L’Etruria

Redazione

Civitas,piccola patria e politica odierna  in una bella chiacchierata con Miro Petti, leader dei socialisti cortonesi

Civitas,piccola patria e politica odierna  in una bella chiacchierata con Miro Petti, leader dei socialisti cortonesi

Recentemente, in Camucia, ho incontrato Miro Petti, uno stimato professionista ed una personalità politica e sociale molto nota della nostra Cortona.

Miro è però soprattutto un caro amico con cui molto spesso, soprattutto negli anni 1980-2000 ,  ho dialogato sui grandi temi dell’essere comunità, dell’amicizia, della politica e del sindacato intesi come servizio alla nazione e alla Piccola Patria. Con lui, anche quando era un importante assessore comunale e giovane leader dei socialisti cortonesi,  ci siamo sempre confrontati in grande stima e rispetto umano da persone educate e civili  quale ambedue siamo. Miro è stato infatti per ben due legislature asssessore nelle Giunte di Centro Sinistra e per altre due legislature Capogruppo in Consiglio comunale.

Incontrarci nuovamente, dopo tanto tempo, dopo questi due terribili anni di pandemia e nell’attuale situazione di una  ingiusta guerra, che sta travolgendo le nazioni europee  e la nostra amata Italia, ci ha portato già mentre prendevamo un caffè al bar a riprendere le nostre belle chiacchierate de universo mundi e sull’hic et nunc della nostra nazione e della nostra Piccola Patria.

Tu che sei ancora uno stimato  leader dei socialisti cortonesi  - gli domando - come vedi la situazione sociale e politica dell’Italia e della Cortona di oggi?

Non bene Ivo – mi risponde di getto-    da socialista all’antica e ancora fiero del sogno dei Lavagnini, dei Faralli, dei Pertini, del mio amico Bettino Craxi e oggi da grande amico di Riccardo Nencini, vedo l’Italia impantanata in un dramma che potrebbe sfociare in qualche cosa di terribile se al governo non prendono atto di una crisi sociale devastante causata dalla speculazione e da una economia strutturata unicamente sul neoliberismo dei cosiddetti cuori  di pietra, che hanno in testa solo la volontà di fare più ricchi i ricchi e più poveri i poveri.”

Sono in sintonia con te , ma esiste una via d’uscita, una speranza da indicare ai giovani per guardare con serenità al domani d’Italia e di Cortona?

Esiste sempre una via d’uscita , ma bisogna che i giovani prendano sul serio la politica, che scendano in campo per cambiare le cose come facemmo noi negli anni 1970-1980 quando conquistammo diritti , giustizia sociale ed economica . Noi lo facemmo forti di valori di eguaglianza e di progresso ancorati alla dottrina socialista e cristiana. Oggi questi valori che fecero grande l’Italia repubblicana nel Secondo Novecento sono stati abbandonati e buttati nel cestino da una nuova classe politica tutta legata e serva del neoliberismo e dell’etica calvinista del profitto per il profitto. I giovani di oggi dovrebbero ritornare a studiare e fare propri i valori del socialismo democratico , della dottrina sociale cristiana, come ci invita spesso anche Papa Francesco, per ricostruire la politica dell’eguaglianza, della solidarietà, dei diritti umani, insomma della democrazia socialdemocratica fissata nelle regole della nostra Costituzione italiana che in troppi oggi calpestano o addirittura vorrebbero abolire. Se i giovani, sia a livello nazionale che locale, torneranno a fare politica , a scendere in campo per servire la propria comunità, agendo in unità d’intenti e d’azione, allora avremo una nuova speranza di domani democratico e di progresso, altrimenti il dramma sociale e politico in cui il paese sta cadendo potrebbe portare ad un inverno molto duro e ad allargare ancora di più la già larga forbice sociale”.

Ma secondo te – insisto, mentre usciti dal bar lo accompagno al suo vicino studio tecnico, oggi gestito dal figlio architetto Emanuele e dal geometra  Rossano Cortini-  perché c’ è in giro tutta questa speculazione commerciale, perché ci sono queste fiammate di carovita ? Sono giustificate dalla situazione di guerra in cui è piombata improvvisamente l’Europa da alcuni mesi?

No -mi risponde Miro da socialista non pentito- Non c’è alcuna giustificazione politica  reale. I politici di oggi sono succubi del mercato, del capitalismo  neoliberista che, come sempre è un lupo affamato di profitti sulla pelle dell’uomo più debole e indifeso. Ora se può essere comprensibile un certo rincaro delle materie energetiche legate alle sanzioni occidentali sulla Russe che impediscono l’uso del loro petrolio e del loro gas, come si giustificano gli aumenti del triplo o del quadruplo della pasta o di altri generi alimentari? Come si giustifica il prezzo odierno del pellet che ancora in piena pandemia costava sui quattro euro ed oggi supera i dieci euro a sacchetto? Come dicevano i francesi nell’Ottocento è tutto un lassez-faire da parte di un governo che regala comunismo ai ricchi e libero mercato ai poveri e a quel ceto medio che ormai non riesce più a mettere insieme il pranzo con la cena. Anche a livello locale perché non si riaprono gli spacci comunali come si faceva una volta per combattere il carovita? Perché non si tolgono i  lacci e i laccioli della burocrazia per incentivare l’apertura di negozi di consumo cooperativo come facemmo noi durante la crisi economica ed energetica degli anni 1970?

Su questi interrogativi entriamo nel suo studio e siccome noto al centro della sua scrivania il libro su Bettino Craxi scritto dalla figlia Stefania , non posso che rispondere con amara nostalgia: “ per risponderti ci vorrebbe un Bettino Craxi, che oggi, davanti a questo governo dei cosiddetti migliori, sto rivalutando alla grande oppure ci vorrebbero leaders politici suoi colleghi come Amintore Fanfani, Aldo Moro, Sandro Pertini, Enrico Berlinguer e  sindacalisti come Pierre Carniti, Luciano Lama e Franco Marini. Ma Craxi fu fatto fuori  dalla vendetta americana per il caso Sigonella, Aldo Moro fu fatto uccidere per mano brigatista da servizi stranieri contrari alla nostra Costituzione repubblicana. Gli altri da me richiamati sono morti di morte naturale e oggi non possono far altro che rivoltarsi nella tomba. Davvero mala tempora currunt! Comunque ti ringrazio di questa sincera e trasparente chiacchierata che mi ha riportato agli anni della nostra gioventù, della nostra Cortona oasi di democrazia e di comunità aperta alla condivisione, al progresso e alla società del benessere per tutti.

Nella foto di corredo Miro Petti, uno degli ultimi fieri socialisti cortonesi, alla sua scrivania di geometra, con in mano il libro su Bettino Craxi, che reca una fraterna dedica di Stefania Craxi.

Ivo Camerini