L’Etruria

Redazione

Un babbo, un nonno, " un uomo dai principi nobili e con un grande cuore"

Il testo integrale del discorso tenuto dalla figlia Lucia nella commemorazione del padre Enzo Moretti svoltasi sabato 11 luglio a Borgo Ossaia

Un babbo, un nonno, " un uomo dai principi nobili e con un grande cuore"

Ieri sera ho cercato di immaginarmi cosa potesse piacere al mio babbo che noi dicessimo per il suo funerale…molto probabilmente avrebbe ironizzato su questo mio desiderio.

Quindi non è facile trovare le parole adatte sia per esprimere quello che abbiamo provato, sia per ricordare una persona con un carattere complesso come il suo.

Sono stati dei mesi molto difficili per tante persone e il mio babbo se ne è andato esattamente in una maniera tanto improvvisa quanto scioccante e traumatica per tutte le persone che gli volevano bene.

Il nostro babbo era un padre particolare, aveva dei pregi e dei difetti, come tutti.

Ma di lui oggi voglio ricordare le cose belle che ha fatto per tanti di noi e soprattutto per la mia famiglia. Un uomo di cui non mi ricordo il nome dice che una famiglia armoniosa è alla base di una società pacifica e lui ha dedicato la vita a questo, non tradendo mai i suoi ideali di uomo appassionato, controcorrente, creativo e giusto.

Avevo un rapporto complicato con lui, tante sono state le volte che ci ho litigato, ma lui ha dedicato la vita a questo, per questo per me, per noi, rimarrà per sempre un uomo dai principi nobili e con un grande cuore.

Era un uomo dallo spirito giovane, eternamente attivo nella comunità e disposto a dare una mano a chi era in difficoltà.

Ci arrabbiavamo spesso perché lasciava le chiavi di notte in macchina, una panda, un vero scassone, e lui rispondeva che, se qualcuno l’avesse rubata, allora voleva dire che ne aveva veramente bisogno e quindi era giusto lasciargliela. Diffidava dell’ipocrisia e del buonismo, delle buone maniere e delle convenzioni.

Si è anche adattato a tutto questo, come tutti, ma non ha mai abbandonato nel profondo la sua natura vitale che lo renderà vivo nelle nostre vite e nel nostro futuro.

Di lui mi va di ricordare la sua passione per la musica, il vedere il lato positivo delle cose, la sua forza, la sua tenacia, la sua gioia di vivere.

Nei momenti più difficili trovava le parole incoraggianti per gli altri; forse ha pensato troppo poco a sé stesso. Ma forse era proprio in questo darsi agli altri che trovava sé stesso. Chissà.

Mi mancherà la sua presenza fisica, il rapporto che aveva con Viola, sua nipote, quando andava nell’orto e ritornava con quei vestiti tutti sporchi, quando suonava la batteria.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per noi quattro, avrebbe preso un aereo per andare a New York, a Venezia, a Bologna o a Roma se sapeva che una di noi quattro aveva bisogno del suo aiuto.

Amava mia madre, nonostante le tante difficoltà che ogni coppia si trova ad affrontare dopo tanti anni di convivenza.

Ci ha dato tanto amore, nel suo modo assurdo di chiudersi nelle sue emozioni, ha fatto azioni piene di amore per noi.

E io lo voglio ricordare nella mia infanzia, nelle nostre infanzie, quando ci abbracciava, quando ci portava a giocare al parterre, quando ci aiutava se avevamo bisogno, quando ci rassicurava, voglio ricordarlo tutte le volte che ci ha esortate ad essere noi stesse, nonostante l’esterno, a seguire i nostri sogni, voglio ricordarlo nel suo modo di amarci in maniera uguale, stando attento a chi di noi aveva più bisogno.

Lucia Moretti