo molti amici, cose da fare, ma mi sentivo appesantita dall’indifferenza che vedevo intorno a me. Dovevo agire, per riscoprire me stessa sotto la luce nuova di uno scopo ben preciso, superando le logiche di sfida e competizione che mi avevano portato a sperare che il prossimo fallisse per eccellere. Ho quindi abbandonato la musica e sono partita per protestare di fronte al Parlamento europeo di Strasburgo contro le posizioni dei governi intorno alla crisi climatica, dove ho avuto una sorta di illuminazione: ero con il gruppo degli attivisti in canoa, il nostro obiettivo era rallentare l’arrivo della polizia attraverso il fiume; tempo zero ci hanno fermati per trascinarci in questura. In quel momento ho sentito il forte bisogno di far comprendere che io credevo ciecamente nelle mie azioni. La lingua non la conoscevo quindi ho deciso di farmi capire a modo mio. Cominciai a cantare “Bella ciao”. Non ho creduto alle mie orecchie quando il poliziotto che ci scortava cominciò a fischiettarla con me, così come quando, dopo averci rilasciati arrivati alla riva, si complimentò con me per la mia voce lasciandoci andare. Da quel giorno ho deciso che non avrei messo da parte chi ero per diventare altro da me, ma avrei recuperato ciò che fino a quel giorno mi aveva animato, la musica, per lasciare che la mia rabbia e la mia speranza esplodessero e si canalizzassero verso uno scopo: non avrei gridato la mia lotta, l’avrei cantata!

Questo per me è attivismo: asservire le proprie passioni e competenze a uno scopo che si ritiene giusto.

 

Alcune forme di attivismo incontrano un’opinione pubblica molto divisa, soprattutto quando contemplano azioni di imbrattamento o per esempio i blocchi del traffico: come ti poni di fronte a queste modalità? Alcuni continuano a definire certi attivisti dei “criminali”.

 

Penso che il concetto di criminalità, così come quello di azione "estrema", venga sfruttato a piacimento e adattato dai governi, proprio come tanti altri concetti. È criminale che democrazie avanzate lascino persone in mare senza soccorso o vietino operazioni di salvataggio multiple. Altrettanto criminale è il fornire armi a un conflitto che non si ha alcun interesse a pacificare. È criminale vedere come i soldi pubblici vengano destinati a sostenere aziende leader nell'industria dei combustibili fossili anziché investire nella sanità pubblica, che è in uno stato di collasso. In nome del capitalismo e del profitto, ignoriamo l'ingiusta sperequazione di ricchezza nel mondo.

Questi potrebbero sembrare dettagli insignificanti, ma dobbiamo considerare che queste scelte dei governi hanno un impatto devastante su milioni di persone, tra cui famiglie e bambini, che pagano con la loro vita. In questa situazione, la disobbedienza civile può essere considerata fuori dal perimetro della legge, ma bisogna ammettere che nessuna rivoluzione è mai stata del tutto legalerabi.

Va sottolineato che queste azioni, pur avendo carattere estremo, non hanno causato morti o feriti. In realtà, il diritto fondamentale all'integrità dell'individuo viene violato proprio dai governi, e non dagli attivisti, tanto mi basta per sorridere quando i primi danno ai secondi dei criminali.

Estreme furono le azioni delle suffragette che lanciavano mattoni contro la gente. Tuttavia quelle azioni oggi passano in secondo piano di fronte ai diritti che quelle donne hanno conquistato.

Vorrei aggiungere che mancano solo sei anni al collasso climatico, al punto di non ritorno. Possiamo essere sicuri che a soli due anni dalla fine di tutto, le persone si limiteranno a lanciare vernice? Penso che sarebbe saggio ascoltare ora chi grida per il futuro di tutti e tutte, anziché continuare a considerare le loro azioni come estreme.

 

Direi che ci hai fornito molto su cui riflettere, grazie. Per tornare a noi, cosa ci aspetta domenica alle 19:00?

 

Una storia di rinascita, raccontata sotto forma di spettacolo recitato e cantato. Percorrerò quattro generi musicali, intervallati da brevi parti di monologo per una durata complessiva di trenta minuti. La “Detonazione”, titolo dello spettacolo, è quella che ha innescato in me il bisogno di mettermi in gioco per il futuro di tutti, ma è anche quella che ho trasferito in tanti ragazzi (e non) che hanno cominciato a fare attivismo partendo dai propri punti di forza. Il mio obiettivo è trasferire la mia esperienza al pubblico affinché anche altri prendano posizione: questa lotta è una lotta che ci coinvolge tutti, a prescindere dalla situazione sociale, da quella economica, dalla posizione politica o dal genere, non possiamo rimanere indifferenti o scegliere l’ignavia.

Nel primo atto racconterò come ho cominciato a fare attivismo, nel secondo i problemi intorno al fast fashion, il tema centrale che compare come colonna portante per tutto il tempo rimane comunque la crisi climatica, con cui ogni crisi di oggi e ognuno di noi deve fare i conti.