L’Etruria

Redazione

La piccola biblioteca comunista di Mariano Giamboni

La piccola biblioteca comunista di Mariano Giamboni

Recentemente passando per Montecchio mi son fermato da Valeriana Giamboni Sonnati ,figlia di Mariano Giamboni . Son rimasto piacevolmente sorpreso dalla piccola biblioteca comunista novecentesca di Mariano, che Valeriana conserva in casa sua. Mariano era  un contadino e un operaio molto conosciuto e stimato nell’antico Borgo chianino, che, per alcuni decenni del Secondo Novecento, venne indicato anche con l’appellativo di  Piccola Russia cortonese.

Un borgo di cui  Mariano fu un abitante esemplare come lavoratore, come persona corretta ed onesta e come militante  comunista all’antica, romantico sostenitore degli ideali marxisti e socialisti.

Pur non avendo potuto studiare egli era un brillante autodidatta e fu  tra i primi ad uscire da quella scuola di formazione territoriale del Pci aretino che sapeva trasformare i  suoi giovani non solo in affidabili agit-prop, ma anche e soprattutto in persone mature, dotate di argomentazioni e di informazione sempre aggiornata attraverso la  stampa e le pubblicazioni editoriali del partito, come L’Unità e Rinascita  e altri almanacchi od opuscoli degli Editori Riuniti.

Mariano era un fedele lettore  dell’ edizione domenicale de L’Unità e della Rivista Rinascita fin dal 1948 che conservava poi in faldoni annuali ben ordinati e cronologicamente collazionati. Anche i libri e le tante pubblicazioni monografiche degli Editori Riuniti, via via acquistati a costo di non pochi sacrifici economici personali, venivano attentamente letti e studiati alla sera prima di andare a letto, come mi racconta la figlia Valeriana, e poi conservati in una piccola, ma fornita biblioteca del militante comunista.

Dopo la morte del babbo Mariano, la figlia Valeriana è divenuta attenta custode di questa piccola biblioteca di pubblicazioni del comunismo italiano e ci tiene a conservarle come ricordo di una persona buona, democratica, antifascista e mai fanatica. Cioè di un uomo attento alle regole della democrazia , al confronto con l’altro, alla discussione civile su argomenti e visioni della vita e del mondo, alla correttezza dei rapporti interpersonali.

Insomma, al ricordo di un uomo “sempre educato, onesto e corretto -come mi sottolinea la signora Sabrina di Montecchio- che, anche da contadino, aveva rispetto del padrone e ottima cura del podere a lui affidato in mezzadria dalla mia famiglia”.

Nella foto di corredo, libri,opuscoli e riviste che, in questi giorni natalizi, la figlia Valeriana sta leggendo nel ricordo affettuoso e struggente di un babbo comunista vero, cioè sempre democratico e rispettoso del prossimo e delle idee avversarie.

Ivo Camerini