L’Etruria

Redazione

Caro Pierre, ci manca la tua Cisl!

A Viepri, in Umbria, cinque leader sindacali cislini degli anni d’oro dell’unità sindacale si ritrovano per un amarcord che guarda al difficile presente e annunciano la loro volontà di partecipare al voto dell’8 e 9 giugno

Caro Pierre, ci manca la tua Cisl!

Un interessante, simpatico e coraggioso amarcod quello tenutosi nei giorni scorsi a Viepri , in Umbria, da parte di cinque leaders sindacali cislini per festeggiare i loro sessant’anni di militanza e dirigenza sindacale nella terra di San Francesco, di Aldo Capitini, di Roberto Romei, di Roberto Pomini, di Luciano Lama, di don Gelmini,di Luisa Spagnoli, di Brunello Cucinelli e del gran lombardo Pierre Carniti, che qui, nel 2018, scelse di far riposare le sue spoglie terrene.

In particolare proprio all’azione e alla teoria sindacale di Pierre Carniti sono andati i ricordi del loro passato e le analisi sul presente delle fraterne discussioni che hanno animato quest’incontro di memoria attiva da parte di cinque personaggi di primaria grandezza del secondo novecento umbro e dei primi due decenni di questo tormentato ventunesimo secolo, che ferisce profondamente gli uomini e le donne delle terre umbre, da sempre coltivate a democrazia,a  pace, a solidarietà, a diritti umani ed a unità sindacale dei lavoratori.

Chi sono i “ cinque dell’Ave Maria sindacale umbra “ , che si sono ritrovati a Viepri per festeggiare insieme sessant’anni di sindacato cislino confederale e unitario nella verde Umbria? 

Ecco i loro nomi con le rispettive funzioni sindacali ricoperte negli anni: Bruschi Pier Luigi, che è stato segretario della Cisl dell'alta valle del Tevere prima e segretario regionale poi; Claudio Ricciarelli, che è stato segretario Cisl di Perugia prima e componente di segreteria regionale poi; Chiappini Faliero, che è stato segretario Cisl di Terni prima e componente di segreteria regionale poi; Giovanni Ciani, che è stato segretario Cisl di Foligno prima e componente di segretaria regionale poi; Ennio Camilli, dirigente dei chimici Cisl umbri, avendo cura di quello che è stato il grande polo chimico di Terni.

A differenza dei quattro vendicatori del noto film della fortunata coppia Bud Spencer e Terence Hill, i cinque cislini, ormai dai capelli bianchi e bandiera della Fnp-Cisl umbra, non hanno vendette, scazzottate da fare o malloppi di dollari ed oro da dilapidare in risse da saloon, ma lo sfizio di rivendicare il loro dinamico passato e di dire la propria sul difficilissimo presente del mondo del lavoro se lo sono tolto con grande soddisfazione personale, come mostra la foto scattata al termine della loro riunione e fortunosamente arrivata al nostro giornale e qui pubblicata.

Giornale che molto volentieri dà la notizia di questo incontro semiclandestino dove i cinque ex-dirigenti cislini hanno esternato tutto il loro “rammarico per la mancata unità dei sindacati per la quale ha combattuto, purtroppo senza risultati, Pierre Carniti” e, se l’informazione trapelata è giusta, annunciato che l’8 e il 9 giugno parteciperanno al voto refendario, esprimendo liberamente nell’urna le loro decisioni di voto.

Nel congratularmi con questi cinque cislini doc dell’Umbria, personalmente, avendo fatto parte anch’io della segreteria regionale della Cisl nei lontani anni 1990, mi associo volentieri alle loro memorie  e,soprattutto, alle loro analisi sull’oggi, ricordando comunque che  in quel mio breve quadriennio umbro qualcosina di buono lo seminai anch’io se ancor oggi essi hanno il piacere della mia amicizia e del ricordo di lavoro formativo sindacale che allora svolsi. Un lavoro di cui vado ancora fiero e che ha contribuito senz’altro a far crescere e motivare tanti giovani delegati di Rsu di allora e soprattutto due delegati di categoria di quegli anni che poi sono diventati segretari generali di Usr-Cisl: l’attuale Angelo Manzotti e il suo predecessore Ulderico Sbarra.

Ad maiora!, cari amici umbri, ricordando, come ci diceva il nostro caro amico Pierre, che “ semel sindacalista, semper sindacalista”, perché  “ semel abbas , semper abbas”; e soprattutto “ senza il sole dell’unità sindacale confederale, non torna il sole sul mondo del lavoro”. Ed inoltre: “la vera amicizia non presuppone affatto la condivisione acritica di tutti i giudizi, di tutte le rispettive opinioni (…)la vulgata popolare ci dice che  la vecchiaia porta saggezza. Personalmente resto invece convinto che non è vero che quanto più si invecchia tanto più si diventa saggi. Semplicemente si è meno ascoltati. Del resto lo si osserva anche nel rapporto tra le generazioni. Non fosse altro perché assai spesso i vecchi si ripetono ed i giovani non ascoltano. Risultato: la noia è reciproca(…) ma guai se la noia prende casa nel sindacato e nel mondo del lavoro (...) si potrebbe affermare la già nota e vecchia canzone del 1922 che  anche in Italia si può fare a meno della mediazione delle grandi organizzazioni del lavoro e della contrattazione (…) il valore dei rapporti sociali comunitari tra individuo ed individuo non deve mai venire meno (…) ciascuno vale solo in quanto parte del tutto. Già nei primi anni del  1600, diceva infatti il poeta inglese John Donne: ‘Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo di continente, una parte del tutto. (…) E dunque non chiedere mai per chi suona la campana. Suona per te’. Ai versi di Donne voglio aggiungere due righe di commento contenute nel bel libro (“Il futuro è nel nostro passato”) in cui, proseguendo sulle orme degli “Adagia” di Erasmo, la nostra amica Fiorella Casucci Camerini interpreta frammenti di saggezza greca e latina per auspicare un nuovo umanesimo. Queste le sue parole: ‘E oggi in questi nuovi tempi di individualismo sfrenato, di odio, di violenza, del sonno della ragione, in cui il suono della campana per ciascuno di noi è sommerso da un frastuono assordante, è essenziale recuperare il senso di solidarietà, di fraternità e di unione, pena la dissoluzione della comunità ’ ”.

Ecco, cari amici cislini, se soltanto riusciamo a mantenere vive queste riflessioni di Pierre Carniti e con queste rimpatriate a diffonderle tra coloro che oggi tendono le vele della nave sindacale che solca i mari procellosi dell’attuale presente, anche i diversamente giovani come voi, come noi, possono portare il loro prezioso contributo per far tornare pace, solidarietà e democrazia vera nell’ amata Europa, nel mondo e nella nostra Italia, che appare nuovamente “nave sanza nocchiero in gran tempesta”.

Ivo Camerini