L’Etruria

Redazione

Turismo e Cultura 2020, il punto di vista di Cortona Civica

Turismo e Cultura 2020, il punto di vista di Cortona Civica

In questo periodo di crisi sanitaria mondiale, Cortona rischia di pagare più di altri un tributo sul piano sociale, economico e culturale. Ci aspettano mesi bui, dove essere ottimisti è sempre più difficile. I vari decreti ministeriali non aiutano di certo nella programmazione dell'oggi, figuriamoci del domani. Ancora non è chiaro quali siano i criteri per poter fare concerti, mostre, eventi in genere, e questo non di certo per colpa dell'Amministrazione.
Cortona, città che vive di turismo internazionale da anni, rischia d'essere svilita per necessità e purtroppo per strategia ad « accattone » che chiede l'elemosina al turista di corto o cortissimo raggio. L'idea di puntare sul turismo locale, è forse l'unica strada percorribile nell'immediato, ce ne rendiamo conto, ma non è certo la strada da perseguire per il futuro. Ci siamo abituati oramai a programmare tutto di 15 giorni in 15 giorni. Ci stiamo abituando a navigare a vista. Questo è diventato oramai un modus operandi. Cortona, deve fare un progetto nel lungo e medio periodo. Deve farlo con i fatti, non solo nelle intenzioni !

Non ci sarà la tassa di soggiorno e forse non ci saranno nemmeno i turisti.

Nonostante tutto, noi ci chiediamo: qual'è lo scopo di fare Cultura a Cortona? Intrattenere i turisti? Se non ci saranno i turisti non faremo nulla ?

La Cultura si è fatta anche prima della tassa di soggiorno, istituita circa 10 anni fa. Abbiamo l'obbligo morale, politico e sociale di restituire qualcosa a Cortona e ai sui cittadini. La Cultura non si fa per intrattenere dei villeggianti, non si fa per portare gente in centro, la Cultura si fa per dare un senso alla nostra comunità !
L'attività culturale va separata dall'intrattenimento turistico fine a se stesso. Il prossimo autunno e inverno vanno programmati ora, nonostante la stagione estiva sia oramai seriamente compromessa e nonostante le regole a salvaguardia della salute consentano spazi di monovra ridotti se non ridottissimi.

Suggeriamo all'Amministrazione di coinvolgere le menti migliori del territorio, le Associazioni che da anni contribuiscono al tessuto culturale di questa città, gli imprenditori, quelli seri, quelli che non vedono Cortona come un pollo da spennare. Se non si hanno idee non ci si può rivolgere a chiunque. Consigliamo di coinvolgere professionisti seri, non i « soliti ignoti » che gravitano attorno all'Amministrazione, gente che non ha nè arte nè parte in questo campo e che rischia d'essere solo cattiva consigliera.

Non ci saranno molte risorse, ne siamo consapevoli, ma crediamo che coinvolgendo musicisti, artisti e attori di valore, si possa fare Cultura anche spendendo poco. Si possono fare reading, mostre e piccoli concerti all'aperto a dimensione di questa Città e in totale sicurezza. Gli infiniti spazi che la città offre, dal Parterre, il cui auditorium può essere finalmente ristrutturato con un investimento minimo, le piccole e piccolissime piazze, da Piazza della Seta, al Chiostro di Palazzo Casali, a San Nicolò, alla Fortezza, tutti luoghi facili da gestire e da contingentare, tutti luoghi che possono essere « teatro » ideale per attività concertistica, cinematografica ed espositiva.

Ci auguriamo davvero che il Coronavirus, con le scarse risorse a disposizione, non diventi un facile alibi per non far nulla o peggio uno strumento di propaganda politica. L'offerta non può essere quella delle serate dedicate agli artisti locali ascoltati durante l'ultimo Mix Festival. Non può essere quella mostrata durante il Natale, dove si son visti centurioni e lebbrosi nel centro storico. L'estetica non può essere quella della neve sintentica spruzzata in Piazza. Cortona merita altro!

Ci auguriamo inoltre che l'idea di concedere spazio pubblico « a gratis » ai ristoratori, non sia l'ennesima speculazione sulla città. Questa città non ne ha davvero bisogno.

Cortona è una città di respiro internazionale, apprezzata nel mondo, non è un villaggio vacanze condannato a soffocare nel proprio provincialismo localistico.