L’Etruria

Redazione

Diario cortonese di questi giorni – 47

‘Sotto il cielo di Roma il sole è rosso’

Diario cortonese di questi giorni – 47

Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni sul colore “rosso” come simbolo femminile di passione , di lotta sociale e di futuro civile e democratico. Grazie  Anna! (IC)

Diario del ROSSO

Questa era una foto dei tempi in cui molti di noi, indossando una maglietta rossa e postandoci così, indossavamo la nostra indignazione, il nostro disprezzo verso chi voleva chiudere i porti e lasciare morire la gente in mezzo al mare.
Dopo il lungo post di ieri, e tutto quello che ci siamo scambiati da queste parti, non ripeterò cosa penso degli spietati di questi giorni, quelli che si sono attaccati alla liberazione di una ragazza per far sapere quanto pensano male. Continuerò a indossare qualcosa di rosso, simbolicamente, anche quando ho tutti vestiti di altri colori.
"Sotto il cielo di Roma il sole è rosso" scriveva Pasolini e quanto era vero, un tempo.
Al mio liceo c'era una scritta a spray da qualche parte che diceva: "il Virgilio è rosso" e con una mia amica, quanto eravamo tristi per un fidanzamento andato a male, per consolarci menzionavamo quella scritta. Come erano rosse le foglie dei platani in autunno, nel pezzo di Lungotevere da cui si entrava a scuola. Come la luce rossa che emanano i lampioni la sera per i vicoli di Roma. Come il tramonto qui da casa mia. Come un pezzo di squadra della Roma a cui essere fedeli. Come il colore preferito di mia madre, che anche quando faceva le faccende di casa, coi bigodini in testa, voleva averle il rossetto rosso sempre, e io un po' faccio uguale, anche ora sotto la mascherina, anche quando indosso una tuta da ginnastica schifosa e sto pulendo a fondo i fornelli.
Come il colore delle ciliegie, le mie preferite tra i frutti del mondo. Sarà che è legato a un racconto di mio padre: "Quando nascesti, che era Giugno, era mattina presto e non trovavo un pensierino da portare alla tua mamma, e allora andai al mercato e poi le riempii la stanza dell'ospedale di ciliegie." Bello pensare che la prima volta in vita nostra in cui abbiamo aperto gli occhi sia avvenuto tra le ciliegie.
Rosso come una stanza che vorrei dipingere di questo colore e prima o poi lo faccio.
"Memory of red" chiamerei questo periodo che stiamo/abbiamo passato. Se penso al colore della quarantena mi viene in mente il rosso, e subito dopo il verdino e il bianco dei luoghi sanitari. Non so perché il rosso. Forse è il colore degli idealisti, dei sognatori e degli ingenui. Ci piace pensare che alla fine vince la vita.
Ci sono due brani di Vangelis che si intitolano "Memory of blu", "Memory of Green" e li trovo molto belli. Un po' li suono al pianoforte e mi danno grande soddisfazione. Sono un po' di giorni che non suono e devo riprendere e magari riprenderò oggi con questi due brani.
"Memory of red" però è il brano che proverò a scrivere io, sempre per quell'idea ingenua che è importante la voglia di vivere e che bisogna resistere.
Il rosso è il colore della libertà.
Mi fanno un sacco rabbia gli uomini che ce l'hanno con le donne libere. Che si chiamino Silvia, o due volte Simona, o Giovanna, o Carola, che indossino una veste di una religione, o dei dreadloks meravigliosi, o una minigonna da usare come riferimento per "la colpa" di aver subito violenza, o non indossino il trucco e i capelli adatti a comparire in tv, ci sono ancora un sacco di uomini che ce l'hanno con le donne libere. Non se lo meritano, loro, il rosso della passione.
Il rosso è il colore delle donne. Della fierezza di esserlo. Della vita che ci sappiamo portare dentro. Delle scarpe che indossiamo il 25 Novembre. Del no alla violenza degli uomini.
Del cuore, così come ci piace disegnarlo. Anche quello dei cuori che mandiamo dai social quando vogliamo dire "ti voglio bene".
Delle rose più belle di questi giorni.
Delle donne, lo ridico.
Della voglia di amare.
Voglio dipingere una stanza di rosso.

Anna Cherubini