Nei giorni scorsi ho avuto il piacere e l’onore di essere stato invitato dall’ingegnere ed architetto Paolo Mori nella sua bella casa di Campaccio in Cortona, per un tè di amicizia e di proustiana “ recerche du temps perdu”
Accolto con la solita affettuosa empatia intellettuale che da tempo ci unisce, al fresco naturale delle storiche e massicce mura di Villa del Vescovo e quindi al riparo dei bollori dell’improvviso caldo africano che si è abbattuto anche sulla nostra Cortona , ho avuto il gradito onore di dialogare con lui e con la sua coltissima signora Alessandra Tommasi de universo mondo, ma soprattutto della nostra amata piccola e grande patria.
Una patria oggi, purtroppo, sballottata nei marosi della violenza economico-sociale e di una terza guerra mondiale a pezzi e non ufficialmente dichiarata che stanno drammaticamente cambiando la respublica, la convivenza civile, democratica e repubblicana della nostra nazione rinata a nuova vita nel 1944-45 con la vittoria dei partigiani sui fascisti e sui nazisti.
Al termine della nostra lunga e appassionata chiacchierata sull’oggi e sullo ieri della nostra Italia e della nostra Cortona, Paolo mi ha gentilmente donato i due ponderosi volumi pubblicati recentemente dal Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani e da Fondazione FS Italiane e intitolati “ Architettura Ferroviaria: Progetti di fabbricati civili e industriali in Italia…dall’Ottocento all’Alta Velocità”.
Si tratta della prima opera di ricostruzione storica e scientifica dell’immenso ed interessantissimo panorama dell’edilizia ormai secolare delle nostre FFSS. Una ricostruzione storica che ha visto all’opera, come studiosi e scrittori, gli ingegneri ed architetti Massimo Gerlini, Raffaello Paiella e l’amico Paolo Mori.
I due volumi, editi in veste grafica molto elegante, raffinata e moderna, costituiscono un’opera di ricostruzione storica e scientifica davvero ampia e articolata, che si snoda in novecento pagine con circa tremila illustrazioni. Un’opera che, con documentazione archivistica in gran parte inedita, ricostruisce e racconta, con registro linguistico colto, ma semplice ed accattivante, quasi due secoli di storia italiana.
Due secoli di storia dell’edilizia civile ed industriale delle ferrovie italiane, sconosciuta ai più, ma che ora con quest’opera articolata in cinque capitoli e trenta schede di approfondimento, ci offre la fotografia dettagliata del vasto e complesso repertorio di stazioni e complessi edilizi di corredo della grande rete di comunicazione ferroviaria italiana dal 1939 ai giorni nostri.
Grato a Paolo per questo prezioso regalo, ho subito sfogliato con curiosità i due ponderosi volumi e dato uno sguardo essenziale al loro contenuto. Avendo passato quasi un’intera vita tra una stazione e l’altra della nostra bell’Italia, mi hanno molto colpito le pagine del secondo capitolo del primo volume dedicate alle opere complementari e decorative nelle stazioni.
Pagine molto belle e scorrevoli dovute senz’altro allo studio e alla penna dell’amico architetto Paolo Mori e che , con le foto delle panche e poltrone in legno di pino super lucidato o doghettato riportate alle pagine 194 e 225, mi hanno riportato alla memoria i giovanili, duri, ma romantici riposi notturni tra un treno e l’altro durante le mie trasferte di lavoro sindacale. Un lavoro ed un impegno fatto per passione ideale e a rigido rimborso spese vive in seconda classe e , se non giustificato da motivi di salute, senza soggiorno in albergo a due stelle e quindi con scelta militante,visto che il sindacato allora viveva solo delle tessere di libera iscrizione dei lavoratori, di riposo sulle panche delle stazioni ferroviarie o sulle poltrone di terza classe degli storici accelerati , diretti e regionali degli anni 1970 e quindi in quelle similpelle degli intercity degli anni 1980-1990. Pagine queste del capitolo secondo del volume primo che vanno da 189 a 318 e che , come in una affascinante sequenza di docufilm ci parlano di arredi, di design, di finiture d’interni, di segnaletica informativa, di orologi e di opere d’arte nelle piccole e grandi stazione ferroviarie ottocentesche e novecentesche d’Italia.
Tutti super interessanti e ben leggibili gli altri capitoli dei due volumi che ci raccontano la storia dei fabbricati civili ed industriali di stazione, delle case per ferrovieri, dei collegi e delle colonie per i figli dei ferrovieri, delle sedi del dopolavoro e degli ambienti della ristorazione per i passeggeri, dei depositi d’officina , dei magazzini merci, delle sottostazioni elettriche e di tanto altro ancora. Insomma,questa pubblicazione che ha richiesto agli autori tanto tempo e non poca fatica è un interessante e prezioso libro scrigno indispensabile per i cultori della materia, per i ricercatori e gli studenti di ingegneria ed architettura, per i professionisti del settore e per gli appassionati del mondo ferroviario italiano. Per saperne di più: Massimo Gerlini, Paolo Mori, Raffaello Paiella; “Architettura Ferroviaria: Progetti di fabbricati civili e industriali in Italia…dall’Ottocento all’Alta Velocità” , Edizioni Cifi . Nella foto di corredo, la copertina del primo volume.
Ivo Camerini