L’Etruria

Redazione

In ricordo di Dino Lazzeri

In ricordo di Dino Lazzeri

Il 28 luglio 2022 Dino Lazzeri è stato chiamato alla Casa del Padre . Non ho conosciuto personalmente Dino, ma ne ho sempre sentito parlare come di un agricoltore innamorato di madre terra e di un imprenditore dedito all’arte agricola e al rispetto dell’habitat cortonese. Insomma, come di una persona che aveva fatto propria l’affermazione  con cui Catone il Censore apre la prefazione al suo De re rustica ( o De agri cultura): “Virum bonum quom laudabant, ita laudabant: bonum agricolam bonumque colonum; amplissime laudari existimabatur qui ita laudabatur” ( L'uomo che i nostri antenati lodavano, lo chiamavano buon agricoltore e buon colono; e chi così veniva lodato stimava di aver ottenuto una lode grandissima).

Ecco, un ricordo di Dino Lazzeri non può non partire da questo richiamo al mondo agricolo e contadino tradizionale  in cui egli ha sempre vissuto ed operato con passione e dedizione encomiabili. Ed è con questo richiamo alla letteratura latina che ne ho chiesto un  ricordo alla sua amatissima figlia Loretta Carola , che da anni porta avanti, in Renaia di Cortona, l’attività  paterna e l’ha trasformata in un’oasi di successo nazionale ed internazionale.

E Loretta Carola, che ben conosce il testo della più antica opera latina a noi pervenuta nella sua interezza e che esalta il lavoratore della terra come unico buon cittadino, seppur ancora tormentata dal grande dolore che l’ha colpita negli affetti più cari , cosi mi ha risposto: “ Si, mio padre è stato sempre fiero e felice della sua vita di agricoltore cortonese. Quella di mio padre è stata una vita improntata a rigore, impegno e disciplina, che imponeva , primo tra tutti, a se stesso. La sua è stata una vita lunga, iniziata negli anni difficili tra le due guerre mondiali, fatta di sacrifici, ma ricca di soddisfazioni, che però evitava di manifestare, convinto che ci fosse sempre un margine per migliorarsi. Avaro di complimenti, ma con un cuore grande, aveva un modo tutto suo, fatto di citazioni e frasi interrotte, per manifestare la gioia per un traguardo  da noi raggiunto; ma noi avevamo imparato a interpretarlo.

In famiglia crediamo che non sia riuscito a togliersi la voglia di progettare e di lavorare , tanto era attaccato ai suoi terreni, ai suoi raccolti, alle sue piante. Ma l’amore più esplicito lo riservava ai suoi due nipoti , Antonio ed Edoardo, gli unici ai quali ripeteva costantemente di essere fiero degli uomini che erano diventati; forse perché avevano assorbito i suoi insegnamenti sin dalla loro più tenera età.

Per oltre 70 anni ha avuto nella moglie Maria una compagna amorevole e premurosa.

Da figlia posso dire che l’ho amato, ammirato e ho spesso temuto i suoi giudizi. Fino alla fine quando, ormai da anni e senza dirmelo, riconosceva di aver fatto con me un buon lavoro. Babbo è stata una presenza importante, ma ad un certo punto ha detto “basta”; per questo è grande il vuoto che lascia in me e nella famiglia.

A questo ricordo desidero aggiungere un sentito ringraziamento alle  dottoresse Maria Magdalena Bozzi e Valentina Mariangeloni ,  agli infermieri del territorio, che con competenza, costanza e umanità si sono prodigati per accompagnarlo dignitosamente verso la nuova vita.”

A quasi  un mese dalla morte di Dino (figlio di Gemma e Ferdinando, nato a Cortona il 30 giugno 1926 , sposato con Maria Cagnaneri e , dal 2003, Cavaliere al merito della Repubblica), le parole della figlia Loretta Carola, che tutti noi cortonesi conosciamo non solo per la sua attività di imprenditrice agricola, ma, anche e soprattutto, per il suo impegno civico e sociale a difesa dell’ambiente di Cortona e della Valdichiana , ci danno davvero una bella fotografia di un infaticabile lavoratore  cortonese, di una  persona buona e dedita alla famiglia, di un coltivatore all’antica di madre terra e di un imprenditore agricolo moderno e raro, che ha vissuto ed abitato sempre in Val d’ Esse, in Renaia, riuscendo a trasformare i suoi campi di terra renosa in veri e propri giardini coltivati a grano , mais e vigne.

Alla moglie Maria, alla figlia Loretta Carola, al genero Michele Guida, ai nipoti Antonio ed Edoardo Guida, all’amatissimo bisnipote Michele Guida Junior, le rinnovate cristiane condoglianze del nostro giornale e  quelle mie personali.

Nella foto: Dino nel 2019, con la figlia Loretta e con la moglie Maria, nel giorno del novantesimo compleanno della consorte.

Ivo Camerini