L’Etruria

Redazione

A San Marco in Villa festeggiato il Santo Patrono

Come da tradizione , con una santa messa solenne e con un convivio di fraternità parrocchiale

A San Marco in Villa festeggiato il Santo Patrono

Come da tradizione, anche in questo 2024, la Parrocchia di San Marco in Villa ha festeggiato il suo Santo Patrono con una bella mattina di fede all’antica e con tanta speranza di tornare presto a poter rientrare nell’antica, storica chiesa che si trova a due passi da Camucia e che da sempre è stata il fulcro vitale di una comunità cristiana ieri contadina ed oggi borgo agrituristico e residenziale di grande importanza. Come si vede dalla foto collage qui pubblicata la Santa Messa è stata celebrata nel piazzale antistante la Chiesa dal parroco don Aldo Manzetti, che all’omelia ha invitato tutti a portare a termine la raccolta dei fondi per rimettere a posto e in agibilità questo antichissimo luogo di preghiera cristiana e di devozione a San Marco.

Sull’importanza e sulla storia di questa chiesa abbiamo chiesto un breve racconto al giovane professore Marco Mencaroni, molto legato alla vita parrocchiale e che, con molta cortesia e scienza storica, ci ha inviato questa nota che volentieri, qui di seguito, pubblichiamo integralmente.

Della chiesa parrocchiale di San Marco Evangelista in Villa – ci ha scritto Marco Mencaroni-, si parla per la prima volta nella visita pastorale del 1337, effettuata dal primo vescovo di Cortona mons. Ranieri Ubertini sebbene probabilmente esistesse anche prima. Durante una successiva visita pastorale del 1583, effettuata da mons. Costantino Veltroni, la chiesa viene descritta come non intonacata, né imbiancata, né pavimentata, tanto che il prelato intimò di eseguire tali rifiniture proibendo la tumulazione delle salme sotto il pavimento. Nella stessa occasione fu deciso di avviare la costruzione di un cimitero adiacente la chiesa che è rimasto utilizzato sino alla fine del XIX sec. La piccola chiesa doveva essere diversa da come si presenta attualmente; se non altro il soffitto doveva essere più basso in quanto i restauri del 1976 hanno portato alla luce una finestra a fianco dell’altare maggiore, all’altezza di 3 m. dal pavimento. C’erano alcuni altari, i cui basamenti furono rinvenuti durante la nuova pavimentazione del presbiterio negli anni ’70 del Novecento. Le modifiche più importanti furono comunque eseguite in epoca neoclassica grazie ad alcuni sacerdoti che molto si adoperarono per modificare l’area presbiteriale e abbellire la chiesa con nuovi altari e finestre nelle pareti esterne. Dei loro nomi abbiamo qualche memoria nelle incisioni delle due porte a fianco dell’altare maggiore e nella campana grossa del 1741. Gli altri parroci che ressero poi la chiesa di San Marco in Villa conservarono egregiamente l’ambiente e se ne presero cura, senza però effettuare interventi o restauri significativi.

Un’altra data importante della storia della nostra chiesa fu quella del 17 giugno 1928 quando l’allora vescovo mons. Riccardo Carlesi consacrò l’altare e la chiesa dopo i restauri effettuati nel 1927. A ricordo di quel giorno fu collocata una lapide ai piedi dell’altare che venne poi rimossa negli anni ‘60 durante i lavori di restauro e custodita nella sagrestia. Recentemente, in occasione della solennità della dedicazione della Chiesa, con una breve cerimonia si è provveduto a riposizionare l’epigrafe nella parete destra dell’edificio. Altro elemento significativo per questa chiesa è la presenza di importanti affreschi risalenti al XIV secolo, scoperti dal compianto don Dino Zacchei durante i lavori di ordinaria manutenzione dell'edificio intorno agli anni 1970. Di don Dino, ultimo sacerdote qui residente, è sempre vivo e attuale il suo ricordo e la sua memoria perché per 56 anni ha retto questa parrocchia,dal 1948 fino al 2004. Da allora il servizio liturgico è stato affidato al parroco di Camucia e al suo vicario. Ricordo con piacere il caro Don Benito Chiarabolli, scomparso recentemente, che ha servito questa parrocchia per più di dieci anni fino al 2018, anno del suo trasferimento a Pergo.

Recentemente la parrocchia è stata posta in unità pastorale con quella di “Cristo Re” in Camucia e con il Santuario della “Madonna delle Grazie” al Calcinaio. Non posso non aggiungere che questa di San Marco è fra le unità pastorali più vaste ed attive della zona ed ancora in questi piccoli paesi si può osservare un discreto livello di partecipazione alle varie funzioni religiose che vi si svolgono. Certamente si tratta di una fede radicata nella tradizione e ravvivata di volta in volta dalle occasioni dell’anno liturgico. Ciò che dà prestigio e importanza alla chiesa è la particolare festa di San Marco Evangelista, patrono del paese e anche della città di Cortona, unitamente a Santa Margherita. Ogni anno il 25 aprile, numerosi fedeli provenienti da tutta la vallata cortonese e non solo, partecipano alle liturgie che si svolgono in questa piccola chiesa di campagna. Quest’anno, purtroppo, per un serio problema alla copertura e per scarsità di fondi per restaurare l'edificio, la Chiesa è stata chiusa a metà novembre, per questo la festa si è svolta in forma ridotta solamente all'esterno dell'edificio. Il nostro territorio,ricco di arte, storia e spiritualità offre numerose testimonianze di epoche passate e contribuisce a mantenere vivo nei residenti un sano e fiero attaccamento alle proprie tradizioni che chiedono di fare ogni sforzo per poter riaprire al più presto la nostra chiesa”.

Nel ringraziare il professor Marco Mencaroni per questa sua interessante nota, non possiamo fare a meno di riportare anche la notizia che i partecipanti alla festa, prima di tornare alle proprie abitazioni, si sono intrattenuti nel giardino della chiesa per un momento di fraterno convivio a base di cucina contadina di una volta.

Ivo Camerini