L’Etruria

Redazione

Intervista a Francesco Santeramo, storica colonna degli sbandieratori

I protagonisti del Gruppo Storico della Città di Cortona

Intervista a Francesco Santeramo, storica colonna degli sbandieratori

In attesa del Trentennale del Gruppo Storico, che sarà nel 2024, conosciamo più da vicino i principali protagonisti, che ne fanno parte.Dopo l’intervista di Giugno 2022 a Loris Ercolani, chiarina del GS, questa volta abbiamo incontrato Francesco Santeramo, storico sbandieratore e singolista del GS.

 

Da quanti anni sei entrato a far parte del GS?

Sono entrato nel Gruppo Storico nel 1998: quest’anno saranno 25 anni dalla mia prima Giostra. Ho iniziato come tamburino, poiché era un passaggio naturale ai tempi se come me eri un tamburino degli Araldi di Santa Margherita: infatti alla fine della terza media inferiore potevi infatti passare ai tamburini del Gruppo Storico. Inoltre, quando entrai nel Gruppo, gli sbandieratori non utilizzavano ancora le bandiere corte, le esibizioni venivano svolte utilizzando solamente le bandiere lunghe (in uso tuttora durante la Giostra) e non era possibile per ragazzi/e non maggiorenni prendervi parte. Le bandiere corte vennero introdotte solamente nei primi anni 2000, aprendo così la possibilità anche a giovani ragazzi e ragazze di entrare a far parte degli sbandieratori. Nel mio caso fu amore a prima vista: andai a provare una volta, al piazzale di Santa Margherita (era lì che si svolgevano gli allenamenti degli sbandieratori, all’epoca separati da quelli dei tamburini) e da allora non ho più smesso. Dopo la Giostra del 2001 passai agli sbandieratori. Eravamo circa quindici. Grazie all’introduzione delle bandiere corte avvenne quello che è stato sicuramente il primo importante passo nella crescita del nostro Gruppo Storico: entrarono molti nuovi ragazzi e ragazze e iniziammo ad allenarci alla palestra comunale (ndr quella oggi intitolata a Filippo Carini). Qualche anno dopo anche i tamburini spostarono i loro allenamenti alla palestra comunale e questo contribuì a far diventare negli anni successivi il Gruppo Storico quello che è oggi: un’unica entità, le cui varie componenti si allenano sempre insieme e si esibiscono all’unisono in piazza, con decine di musiche ed esibizioni diverse.

Cosa rappresenta per te il GS?

Il GS rappresenta l’appartenenza alla mia Città. E’ un modo bellissimo per dimostrare il mio legame con essa, portando il Suo nome e il Suo stemma in giro per il mondo, rendendole lustro. Questo GS fa parte della mia Città e io faccio parte del GS. Abbandonare il GS per me è impensabile.

Quali sono le sensazioni di chi come te è da tantissimi anni dentro al GS?

È incredibile come dopo tanti anni, la passione che mi lega al Gruppo sia sempre la stessa, così come le emozioni che provo ogni volta che scendiamo in piazza per esibirci davanti a tanta gente che viene a vederci. Ogni volta è come la prima volta: il cuore batte forte e la salivazione si azzera, ma il compenso è enorme. Questo alla fine è il segreto per tutti questi anni di attività: la passione per quello che faccio e le emozioni che questa attività mi regala ogni volta.

Ormai il tuo Singolo rappresenta il cuore delle esibizioni degli sbandieratori: svelaci alcuni segreti.

Innanzitutto tanto, tantissimo allenamento. Fino a quando ogni movimento non è completamente assimilato, non mi fermo. Devo avere il controllo perfetto di ogni movimento: ogni gesto deve diventare un’azione talmente naturale che non devo pensare a come farla, deve essere istintivo. In questo modo durante l’esibizione mi posso concentrare sugli altri aspetti che invece variano ogni volta, come ad esempio la presenza di vento da dover gestire o la superficie della piazza irregolare a cui prestare attenzione per non perdere l’equilibrio durante i movimenti più tecnici e difficili. Un altro aspetto importante è la continua ricerca della perfetta armonia tra i vari movimenti. La sequenza è studiata nel dettaglio affinché l’esibizione sia spettacolare e i cambi di velocità diano enfasi a parti specifiche. Niente è lasciato al caso durante l’esibizione del Singolo: c’è molto lavoro dietro, non è mai improvvisazione!

Cosa è cambiato negli ultimi anni all’interno del GS dal tuo punto di vista?

Sicuramente l’organizzazione. Con gli anni il Gruppo si è strutturato sempre più nel dettaglio, migliorando il coordinamento interno dei vari reparti (sbandieratori, tamburini e chiarine) e anche quello collettivo a livello di Gruppo. Abbiamo iniziato ad essere da qualche anno un vero gruppo unito. Adesso tutto il Gruppo si allena e lavora insieme per la preparazione delle esibizioni. Questo ha prodotto un salto di qualità notevole dei nostri spettacoli rispetto al passato. Inoltre, con il coinvolgimento di molti nella gestione complessiva del GS, parallelamente alle attività principali (come allenamenti ed esibizioni), riusciamo a controllare ottimamente anche la manutenzione delle attrezzature, l’assegnazione e riparazione dei vestiti, persino la nostra presenza sui social network. Quando il numero si allarga, la passione è fondamentale, ma da sola non basta: serve organizzazione. Se ci si coordina bene, si riesce a crescere non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente.

Cosa ti spinge a continuare a rappresentare la Città di Cortona in giro per l’Italia e all’estero?

Il forte spirito di appartenenza alla mia città e la voglia di portare per il mondo con orgoglio il suo nome. È la mia casa, la mia città. Io sono orgoglioso di vivere qui e portare il suo stemma sul petto ogni volta che mi esibisco per me è sempre fonte di grande emozione.

Quali emozioni provi ad entrare in piazza a Cortona il giorno dell’Archidado e esibirsi nel Singolo dopo tanti anni?Dopo tanti anni, ancora mi emoziono come la prima volta a scendere in piazza nella mia Città. Per me nessuna uscita è come la Giostra: sono da un lato in ansia ed emozionato per l’esibizione che sto per fare, dall’altro mi sento carico e concentrato per dare il massimo. La parte più bella è dopo la fine dello spettacolo, perché è un’esplosione di gioia pura, che gratifica tutti i sacrifici fatti sia miei che di tutto il gruppo. L’emozione, che provo ogni anno, mi dà lo stimolo di continuare con questa bellissima attività. Non vorrei mai smettere di provarla!

Nel 2024 verrà festeggiato il 30esimo anniversario della Giostra dell’Archidado e si può dire che tu fai parte della storia prima dei tamburini e poi degli sbandieratori. Quali sono le uscite più belle che ti tornano in mente e quali sono i momenti più belli che ti uniscono al gruppo?

Tra tutte le uscite, sicuramente la più bella che ricordo è quella del 2016 in Portogallo a Castro Marim: una cittadina con un bellissimo castello medievale che nella settimana di festa si trasforma interamente in Città medievale. Tutti i cittadini indossano abiti dell’epoca e partecipano attivamente alle rievocazioni storiche, i cartelli stradali vengono coperti, le insegne dei negozi vengono sostituite con quelle che avrebbero avuto nel Medioevo; ci sono artigiani, banchi di cibo, musica e spettacoli in ogni angolo. È stata un’uscita bellissima per l’evento a cui prendevamo parte, per il luogo meraviglioso in cui si svolgeva e molto toccante dal punto di vista delle emozioni che abbiamo provato. Eravamo l’unico Gruppo Storico di Sbandieratori invitato. Solo noi e un altro gruppo di rievocazione venivamo dall’Italia. In quella occasione abbiamo sentito il dovere di dare il massimo per dimostrare a tutti il valore del Gruppo Storico di Cortona. E’ stato un orgoglio portare i colori e lo stemma della nostra Città all’estero, davanti a così tante persone. 

L’altro evento che sicuramente non potrò mai dimenticare, è stata la Giostra di questo 2022, che potrei definire la Giostra delle emozioni: la prima dopo 3 anni dall’ultima. La pandemia aveva inevitabilmente minato la nostra associazione e l’animo delle persone che la compongono. C’erano grossi dubbi sulla effettiva riuscita della ripartenza e della partecipazione. Noi abbiamo dato tutto quello che avevamo per arrivare pronti a questo evento e per far sì che tutto andasse per il meglio. Non solo ci siamo riusciti, ma è stata probabilmente la più bella Giostra mai fatta, quella delle emozioni intense, quella della grande gioia alla fine, quella della rinascita del nostro Gruppo. Questa estate sono entrati più di 20 nuovi ragazzi nel GS, che fanno 30 in totale nel 2022: questo è stato sicuramente un effetto della Giostra. La nostra passione ha coinvolto davvero tutti, anche chi era venuto a vederci esibire.

La tua esperienza ha una valenza eccezionale per le nuove generazioni che stanno entrando o si affacciano ad entrare all’interno del GS. Dentro al GS ormai hai degli amici con i quali sei cresciuto: che tipo di legame si è instaurato con loro e con i ragazzi più piccoli come riesci a legare?

Con i ragazzi più grandi ormai si è creato un rapporto di amicizia molto forte, grazie ai tanti anni che ci conosciamo e a questa passione che condividiamo e che ci unisce anche fuori. La nostra amicizia costituisce un elemento di solidità per tutto il Gruppo e per la sua vita. Con i ragazzi più nuovi ovviamente il rapporto non può che essere diverso, vista la grande differenza di età. Per loro vorrei essere un esempio, cercando di trasmettere la passione che ho per quello che facciamo e far sì che la possano portare avanti loro un giorno, come io farò finché potrò. Comunque spero di poter rimanere a dare il mio contributo a questo Gruppo anche da dietro le quinte il più a lungo possibile.

Ogni anno apporti qualche modifica e novità alla tua esibizione, hai qualche anticipazione a riguardo?

Cerco ogni anno di migliorare e pulire le imperfezioni, andando nel dettaglio, per rendere ogni movimento sempre più vicino alla perfezione. Non posso svelare troppo sull’esibizione della prossima Giostra del 2024: sarà una sorpresa. Posso dire che introdurrò delle novità particolari, in quanto quest’anno sarà il mio 25esimo anno di attività e vorrei che la mia esibizione fosse un bellissimo riassunto di tutti questi anni trascorsi in quella piazza!

Durante questa intensa intervista con Francesco (che anche per me, in quanto ex-sbandieratrice, è stato un mentore della bandiera), ho ritrovato tutto quello che mi è stato trasmesso, verbalmente e non, durante le serata passate a provare e ad imparare i saggi con le bandiere. La passione, che emerge da queste parole, è la stessa tangibile durante tutti eventi che riguardano il GS.

Le interviste ai protagonisiti del Gruppo Storico continueranno nei prossimi mesi, per cercare di dare nome e cognome a chi da anni milita e si impegna nel GS e per cercare di gettare luce su ciò che succede nel “dietro le quinte” della nostra interessante rievocazione storica, che è l’Archidado.

Chiara Camerini

Le foto utilizzate per questo articolo sono di Mattia Vagnetti.

L'intervista è anche sul n.4 de L'Etruria cartacea, che è acquistabile in edicola fino al 14 marzo 2023.