L’Etruria

Redazione |

Rocco Papaleo e Fausto Paravidino In “Peachum-Un’Opera da Tre Soldi”

Rocco Papaleo e Fausto Paravidino In “Peachum-Un’Opera da Tre Soldi”

Al Teatro Signorelli, a fine spettacolo, si spenge in sala l’ultimo battito di mani.

Il Pubblico per un attimo rimane attonito ma non perché non sia piaciuto lo spettacolo, solo riprende fiato perché la recita è stata intensa.

“Peachum-Un’Opera da Tre Soldi” scritta e diretta dal drammaturgo, regista e attore Fausto Paravidino è interpretata anche da un bravissimo Rocco Papaleo e da tutta una compagnia di eccezionali giovani attori.

Si tratta di una profonda rilettura del capolavoro di Bertold Brecth che è stata egregiamente rivisitata da Paravidino con un testo talmente attuale, da risultare analogo a un approfondimento di un telegiornale di oggi.

Gli spettatori hanno sentito sulla propria pelle ogni circostanza presentata sul palco e compreso anche le più sottili sfumature nascoste dietro ogni battuta.

Un oceano di tematiche proprie del mondo di oggi.

Nell’opera sono presenti molti temi: la paura della miseria, la paura di amare, l’ossessione per il denaro, le imposizioni di un Padre Padrone nei confronti della propria figlia femmina, il matrimonio combinato, le strategie che un imprenditore di successo adopera sfruttando il mancato inserimento nella società dell’uomo immigrato, la corruzione della politica e la collusione con la criminalità, insomma i “soliti” titoli di apertura dei tg.

Un Mondo popolato di Drammi.

Il Sentimento che si prova in sala è pari al peso della grande Responsabilità che in parte grava sulle nostre spalle, il grado del nostro Stato Civile della nostra Società Siamo Noi a produrlo.

Dunque l’Opera ha trasmesso sentimenti sconvolgenti, spesso anche scontati ma che preferiamo non leggere.

Tante, tante verità, anche banali espresse, ma tanto, tanto scomode.

Bravo, Sincero e Coraggioso Paravidino, una rappresentazione difficile per lui che l’ha composta e per chi la deve accettare: Sempre NOI!

E’ un testo che non ti permette di rifugiarti in facili e comode interpretazioni, di fuggire dalla realtà e, la sacrosanta verità risiede nella fotografia di quello che accade oggi sia nei quartieri eleganti che nelle trascurate periferie delle città.

Il Dubbio non è Ammesso e qualsiasi eventuale critica deve fare i conti con i nostri sensi di colpa.

La pigrizia civile insieme alla svogliatezza sono gli stratagemmi che usa il malaffare per perseguire i loschi affari.

La commedia di Paravidino la definirei il nostro Grillo Parlante.

Tanti propositi, tanti proponimenti, tanti annunci nei Funerali Solenni sono stati fatti, ma rimaniamo sempre fermi.

È proprio questo il peso della responsabilità che ha scosso la platea.

Ho appreso su internet una dichiarazione di Fausto Paravidino sul tragico G8 di Genova di vent’anni fa dove si domanda: …”Cosa dobbiamo dirci? Non m’interessa più la ricostruzione di come sono andate le cose, credo che quello che si poteva fare in quella direzione sia stato fatto, né naturalmente allestire un teatro alla Memoria, mi interessa piuttosto guardare ai venti anni successivi, guardare il dopo Genova. E mi interesserebbe non guardare gli strascichi che quel tragico G8 ha avuto, ma quelli che non ha avuto: il modo  in cui il mondo non è cambiato .. un mondo diverso è possibile ma non lo fu. Quale mondo si è realizzato invece ?...”

Tornando allo spettacolo la composizione aggrega una compagnia di attori maturi, tutti impegnati grazie all’escamotage delle maschere di scena, in molteplici personaggi. Bravi Bravissimi.

E’ uno spettacolo complesso ma non contorto perché il nostro mondo occidentale è corrotto e accomodante, disonesto e crudele, cinico e infedele.

Non tutti per fortuna si fregiano di “tali qualità” e allora come riconoscere quelli buoni?

Saranno le persone che assimileranno il messaggio di Fausto Paravidino senza agitarsi e senza scandalizzarsi, ma mettendosi semplicemente in discussione con un Mea Maxima Culpa.

Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®