L’Etruria

Redazione

Albano Ricci lascia il PD. Le sue motivazioni

Albano Ricci lascia il PD. Le sue motivazioni

La politica mi ha dato più di quanto mi abbia tolto, il Pd mi ha dato più di quanto io gli sia riuscito a dare.

Emozioni, conoscenze, onori e oneri, amicizie.

Io ho fondato, come tante donne e tanti uomini, il PD. Non sono stato capace a costruirlo. Se il PD non è come lo vogliamo, la colpa è anche mia. Non è più il mio posto. Anche se con tante persone intorno ho spesso provato la brutta sensazione di essere solo.

Che poi è smarrimento comune, mancanza di entusiasmo e di parole.

Ho chiuso l’ultima mia esperienza dichiarandomi libero, finalmente. Una sensazione impagabile.

Ho potuto dire parole gravi contro la mia storia politica dopo l’accordo con i 5 stelle, senza risparmiare Renzi…

“Nessuno pensa, in verità, al paese: hanno tutti una visione molto ristretta, direi riservata. Avere paura degli italiani, del loro giudizio, vuol dire non avere idee, non pensare al servizio ma al comodo. La democrazia va esercitata, non è un mercato di vacche.”

Continuo a pensarlo.

Come penso che sia stato Renzi con le sue interviste, con il suo lavorio politico a disarcionare Salvini, che a livello comunicativo da leader vincente è diventato un pivellino perdente. La politica è velocissima.

In questo scenario la mossa di Renzi è geniale: per se stesso, certo, per una certa parte di elettorato in cerca d’autore, per il governo. L’area, che lo sostiene, può allargarsi acquistando parlamentari da centro, operazione impossibile per il PD.

Non mi sfugge che spesso Renzi cambia politica a sua immagine e somiglianza, un’ansia continua che lo ha fatto cadere ma anche rialzare e lo farà cadere nuovamente e poi rialzare. È politica allo stato puro, anche eccessivamente, così distillato da risultare a volte esageratamente troppo.

Tutti i componenti del partito sapevano che un solco profondo lo divideva in due terre straniere e tutte le energie le abbiamo spese per combattere una estenuante guerra fredda che ha fatto cadere intere generazioni di politici bravi e preparati.

La scissione è stata una sorpresa nei tempi, forse nei modi ma nessuno si strappa le vesti, né da una parte né dall’altra.

In questa libertà posso scegliere dove prestare tempo, qualità, difetti e metterli a disposizione per interpretare preoccupazioni, problemi, rabbie e sogni. Questo fa la politica: sta al servizio e rappresenta.

Non è certo la scelta più importante della mia vita: quelle mi aspettano la sera a casa.

Non è la scelta più importante ma la più dolorosa. “La terra con cui hai condiviso il freddo non potrai mai fare a meno di amarla”. Faccio anche un nome. Grazie Francesca , il mio sindaco, con cui abbiamo amato Cortona come fosse una figlia e le figlie vere si sono lamentate, anzi ancora ci fanno sentire in colpa con infinita maestria.

Sì lascio il PD: per questa nuova avventura, che sento giovane, fresca, senza liturgie partitiche, senza schematismi, riformista, moderna, dove non conta la presenza ma le idee, molto radical e poco chic, con tanti libri da leggere e poco snobismo intellettuale da esercitare. Dove si possano dire cose nuove senza vergognarsi del giudizio di una certa struttura parallela che tiene a bada. Dove non si abbia timore di parlare di imprese, talento, opportunità da cogliere per lo sviluppo; dove cultura e economia vogliano dire Italia, senza essere peccatori. Dove i diritti non sono mai abbastanza.

Un’ultimissima cosa. Da un anno circa con degli amici abbiamo costituito un comitato civico, che diventerà il primo nucleo per questo nuovo progetto. Si chiamerà “Pierluigi Galli”, perché lui sarebbe qui con il suo sorriso delicato e furbo a sostenerci, a sostenermi. Un nome da maestro.

L’Italia è viva e lo è anche Cortona.

​Albano Ricci