L’Etruria

Redazione

Il ritorno di Agostino Depretis

Italia di oggi e di ieri

Il ritorno di Agostino Depretis

C è qualcosa di antico nell’ aria che tira oggi nella politica italiana? Lo sapremo presto. Al massimo attorno a Natale. Ma di certo c’era qualcosa di strano e di inquieto l’altra mattina nel mio solito bar circolo culturale camuciese, dove  mi reco sempre più di rado a prendere un caffè mattutino, causa la crisi che sempre più morde ormai anche i piccoli paesi. Tra gli avventori, che, dalle sei alle sette, hanno fatto sosta per il loro caffè propiziatorio al lavoro, era tutto un discutere dell’ ultima renzata e del ritorno del nostro paese al trasformismo depretissiano. Sì proprio a quella brutta Italia risorgimentale e nazionalista dove il trasformismo parlamentare fu scuola di governo. Tanti i commenti e le ipotesi anche sul nuovo partito renziano. Conte è un nuovo Depretis? Si può governare indifferentemente con maggioranze di destra o di sinistra? C’è alle viste un nuovo Giolitti, come Renzi sogna di essere? C’è alle viste un nuovo Mussolini , come altri sogna di essere? Ecco gli interrogativi che risuonavano in  alcuni discorsi degli avventori.

Primo avventore: “ Un partito che nasce in parlamento e non tra la gente è nient 'altro che quel vizio italico carsico che di tanto in tanto riemerge come appunto i fiumi carsici. Bisogna ora vedere se il fiume è portatore di acqua buona e salutare o di acqua avvelenata. Qui sta il punto della questione e solo nei prossimi mesi conosceremo la verità. Intanto vale anche oggi il detto settecentesco che veniva sussurrato nei salotti e nei borghi londinesi della patria della democrazia parlamentare : la politica è purtroppo  l’arte della menzogna.

Secondo avventore : “ Non solo menzogna, ma, come diceva il mio nonno contadino :  melma e sangue. Ma poi oggi ci possiamo dimenticare di quanto scriveva Ignazio Silone? Cioè che ‘noi  italiani siamo il paese dove ieri si era tutti fascisti, poi tutti antifascisti, poi tutti democristiani e domani tutti comunisti?. No, ma devo aggiungere  che l’autore  del grande romanzo  Fontamara anche se ci aveva visto bene, si sbagliò. Noi italiani non siamo diventati mai tutti comunisti. Dopo essere stati tutti democristiani, siamo stati tutti berlusconiani, poi tutti renziani e poi tutti, o quasi, salviniani  e, tra poco, tutti per il partito della pagnotta . Mai diventeremo il paese di quei grandi valori umanistici scritti nella Costituzione e che tutti sempre predicano, salvo poi scordarsene appena arrivano al governo”.

Terzo avventore: “ Siamo dei gran bischeri noi del ceto medio e medio basso. Sempre ad alzarci presto. Sempre a corre per sfangare il lunario e pagare tante,troppe tasse. Correre e pagare per mantenere gente vagabonda che scambia il reddito di cittadinanza per un sinecura, per una rendita principesca, un beneficio a vita sulle spalle degli altri, invece che di un aiuto per il breve tempo che uno si trova senza lavoro”.

Quarto avventore: “ Ecco è proprio il lavoro quello che ha messo in crisi l’Italia degli ultimi quindici anni. Tutti a chiudere aziende e portarle all’estero. Tutti a rifiutare i lavori umili o manuali. I nostri giovani più bravi e preparati costretti ad emigrare e ad andare ad arricchire altri paesi. Nessun governo che ha capito che la cosiddetta terza Italia del “piccolo è bello” stava morendo e nessun governo che ha fatto nulla per aiutarla a salvarsi”.

Quinto avventore: “ Eh sì, proprio così. I giovani, sia di destra sia di sinistra, vogliono solo rottamare gli anziani e andare a comandare per il classico ‘cicero pro domo sua’. E noi moderati di centro,  che saremmo la maggioranza, tutti spaventati e rintanati in casa a piangerci addosso, invece di scendere in piazza e mandarli tutti a casa”.

Sesto avventore: “ Tranquillo . Molti di noi stanno finendo nel famoso lumpenproletariat  di marxiana memoria e quando i famosi due terzi della società capitalisco-consumistica torneranno ad essere solo un mezzo allora ne vedremo delle belle e la rivoluzione scoppierà per sciogliere tutto come neve al sole”.

Settimo avventore: “ Povero sognatore. Prima ci sciolgono loro a noi.  Lor signori, che dominano oggi 'il bel paese, là dove il sì suona" e tutti corrono gridando 'i' mi sobbarco'... 'datemi il comando', sono furbi e son come i ladri di Pisa. Di giorno litigano e di notte vanno a rubare insieme”.

Ottavo avventore: “ Non ci avete capito niente. Vedrete che Conte li metterà tutti in riga e salverà l’Italia dal baratro di coloro che non sanno che due più due fa quattro. Alle viste non c’è nessun nuovo Mussolini e coloro che vanno in mutande da mare al Papete a chiedere pieni poteri non sanno che gli italiani, nonostante tutto, hanno una testa e scelgono loro da chi farsi governare. Noi siamo gente semplice , ma quando si va a votare non siamo tifosi. Siamo  cittadini che pensano e votano con la propria testa e non con i suggerimenti interessati calati dalla TV”.

Nono avventore: “ Concordo con te e aggiungo che qualsiasi governo, che non ha il popolo come suo faro,   non dura e va a sbattere come è successo per Renzi e Salvini. Senza programmi popolari, senza fatti concreti a favore di chipaga le tasse, di chi pedala tutto il giorno, di chi si sente di far sacrifici per una comunità, non per lor signori, nessun governo dura a lungo. Questo è un simplex sigillum veri, cioè la verità che in troppi dimenticano o tendono a rimuovere. Non serve demonizzare gli elettori di questo o quel partito. Serve buonsenso e ascolto del popolo lavoratore, del popolo bue, che una volta era divenuto soggetto politico grazie a sindacalisti come Lama, Carniti e Benvenuto, ma che oggi invece è popolo disperso. Per dirla con Manzoni, ‘ un volgo disperso’ che attende nuovamente di destarsi ‘ dagli atrii muscosi, dai fori cadenti, dai boschi, dall’arse fucine stridenti, dai solchi bagnati di servo sudor’.  Lor signori devono sapere che questo popolo tende orami l’orecchio ed è pronto a destarsi”.

Ai richiami di chi si desterà questo popolo nessuno lo sa , aggiunge il giornalista di strada che ha preso buona nota di tutti gli interventi di coloro che in quest’ora mattiniera hanno detto la loro davanti alla sosta caffè. Si desterà ai richiami di Conte, di Zingaretti,di Renzi o di Salvini? Si desterà per l’Italia viva o per viva l’Italia? Chi vivrà vedrà e darà la risposta. Nessuno oggi ha la famosa palla di cristallo per prevedere il futuro, anche se di Cassandre in giro ce ne sono abbastanza.

Ivo Camerini