L’Etruria

Redazione

C’erano una volta i rondoni…

Affascinante chiacchierata con Bruno Nocentini, esperto ed innamorato dell’apus apus

C’erano una volta i rondoni…

“Che voli di rondini intorno!/Che gridi nell’aria serena!/La fame del povero giorno/prolunga la garrula cena./La parte, sì piccola, i nidi/nel giorno non l’ebbero intera. (. ..) Tu, Ivo, ricordi bene questi versi pascoliani dei Canti di Castelvecchio, perché vi hai fatto decine e decine  di lezioni, facendo innamorare i tuoi alunni all’osservazione del nostro cielo cortonese primaverile durante i tuoi quarant’anni di insegnamento, ma da quest’anno più volte alla sera mi son messo a guardare quel cielo sopra Cortona, che tu hai iconicamente esaltato con il titolo dato al tuo ultimo libro, ma non vedo più i miei amati rondoni. Quegli straordinari ‘apus apus’ che da secoli venivano a rendere gioiose e romantiche  le sere della nostra primavera di Valdichiana e che, come sai, da anni osservo e spesso aiuto quando gli capita di cadere a terra dai buchi degli antichi palazzi di Camucia o dalle vecchie case delle nostra campagna.”

Cosi è iniziata l’altra mattina, durante il consueto caffè mattutino, la mia conversazione con l’amico cortonese Bruno Nocentini al mio solito bar-circolo culturale camuciese dove, per una volta non si è parlato dell'ormai squalificata politica partitica , ma di ambiente e quindi di politica seria, culturalmente impegnata. Una conversazione da vero impegno civico, che riporto volentieri per i nostri lettori ed anche per girarla come consiglio  amministrativo al mio giovane amico ingegner Bernardini, che con tanto sprezzo del pericolo  ed  abnegazione personale si è fatto “cireneo” per sbrogliare la matassa elettorale del prossimo ventisei maggio, intrecciata quasi quanto un nodo gordiano.

Una conversazione, che, sotto l’attento sguardo di un altro Bruno, il Ricci, è proseguita così.

“ Come sai, sono anni che mi occupo  a livello di tutela ambientale, di accoglienza e salvaguardia dei rondoni. Di quei rondoni che una volta appunto segnavano di musica e mirabili voli geometrici il nostro cielo. Di quei rondoni che erano amici familiari delle nostre case , dei nostri sottotetti e che nelle giornate di afa estiva ripulivano il nostro cielo, la nostra aria  dai moscerini e dagli altri insetti aerei. Come sai , ma ricordalo ai lettori dell’Etruria, ogni coppia di rondoni cattura e mangia fino a ventimila insetti giornalieri. Insomma, il non vedere quest’anno rondoni riempire di garruli voli il nostro cielo mi preoccupa e vorrei sollecitare l’impegno amministrativo del prossimo sindaco anche su questo aspetto ambientale di non poco conto. Un impegno già avviato dall’ attuale sindaco Francesca Basanieri, che, due anni orsono,  mi diede ascolto e prese a cuore il problema emettendo, con l’ordinanza numero otto del marzo 2016, il divieto  di distruggere  nidi di rondini e rondoni e promulgando l’invito tassativo a  salvaguardare e incrementare lo stato dei  nidi sotto tetto facendo divieto  di chiusura dei buchi o fori sottotetto realizzati negli edifici vecchi dai tempi dei tempi. Ti sarei davvero grato se tu potessi scrivere, tu che da pensionato fai il giornalista di strada, su questa non secondaria questione per il futuro ambientale di Cortona e della Valdichiana .”

“ Grazie, amico Bruno, da una vita impegnato nella difesa dell’ambiente cortonese, per questa bella e affascinante chiacchierata sui rondoni. Grazie per questo tuo decennale impegno nella tutela delle specie animali protette e degli amati rondoni, che come sai apprezzo e amo anch’io venendo dalla società contadina. Una società che nel Novecento e anche prima ,essendo una società della fame e non certamente della dieta come quella odierna, aveva grande attenzione e rispetto per la natura e per le rondini e per gli stessi rondoni talmente ben accolti e protetti che, nelle case contadine, non mancavano mai i famosi buchi per invitarli a nidificare quando dalla lontana Africa ogni primavera tornavano da noi per regalarci anche qualche buon boccone di spiedini arrosto. Ricordo con tanta nostalgia l’attenzione e la cura annuale dei buchi sottotetto dei rondoni da parte del mio babbo Gigi e del mio zio Giannino , che ,portandoci sul fare del buio negli angusti spazi della soffitta, ci facevano ripulire il nido dei divolotti  per l’anno successivo , naturalmente  dopo che la sera prima ce ne avevano  fatto prendere uno per nido per il pranzo di San Giovanni. Un pranzo che accumunava in cucina mezzadri e  padroni in quanto proprio nella mattinata di quel giorno, come vedevamo fare  al mitico montagnino Romano amministratore dei Crocioni, il fattore passava a ritirare le famose decime sui rondoni. Son sicuro che il prossimo sindaco cortonese ti darà una mano a far si che anche geometri, ingegneri e architetti edili si facciano promotori di nuove case dotate dei tradizionali buchi per rondone. La tua battaglia per la riapertura dei buchi di rondone chiusi in questi ultimi devcenni è una battaglia di grande civiltà e anche il rondoncino, che, nella primavera 2018, caduto dal nido dello storico palazzo del centro di Camucia, salvasti da morte certa allevandolo a casa tua, te ne sarà grato anche in questa primavera 2019 quando ritornando dall’Africa troverà ancora aperto il suo nido in Cortona o dintorni.”

La nostra conversazione con Bruno Nocentini è finita qui con il consueto, amichevole “buona giornata”, ma per i lettori che volessero approfondire l’argomento e saperne di più su rondoni, rondini e balestrucci, rinvio al seguente link : https://it.wikipedia.org/wiki/Apus_apus , ma anche al link http://www.aknews.it/ma-dove-dormono-i-rondoni/ che ci svela dove dormono i rondoni.

Una notizia che, soprattutto per i giovani, sarà una vera scoperta, perché , come ben sappiamo noi “vecchietti” che una volta andavamo a scuola per studiare e non per scaldare i banchi, i rondoni dormono in volo. Scoprire come fanno sta a voi andando al link di cui sopra.Nella foto collage:un antico palazzo del centro di Camucia con i buchi di rondone e, in collage,un rondone in volo e il piccolo salvato l'anno scorso da Bruno.

Ivo Camerini