L’Etruria

Redazione

Meglio responsabili che ingabbiati

A due giorni dalla Fase-2, guai a pensare che siamo al “Tana,liberi tutti”. Solidarietà e pietas cristiana per gli ammalati di Covid-19.

Meglio responsabili che ingabbiati

A due giorni dalla fine del lock-down  e dall’inizio della cosiddetta Fase-2 dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia Covid-19, c’è voglia di esplosione di abbracci, di baci e di chiacchiere sociali. Niente di più sbagliato.

Come ci avvertono i medici, inizia invece il tempo di una nuova responsabilità sociale, di stare alle regole suggerite e di non sentirsi più furbi e più bravi degli altri. Mantenere le distanze di sicurezza quando si va in giro per disbrigare pratiche o in farmacia, quando si va al lavoro, quando si va a fare spesa, quando si va a passeggio,quando si potrà riandare in chiesa a pregare o ai cimiteri a portare un fiore ai nostri cari defunti: sarà fondamentale e decisivo.

In Danimarca la seconda fase è iniziata da una settimana e i danesi stanno dando un grande esempio di maturità sociale e comportamentale attenendosi al distanziamento fisico-sociale, alle regole date dall’autorità sanitarie e ad oggi quel mostro invisibile che è il Covid-19 non ha ripreso la sua azione letale dei mesi scorsi ed è ben confinato in un angolo. Portare la mascherina e rispettare le regole di sicurezza una volta usciti di casa è quindi fondamentale per ogni comunità  responsabile e degna di tale appellativo.

Come ha ben scritto nella sua pagina Fb il giovane cortonese Spartaco Mencaroni , medico di direzione ospedaliera in  Lucca,  “la soluzione per ridurre al minimo il danno,cambia a seconda del fatto che sia possibile o no sapere cosa farà l’altro, prevedendo in modo sicuro il suo ragionamento e quindi imparare a convivere con il ‘dilemma del prigioniero’.Questo è interessante e attuale. Nelle situazioni complesse, che tirano in ballo comportamenti a razionalità limitata (o comunque non certa) la scelta meno dannosa non dipende sempre dall’etica, dall’altruismo, dalla logica “buono o cattivo”, ma dalla prevedibilità delle scelte del prossimo.

A me il paradosso del prigioniero è sembrato calzante per la Fase 2. Anzitutto conviene riflettere sul fatto che siamo ancora prigionieri: e se gradualmente possiamo uscire dalle nostre case e riprendere alcune attività, l’illusione che con il Covid sia finita qui è sbagliata e pericolosa. Un semplice sguardo alle “solite” curve dei pazienti attualmente ricoverati e attualmente positivi ci fa vedere che siamo ben lontani dall’aver completato la discesa; e per quanto riguarda i casi, sembra che questa non sia ancora nemmeno veramente iniziata. (….)  Eppure è semplice. Si scelgono un set di regole uguali per tutti, da applicare dinamicamente a livello locale (a livello ad esempio provinciale) in base all'incidenza di nuovi casi, alla capacità di risposta del servizio sanitario, all'R0. Dopo di che ogni comunità sa cosa deve fare e cosa aspettarsi se le cose vanno meglio o peggio. Periodicamente si ridiscutono le regole comuni e progressivamente se ne esce tutti insieme”.

I politici hanno il compito di spiegare questa Fase-2 ai cittadini “con chiarezza, senza arroganza, senza forzature e strumentalizzazioni". Ma soprattutto sta a noi, forse, "imparare ad essere comunità prima di tutto”.

Ecco il punto dolente: siamo comunità? Due mesi di ingabbiamento necessario in casa ci hanno insegnato ad essere comunità? Oppure , come recita un altro post su Fb, siamo al vecchio refrain : gli onesti saranno ancora onesti,i delinquenti saranno ancora delinquenti,  i furbi saranno ancora furbi e i bischeri ancora bischeri? A presto la risposta, perché davvero stavolta l’invisibile mostro pandemico, anche se fosse un virus uscito da un laboratorio di irresponsabili cinesi, come sostiene il presidente americano Trump, non guarda in faccia a nessuno e si serve di un semplice starnuto o colpo di tosse per colpire.

Proprio per questa sua natura di sparare a casaccio sulla gente chiediamo a tutti i politici di avere rispetto e solidarietà verso gli ammalati di Covid-19, di non discriminarli, di non scatenare vergognose cacce  agli untori, di non farli vergognare della loro malattia o di farli sentire pericolosi delinquenti, perché, come dimostra il caso del premier inglese, questo virus può colpire anche gli arroganti del potere.

Insomma, come mostra la foto di corredo, ripassiamo anche le regole imposte durante i due lunghi , faticosi, stressanti mesi di lockdown, studiamo e applichiamo alla lettera le nuove in arrivo e rimettiamoci pure alla Divina Provvidenza, come diceva il Manzoni nel suo romanzo ottocentesco che racconta la peste milanese del 1630, ma per noi cortonesi, come ripetiamo su questo giornale dal 22 febbraio, non dimentichiamoci di stare al riparo del prezioso mantello della nostra Santa Margherita ,che, ad oggi, è stata davvero protettrice di Cortona e di tutti gli abitanti della Valdichiana.

Prima di uscire di casa alla mattina, come ha detto Papa Francesco stamani in Santa Marta, alziamoci presto per pregare il Signore, la Madonna e i nostri Santi. Senz’altro ci aiuteranno a curare la nostra anima e a divenire comunità fraterna e cristiana.

Ivo Camerini