Nella “prima mane “ dell’ultima domenica di questo brutto 2025, proprio dopo essermi alzato sul finire della “quarta vigilia” della “ nocte” ed essere uscito di casa al momento della “ prima luce surgere”, sono entrato al mio solito bar circolo culturale camuciese per quel buon caffè che Luca, Elisa e Costanza sanno preparare per i loro clienti che, di buon ora, corrono al lavoro. Sì perché anche di domenica c’è un grosso popolo di donne , di uomini, di giovani e meno giovani che lavorano e mandano avanti la baracca Italia, mentre la maggioranza, giustamente, riposa le stanche membra corporali dormendo più a lungo oppure fugge da casa per svagarsi e ritemprare le ferite dell’anima.
Mentre gustavo il mio buon caffè, accanto a me due giovani donne che si apprestavano a raggiungere il loro posto di lavoro conversavano in maniera interessante sulla gran voglia di guerra della politica odierna e dei nostri governanti, che oramai invece di governare comandano come il Re Sole, cioè: “car tel est nôtre plaisir” (poiché tale è il nostro piacere) e, secondo i loro istinti e pulsioni difficili da decifrare, cercando arbitrariamente di rabbonire o imbonire il popolo vezzeggiandolo,minacciandolo, spaventandolo con la loro falsa comunicazione affinché, finalmente spaventato, decida di applaudire alla guerra.
Trovando le loro riflessioni davvero importanti e sensate le ho registrate e qui di seguito le trascrivo per il vostro parere, per le vostre meditazioni, cari amici lettori.
Prima avventrice: Ieri sera ho letto un interessante articolo nel giornale semiclandestino di un gruppo di giovani cortonesi che,quasi novelli Amleto, si sono dati l’obiettivo di rimettere a posto il mondo ( “The time is out of joint. O cursed spite, that ever I was born to set it right!", "Il tempo è fuori sesto,sconquassato. O maledetta sorte, che io sia nato per rimetterlo a posto!").
In quell’articolo si fa notare come in sessant’anni lo storico grido di San Paolo VI all’Onu : “ Jamais plus la guerre! ” ( Mai più la guerra! ) sia stato trasformato dai governanti odierni in “ Vive la guerre!” ( “ Viva la guerra! “). L’articolo riportando e commentando il coraggioso discorso tenuto nell’ottobre 1965 a New Jork da Papa Paolo Sesto mette in guardia dal farsi irretire dalla subdola propaganda degli odierni capi di stato e di governo di molte nazioni che diffondono e predicano guerra a gogò da oltre quattro anni. Senti qui cosa diceva il santo papa in quell’occasione: “ (..) non gli uni contro gli altri, non più, non mai! A questo scopo principalmente è sorta l’Organizzazione delle Nazioni Unite; contro la guerra e per la pace!”. (…) “Ascoltate le chiare parole d’un grande scomparso, di John Kennedy”, che proclamava: “L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità”.
Non trovi attualissime queste parole, questo grido contro la soffocante propaganda di guerra che ogni giorno i media ci propinano? Non sarebbe il caso di chiedere con grandi manifestazioni popolari di smetterla di farci intendere che la guerra sarà presto inevitabile e che bisogna indebitarci per riarmare gli eserciti occidentali? Nell’ora buia che il mondo sta vivendo in questo momento con la crisi del multilateralismo e delle istituzioni di pace come l’ONU, non sarebbe ora di chiedere con la forza delle proteste pacifiche di piazza ai vari Macron, ai vari Starmer,alle varie Von der Leyen, alle varie Meloni, ai re Netanyahu e Zelenski e agli imperatori Trump e Putini di andare a casa e lasciare in pace l’umanità proprio andandosi a leggere quel discorso dell’ottobre 1965 e di smetterla con la loro voglia sinistra di una terza guerra mondiale?
Io mi ritrovo in toto nell’articolo scritto nel giornalino di questo piccolo gruppo di giovani cortonesi e, come loro, penso che sia un fatto grave che la maggioranza ( o presunta tale ) dell’umanità sembra aver perso la memoria del suo passato novecentesco e che il popolo non riesca più a distinguere il vero dal falso, il significante dal significato nei milioni di false informazioni che ci calano sulla testa circondandoci di propaganda di guerra e con fake news sostenute e messe in giro dagli interessi inconfessabili dei costruttori di armi e dei mercanti di morte. Tu che ne pensi?
Seconda avventrice: Grazie per queste tue riflessioni che, come sai condivido appieno. Anche per me la visione odierna dei governanti occidentali è irresponsabile e più da vecchi “ Marchesi del Grillo” che da uomini politici veri come quelli che ricostruirono il mondo dopo la seconda guerar mondiale.
Inoltre la loro politica rispetto alle guerre in Ucraina e in Palestina indica la profondità della rottura venutasi a creare tra Ovest, Est e il Sud globale con gli inizi di questo secolo che, in realtà ha portato in primo piano anche il contrasto politico, economico e militare nei confronti della Cina, latente in tutto il Novecento. Credo che il nostro vecchio continente, cioè l’Europa nata nel 1957,oggi appare vittima e complice allo stesso tempo di guerre che di fatto portano avanti gli interessi politici solo degli Usa, che da sempre non coincidono con quelli del governo dell’ UE.
Cara amica, ho tanta paura per il mondo che sembra aspettare i miei figli e i miei nipotini. Non vedi che i potenti e i governi di oggi sembrano gioire e divertirsi a giocare alla cosiddetta roulette russa del colpo atomico?
Prima avventrice: Mia cara, il tempo ci chiama a rimetterci in cammino per raggiungere i nostri posti di lavoro, ma ti assicuro che io non voglio rassegnarmi al pessimismo e all’indifferenza. Nel mio posto di lavoro, nel mio quotidiano della mia vita familiare e comunitaria non abbasserò mai quella bandiera della pace che tante volte i nostri genitori fecero sventolare nelle manifestazioni novecentesche dei sindacati e degli allora partiti del popolo.
Tra tre giorni muore questo terribile anno e spero tanto che il nuovo anno riporti voglia e pratica di partecipazione alla vita pubblica, al governo dal basso della democrazia, facendola divorziare da quell’innaturale e immondo sposalizio con la dittatura in doppio petto che l’ha trasformata in democratura. Buona giornata e ciao alla mattina del primo dell’anno quando saremo ancora qui per incamminarci al nostro lavoro. Buon 2026 a te e ai tuoi amici e compagni di lavoro e di vita!
Anche il vostro giornalista di strada, che ha cercato di trascrivere in maniera fedele questo dialogo mattutino, si unisce agli auguri della prima avventrice. Chiosando naturalmente che il messaggio di queste due lavoratrici è davvero incoraggiante e ci dice che la Storia non è oggetto di attenzione solo per gli specialisti. Sentire persone comuni che riflettono a voce alta sulla cronaca odierna, che tante angosce ci porta nel cuore e nella mente, ci dona la speranza che non tutto è presente, non tutto è natura, che il futuro ha bisogno della forza delle radici del passato, soprattutto quelle umanistiche e cristiane; che ragionare solo in termini di geopolitica e di geoeconomia, come fanno anche tanti odierni politici italiani, è pura mistificazione e non deve essere una bussola totalizzante per stare al mondo come in troppi cercano di metterci in testa. Buon 2026 anche a voi, cari lettori de L’Etruria!
Ivo Camerini