L’Etruria

Redazione

Ciccia e riposo

Modificato di fatto l’articolo uno della Costituzione italiana

Ciccia e riposo

Una strana rivoluzione, dal 2018,  s'avanza nelle strade d 'Italia di pari passo con la perdita  del buon senso da parte del mondo governativo in particolare e di quello politico più in generale.

Una rivoluzione subdola che la pandemia del Covid-19 sta portando sotto gli occhi di un popolo attonito e rassegnato al peggio come nei drammi dell'antica Grecia quando il regista non trovava di meglio dell' invocare e del  ricorrere al  al deus ex-macchina per uscire dalle situazioni complicate. Anche oggi  si attende e si invoca da più parti l' intervento di un deus ex-macchina o di un demiurgo.

Infatti l'arrivo di un uomo forte al governo è per molti italiani dietro l’ angolo e il suo arrivo potrà essere favorito anche dalla strana mentalità con cui a Roma, ma anche nei governi locali, si risponde ai bisogni creati dalle emergenze sociali, economiche e civili con leggi come quelle sul discusso reddito di cittadinanza, approvato prima dalla Lega e poi dal Pd in nome della governabilità. Una governabilità che ormai si è disvelata come nient'altro che un patto del potere per il potere. Un potere sempre più lontano dal buon senso e dalle richieste dei cittadini per bene ed onesti che chiedono meno burocrazia, meno cavilli per costruire il loro fare , il loro vivere. Cittadini che chiedono a ragione pane e lavoro e non elemosine o “ciccia e riposo” come sta facendo la gran maggioranza dei percettori del reddito di cittadinanza o come faranno tra poco i tanti di coloro che chiederanno il reddito di emergenza, che, si dice, il governo voglia varare a giorni.
Il fatto che l’ottanta o novanta per cento di coloro che hanno il reddito di cittadinanza non cerchi lavoro è sotto gli occhi di tutti, ma non del governo che insiste nel percorrere  il vicolo cieco dei famosi comunardi ataliers sociaux , senza ricordarsi che il  motivo principale del fallimento dei governi comunisti nell 'Europa dell' Est fu assieme alla mancanza di libertà, la stanchezza (di chi lavorava e sudava da mattina a sera) di portare per mano o sulle spalle  "i parassiti, gli scrocconi", come mi disse una professoressa polacca nel lontano 1992, quando mi recai in Polonia alla guida di una piccola delegazione sindacale umbra per incontrare lavoratori e dirigenti di Solidarnosc nella regione di Lublino. Una regione che camminava con difficoltà nella strada della  rivoluzione fatta da Walesa in nome della libertà e del lavoro per tutti.

Lavoro per tutti, pane e libertà sono nuovamente   le esigenze primarie anche oggi chiede il  nostro paese per il dopo lockdown del  Covid-19. Auguriamoci che arrivi una conversione sulla via di Damasco anche per  ‘lor signori’  che insisteranno a calpestare quel diritto al lavoro per tutti che fu messo al primo posto nell' Italia repubblicana dai padri costituenti del 1946-1948 . Speriamo, insomma, per dirla alla toscana, che chi vuol relegare il diritto al lavoro in zona 'martinicca', cioè nell’ultima parte  del carro Italia, venga sconfitto e fermato.
Se chi governa non vuole sburocratizzare il lavoro o fare come si faceva fino al 1973, quando per lavorare bastava andare dal tabaccaio a comprare una ‘marchetta inps’, se non si vogliono reintrodurre i voucher  per i lavori stagionali o avventizi, si cambi allora  l’ articolo uno della nostra Costituzione. Si sostituisca il testo ancora in vigore con l’atavica richiesta degli stolti : " L' Italia è una Repubblica fondata su ciccia e riposo".

Tutto sarà più chiaro. Ci sarà chi nel ceto medio si inetrrogherà a fondo se continuare  a pagare un mare di tasse e balzelli vari oppure fare il povero e vivere di elemosine. Ci sarà nel ceto medio anche dei pensionati chi si interrogherà a fondo sugli aumenti speculativi del costo della vita e sul paniere truffaldino con cui viene misurato tale indice, mentre le pensioni perdono valore e potere d'acquisto non avendo più l'indennità annuale del recupero dall'inflazione. Ci sarà chi nel cetomedio basso si interrogherà e cercherà risposte in gabina elettorale su politici che non vogliono abbassare le aliquote irpef per redditi personali tra i ventimila e i quarantamila annui netti, cioè la platea vera che da anni paga e mantiene oltre tre redditi di cittadinanza a testa.  La gente che fatica, lavora e paga le tasse,insomma, saprà come reagire e come mettersi nuovamente a costruire il proprio futuro e quello di  figli e nipoti. Anche perché, come scrisse Simone Weil nel Novecento, il popolo sa sempre “afferrare la verità” e “ la grandezza dell’uomo sta nel ricreare continuamente la propria vita, nel ricreare continuamente ciò che gli è dato”.

Ivo Camerini