L’Etruria

Redazione

Loris Ercolani e l’Inno dell’Archidado

Racconti ed interviste al Gruppo Storico della Città di Cortona

Loris Ercolani e l’Inno dell’Archidado

Il mercoledì sera della settimana successiva alla XXVII Giostra dell’Archidado 2022, vinta dal Rione Sant’Andrea, sono tornata alle prove del Gruppo Storico della nostra Città di Cortona: questa volta in veste non da sbandieratrice (ho appeso momentaneamente la bandiera al chiodo), ma di intervistatrice.

Dopo aver visto con grande meraviglia la presenza di circa 10 nuove leve tra gli sbandieratori (per un totale di 20 sbandieratori), 7 nuove leve tra le chiarine (per un totale di quasi 12 chiarine), 4 nuovi tamburini (per un totale di 13 tamburini), mi sono seduta a tavolino e ho avuto una simpatica ed interessante conversazione con Loris Ercolani, mastro-chiarina nel Gruppo Musici, nella vita quotidiana operaio metal-meccanico, originario di Castiglion Fiorentino, trasferitosi a Cortona per amore della moglie, Caterina Scorcucchi, nel 2015.

Da quanto tempo suoni e quando hai iniziato a comporre musiche?

Come quasi tutti i bambini delle nostre zone ho iniziato a frequentare una Scuola di Musica. Da ragazzo abitavo a Castiglion Fiorentino e ho iniziato a suonare all’età di 13 anni, dedicandomi alla tromba e ai timpani e ad imparare il solfeggio. La composizione di musiche è iniziata proprio con l’entrata nel Gruppo Musici di Cortona. Infatti in quegli anni si era iniziato a parlare di un progetto di rinnovamento del Gruppo Storico, volto al raggiungimento di maggiore coesione e interazione tra Sbandieratori e Musici. Per me è stato un tuffo in un mondo completamente nuovo: non avevo mai composto musiche prima d’ora, ma lo spirito con cui mi è stato proposto di far parte di questo cambiamento è bastato per intraprendere questa nuova avventura.

Cosa ti ha spinto ad entrare a far parte del Gruppo Storico?

Ho trovato un ambiente accogliente ed inclusivo sia nel Gruppo Storico di Castiglion Fiorentino, dove sono entrato all’età di 13 anni nel Rione Cassero (dove ho ricoperto il ruolo di chiarina per più di un decennio), che nel Gruppo Storico di Cortona (dove, trasferito in Città per seguire l’amore, sono entrato nel 2015 rimettendomi in gioco dopo 15 anni di sospensione della attività da “musicista”). Ho sempre visto e vissuto il Gruppo Storico come un luogo importante per inserirsi nel tessuto sociale di una città, dove la passione può davvero unire persone anche di età diverse (che assolutamente non ritengo essere un limite, anzi il confronto generazionale è di grande aiuto), ma che hanno un obiettivo comune, cioè quello di valorizzare e mantenere viva la storia della propria Città.

Come e quando è nata l’idea di scrivere l’Inno dell’Archidado?

L’idea è nata per caso durante la pandemia, in particolare a fine 2020, quando non sapevamo ancora quanto sarebbero durate le restrizioni e quando avremmo potuto riprendere le prove dal vivo insieme. In quel clima, nonostante la distanza fisica, con i ragazzi del Gruppo abbiamo continuato a sentirci costantemente e ci siamo confrontati sulla necessità di avere un Inno, da eseguire in Piazza prima dell’inizio della Giostra. Questo Inno vuole dare una identità propria all’Archidado, così come la hanno le altre Giostre delle nostre zone limitrofe e non solo.

Quanto tempo hai impiegato a comporlo?

La scrittura del brano, ovvero la parte dei fiati e ritmica dei tamburi, ha richiesto davvero poco tempo: circa 2 settimane. Invece ci è voluto l’intera stagione invernale 2022, per impararla e per creare tutti insieme una coreografia di ingresso, che ha inaugurato la Giostra dell’Archidado 2022.

Quali difficoltà hai trovato nella composizione di questo Inno?

Nella mia vita non ho mai seguito corsi di composizione e non avevo ideato musiche prima di entrare a far parte del Gruppo Storico di Cortona. Tutto è nato quasi per caso. Ho iniziato a comporre nel 2016 con l’Inno a Santa Margherita, da suonare solo in onore della nostra Santa Patrona. A seguire nel 2017 è nata la “Fenice” ed infine nel 2018 la “Maledetta”. Ho proposto personalmente l’idea della composizione dell’Inno al Presidente del Gruppo Storico, Riccardo Tacconi, alla vice-presidente, Elina Casetti, che hanno accettato di buon grado e con entusiasmo. Nella composizione dell’Inno ho riscontrato (come anche per le altre Musiche) soltanto qualche difficoltà tecnico-musicale, che tuttavia è stata superata anche grazie all’aiuto dei miei compagni, chiarine e tamburini. Per il resto, conoscendo la piazza dove si svolge la Giostra e le emozioni che si provano in quel giorno, la composizione delle note musicali a più voci e dei ritmi dei tamburi è avvenuta in maniera automatica, perché riesci ad immaginare le melodie che danno forma alla Piazza.

Perché è importante la presenza di un Inno per un evento come la Giostra?

Ho fortemente voluto comporre un Inno all’Archidado, sia per dimostrare che esiste un Gruppo Musici indipendente, autonomo, in grado di crescere nel tempo grazie all’impegno e alla passione, sia per dare finalmente una identità anche musicale alla Giostra. È come se avessimo voluto dare un nome ad una poesia; è come l’Inno prima di una partita: nel nostro caso sancisce l’inizio della Giostra, come introduzione alla gara tra i balestrieri. Verrà infatti eseguito esclusivamente il giorno dell’Archidado.

Che emozione hai provato durante la esibizione dell’Inno all’Archidado?

Non si può rendere a parole cosa ho provato e cosa hanno provato anche gli altri Musici nel suonarlo in Piazza, tra l’altro dopo due anni che eravamo fermi per la pandemia. Il tempo per provarlo e riprovarlo non è mancato: eravamo pronti, ma nessuno lo aveva mai sentito risuonare prima dell’evento. Quindi percepivamo l’aspettativa che c’era intorno all’Inno. Ti posso dire che l’emozione che ho provato è quella che ti fa dire che mi sto ancora divertendo a far parte di questo Gruppo e a comporre per noi tutti. La tensione provata prima di iniziare l’Inno e la scarica di adrenalina alla fine del brano non è spiegabile a parole. E poi potevo percepire in maniera distinta l’emozione dei ragazzi, sia chiarine, che tamburini: ognuno ha dato il massimo prima alle prove, durante l’esibizione e alla fine quando abbiamo potuto festeggiare. Fino a quando ti piace fare qualcosa, allora significa che puoi continuare a farlo, perché non ti rimane difficile portarlo avanti.

Le rievocazioni storiche stanno crescendo notevolmente negli ultimi anni. Pensi che questa crescita possa portare a intrecciare collaborazioni maggiori e a strutturare meglio le musiche e le esibizioni?

Sicuramente questo cambiamento che abbiamo intrapreso nel Gruppo Storico a Cortona richiede tempo e impegno da parte di tutti. Stiamo puntando a cambiare mentalità: vogliamo migliorare la qualità delle esibizioni. Con la collaborazione di sbandieratori, tamburini e chiarine l’obiettivo è permettere alla musica non solo di dare ritmo, ma soprattutto di accompagnare, enfatizzare i lanci e i saggi degli sbandieratori, svincolandoci dai soliti (ormai obsoleti) schemi.

I commenti all’Inno sono entusiasmanti: altre sorprese in serbo per le prossime edizioni? Quali novità apporterai?

Desidero fortemente condividere il merito di questo Inno con tutto il Gruppo Storico, perché c’è stata e c’è grande collaborazione, in particolare con Giacomo Petrucci, responsabile del Gruppo Storico, Niccolò Casucci, responsabile dei tamburini, e con tutte i miei “colleghi/e” chiarine, che al momento sono Alessandro Briganti (attuale responsabile del Gruppo chiarine), Niccolò Giuffrida, Martina Briganti, Leonardo Strillozzi. Adesso davvero non esiste più il singolo, ma il Gruppo, al di là dell’età (n.d.r. le foto di corredo a questo articolo fanno riferimento alla Giostra 2022 e sono state scattate da Andrea Migliorati). Sono in cantiere molte novità: in particolare un nuovo Inno, ma rimane una sorpresa a chi sarà dedicato. Nei prossimi mesi, in particolare a Settembre, con la presentazione del nuovo anno di prove, saranno resi noti i dettagli. Vi posso svelare che c’è già molto entusiasmo e ammirazione per ciò che abbiamo fatto fino ad oggi. Questo si traduce nella presenza (al momento solo potenziale) di 12 chiarine: un numero così elevato nel nostro Gruppo non è mai stato presente. Pertanto possiamo puntare a nuovi obiettivi di qualità, come ad esempio arricchire i brani, introducendo testi a più voci.

Al termine dell' intervista ho ringraziato della disponibilità Loris, che dopo avermi salutato ha ripreso la stesura di un brano e le prove con le altre chiarine. Da ex-sbandieratrice (ex soltanto per il momento), mi sono bastati pochi minuti per capire che è in atto davvero un bel cambiamento nel Gruppo e ho ritrovato quella coesione che solo in un Gruppo ben affiatato puoi riscontrare.

Le interviste al Gruppo Storico continueranno appena possibile per cercare di valorizzare e dare voce alle nostre storiche tradizioni.

Chiara Camerini