L’Etruria

Redazione

Le nuove, macchinette ficcanaso dei parcheggi a pagamento

E’ giusto chiedere il numero di targa della vettura a chi parcheggia in Cortona?

Le nuove,   macchinette ficcanaso dei parcheggi a pagamento

Nei giorni scorsi tre turisti romani hanno contattato telefonicamente L’Etruria per protestare contro la scarsa efficienza delle macchinette che sono ai nuovi parcheggi a pagamento, in quanto non danno resto e quindi bisogna presentarsi con le monetine giuste.

Inoltre , siccome abbiamo detto loro di scrivere al riguardo una lettera  all’Amministrazione comunale ( in quanto noi non potevamo dare risposte al di là dell’offerta di una solidarietà al loro disturbo subìto a causa della lontananza di quelle macchinette da negozi o bar) ci hanno posto un problema etico e da zona grigia legale su cui invece ben volentieri abbiamo detto loro che avremmo pubblicato i loro dubbi, che ci sembrano molto appropriati e interessanti da discutere pubblicamente.

Ci hanno chiesto i tre turisti romani: “ possibile che la nonna di Roma voglia sapere i fatti degli altri e attenti alla privacy personale, immagazzinando dati personali da parte di chi ha in carico le attività di controllo e catalogazione della banche dati che le macchinette inevitabilmente vanno a formare? A Roma nei parcheggi a pagamento non serve dare la targa del veicolo, ma abbiamo visto che nemmeno ad Arezzo. Perché invece a Cortona si ? Secondo noi si viola la privacy personale e ci farebbe piacere se L’Etruria, di cui siamo fedeli abbonati nella Capitale, ponesse pubblicamente il problema”.

Ne abbiamo discusso in redazione e abbiamo accolto l’invito che ci è stato fatto, consultando  un amico legale, che ci ha detto di porre questo problema all’attenzione del’opinione pubblica , perché (al di là del fatto che chi gestisce il parcheggio abbia voluto evitare il passaggio dei tagliandi da un autovettura all’altra, in caso di soste non consumate interamente, che però è una cosa irrisoria , residuale da un punto di vista economico) il problema del dare la targa investe il livello personale di un cittadino in quanto i dati sulla sosta , se associati alla targa, vanno a consegnare ad estranei le abitudini del proprietario dell’auto.

Insomma: dove uno generalmente parcheggia; dove uno  ha sostato negli ultimi mesi; per quanto tempo si è fermato in determinate aree di sosta. E si  tratta di dati che non tutti vogliono condividere. Soprattutto perché non è chiaro dove queste informazioni vengano memorizzate e chi abbia accesso al database in cui vengono registrate.

Essendo il nostro un giornale molto attento a quanto succede nelle nostre terre, riportiamo volentieri i dubbi espressi, in una cortese telefonata, da tre nostri lettori romani e passiamo la palla per una pubblica risposta a chi ne sa più di noi.

Ricordiamo però a noi e a tutti i nostri lettori che pochi anni fa ad un comune italiano, che aveva messo macchinette identiche, che chiedevano il numero di targa , lo “Sportello dei diritti” scrisse una dura lettera di protesta, che tra l’altro diceva: “al di là degli aspetti pratici che riguardano le ovvie difficoltà per gli automobilisti e le perdite di tempo necessarie alla digitazione del numero di targa del veicolo, specie per gli anziani e per chi non è proprietario del mezzo, è necessario un chiarimento immediato per far conoscere alla collettività se tutti i requisiti richiesti dal Codice della Privacy sono rispettati dal nuovo sistema adottato”.

Ivo Camerini