L’Etruria

Redazione

Franco Marini è tornato alla Casa del Padre

I funerali a Roma, giovedì mattina. Condoglianze al figlio e ai familiari da L'Etruria e da un amico e collaboratore cortonese

Franco Marini è tornato alla Casa del Padre

Quando il 27 gennaio scorso ricevetti la notizia che Franco Marini era stato dimesso dall’ospedale di Rieti, dove era stato ricoverato una ventina di giorni prima per covid, mai avrei pensato  che il virus lo avesse minato inesorabilmente e che la convalescenza non fosse stata possibile.

Lo ricordavo infatti (e lo ricordo anche in questa triste mattinata del nove febbraio)  nell’ultima sua venuta a Cortona di quasi quattro anni orsono ancora forte e in perfetta forma come se avesse vent’anni di meno. Era così in forma che nella passeggiata fatta attorno alle nostre mura etrusco-medioevali da piazza del Comune fino alla Rotonda del Parterre e poi su fino al Torreone e quindi ritorno in piazza del Comune rientrando per Porta Colonia faticai  davvero molto a tenere il suo passo e dopo un’ora di camminata mi ritrovai ad accompagnarlo in visita a Porta Bifora, dove questo caro amico, anche ufficiale in congedo degli alpini, ascoltò, fresco come un giovanotto di vent’anni, la storia della riapertura  di quella nostra storica porta. A mia figlia Chiara che ci aveva seguito in quella camminata permise anche di prendere qualche foto ricordo.

Franco Marini negli ultimi vent’anni era venuto spesso a Cortona e voglio ricordarlo con la foto tra i giovani cortonesi che ci regalò nel Cortile di Sant’Agostino durante un importante convegno del Partito Democratico dove lui aveva parlato per il futuro dell’Italia , della politica intesa come servizio  ai cittadini, ai lavoratori e alla patria.

Tante sono le cose che avrei da raccontare  ai nostri lettori su questo grande italiano, su questo politico all’antica che viveva  il sindacato e la politica come combattente per la democrazia, la giustizia sociale e la libertà. Valori che egli ha sempre vissuto e portato avanti con la passione e l’onestà del figlio dell’operaio abruzzese che era sempre rimasto, nonostante i ruoli e le funzioni istituzionali cui era stato chiamato: dalla segreteria generale  della Cisl a Ministro del Lavoro, dalla segreteria generale del Partito Popolare alla presidenza del Senato.

Dopo aver collaborato con lui alla Cisl negli anni 1985-1991, nel 2005 ebbi l’onore di entrare ancora tra i suoi collaboratori saltuari a seguito della  mia tesi di Master universitario su di lui.

Nel 2018 pubblicai il mio libro Il  Sindacalista Presidente e  lui, oltre che rivedere le bozze, mi autorizzò a  dedicarlo  alla sua piccola amatissima nipotina Luisa. A lei, al figlio David, alla nuora, al fratello e ai parenti tutti le condoglianze personali, della mia famiglia e quelle del nostro giornale la cui redazione ci fece l’onore di visitare in una delle sue venute a Cortona.

I funerali si terranno giovedì mattina alle undici nella Chiesa di San Bellarmino in Piazza Ungheria a Roma.

Nella Chiesa di San Filippo in Cortona, sempre giovedì 11 febbraio, alle ore 17,00, verrà celebrata una Santa Messa in ricordo e suffragio di Franco Marini. Chi vuole, nel rispetto delle norme anticovid, può partecipare.

Nella foto di corredo, il presidente Marini tra alcuni giovani cortonesi in una foto ricordo del 2010.

Ivo Camerini

 

PS. Per coloro che vogliono conoscere un po’ la sua storia rimando al mio libro Il  Sindacalista Presidente, Edizioni CMC-Cortona, 2018. Di questo libro riporto qui di seguito la mia introduzione.

Ivo Camerini : Il Sindacalista Presidente

Introduzione

"Si racconta che all’indomani della sua elezione a presidente del Senato avvenuta il 29 aprile 2006, al funzionario di palazzo Madama che gli chiedeva di indicare nei documenti ufficiali la professione svolta, Franco Marini abbia risposto: “Sindacalista”. Una parola, una qualifica che sembra venisse accolta con qualche titubanza dall’impiegato di Palazzo Madama e che abbia spinto il Presidente ad una ferma precisazione: “ Sì, sì… sindacalista. Ho fatto sempre e solo quello nella mia vita e ne vado fiero perché , come diceva Don Milani, fare il sindacalista è uno dei mestieri più nobili che esistano. Da ieri sono Presidente del Senato, ma anche per me, che ho fatto questo meraviglioso lavoro come scelta di vita, vale l’antico detto: semel sindacalista, semper sindacalista”.

Non so se le cose siano andate esattamente così in quell’ormai lontano inizio del maggio 2006, ma non stento a crederci, avendo avuto la fortuna e l’onore di conoscere e collaborare con Franco per diverso tempo nella Cisl e dal 2005, dopo la mia tesi di Master all’Università di Roma Tre sui  suoi quattro anni di Segretario generale della Cisl ( 1985-1991), di intrattenere con lui rapporti costanti di sincera e preziosa amicizia fraterna.

E’ quindi partendo da questo aneddoto che ho voluto intitolare questo Istant-book “ Il sindacalista presidente”. Un Istant-book realizzato per far conoscere questo grande italiano e grande cislino ai giovani di oggi, mentre a ottantacinque anni, davvero ben portati, si accinge a lasciare la “fucina” della politica attiva e a transitare nelle riserve nobili della nostra Repubblica. Ma non solo ai giovani di oggi, anche a quelli di domani e per questo dedico questo libriccino alla sua adorata nipotina Luisa Marini (figlia di Maurizio Davide), che ormai si accinge ad intraprendere quel lungo viaggio di istruzione pubblica,che suo nonno Franco ha contribuito ad istituire e promuovere nell’Italia del Secondo Novecento. Ma soprattutto la dedica è fatta in quanto sono un convinto seguace del mio maestro Cartesio che nel suo “Discorso sul metodo” ci ammonisce a vivere bene il presente pensando costantemente al futuro dei nostri nipoti (cfr.René Descartes, Discours de la Methode, Leyde, Imprimerie de Jan Marie,1637).

Franco Marini nasce il 9 aprile 1933 in una famiglia operaia di San Pio delle Camere ( L’Aquila ). Primo di sette fratelli, si laurea in giurisprudenza e, dopo aver assolto il servizio militare nel Corpo degli alpini come ufficiale di complemento, nel 1956 frequenta e supera, in compagnia di altri giovani dal grande futuro ( Pierre Carniti, Mario Colombo, Eraldo Crea, Paolo Sartori) il Corso annuale (oggi si chiamerebbe Master) per sindacalisti, tenutosi a Firenze al Centro Studi Nazionale della Cisl, cominciando così la sua carriera sindacale, che lo vede ricoprire i suoi primi incarichi nelle Usp di Rieti, L’Aquila, Agrigento, Biella e poi passare a Roma all’Ufficio organizzativo confederale.

Nel 1965 entra nella Federpubblici, dove assume prima l’incarico di Segretario generale aggiunto e poi quella di Segretario generale, portando i lavoratori del settore pubblico ad inserirsi da protagonisti nella grande stagione delle lotte sindacali del biennio 1968-1969 e guidandoli, come mostra una delle foto qui pubblicate, con un famoso slogan “Anche gli statali sono di sinistra”. Nel 1973 entra nella Segreteria confederale della Cisl, dove è responsabile della contrattazione del settore pubblico impiego. Proprio come Segretario confederale agli inizi del 1979 pubblica, per le Edizioni Lavoro di Roma, il volume “Un sasso nello stagno: contrattazione e trasformazione del pubblico impiego” ( pp. 107). Il 2 maggio 1979 viene eletto Segretario generale aggiunto.5

Dopo aver vinto il X Congresso confederale, svoltosi a Roma dall’otto al tredici luglio 1985, il 19 dello stesso mese il Consiglio generale lo elegge Segretario generale della Cisl, con 210 voti su 215 votanti.

Negli anni 1986-1990 Franco Marini svolge anche ruoli internazionali di sindacalista e ricopre gli incarichi di Vicepresidente della Cisl Internazionale (Icftu) e della Commissione sindacale europea (Ces).Il 28 marzo 1991 si dimette da Segretario generale della Cisl per assumere la carica di Coordinatore di Forze Nuove,corrente della Dc fondata dal suo maestro politico Carlo Donat-Cattin, morto prematuramente il 18 marzo 1991.

E’ il primo passo della sua attività politica ed istituzionale, che già pochi giorni dopo, il 14 aprile dello stesso anno, lo vede entrare come Ministro del Lavoro nel VII Governo Andreotti. Il 30 aprile 1991, ritorna per poche ore alla Cisl e nell’importante riunione del Consiglio generale convocato all’Auditorium di Via Rieti propone l’elezione di Sergio D’Antoni a suo successore nella carica di Segretario generale e di Raffaele Morese in quella di Segretario generale aggiunto. Cosa che il parlamentino della Cisl approva con votazione a larghissima maggioranza. Nel 1992 viene eletto alla Camera dei Deputati nella Circoscrizione del Lazio, dove ottiene il maggior numero di voti tra tutti i candidati.

Viene rieletto deputato anche nelle elezioni del 1994,del1996 e del 2001.

A metà degli anni novanta diviene Segretario generale del Partito popolare italiano e, nel 1999, viene eletto anche al Parlamento europeo. Nel duemila è tra i fondatori del partito della Margherita, di cui è segretario organizzativo fino all’aprile 2006. Nelle elezioni del 9 e 10 aprile 2006 viene eletto Senatore della Repubblica. Il 29 aprile 2006 viene eletto Presidente del Senato della Repubblica. Il 14 ottobre 2007, nella sua qualità di referente dei popolari di matrice democristiana e cristiano sociale, è tra i fondatori del Partito Democratico. Il 30 gennaio 2008, in seguito alla caduta del secondo Governo Prodi, viene incaricato dal Presidente della repubblica Giorgio Napolitano di formare un governo istituzionale per le decisioni più urgenti e la modifica della legge elettorale, ma il 4 febbraio, dopo quattro giorni di intense consultazioni con i vari gruppi parlamentari e con le forze sociali del nostro Paese egli sale al Quirinale e rinuncia al mandato esplorativo: “con molto rammarico per l'impossibilità di raggiungere l'obiettivo» e «di trovare una maggioranza per modificare in pochi mesi la legge elettorale». Nelle elezioni politiche del 13-14 aprile 2008 viene rieletto Senatore per la Circoscrizione Abruzzo. Alle elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013, rispettando le indicazioni del PD, cede il posto di capolista alla candidata donna e causa la flessione elettorale non viene rieletto senatore. Nonostante la non rielezione, il 17 aprile del 2013 viene proposto al primo scrutinio come candidato alla Presidenza della Repubblica, ma, ottenendo 521 voti invece dei 672 richiesti dal quorum e non avendo ottenuto il consenso dei deputati e senatori cosiddetti renziani, ritira la sua candidatura, continuando a lavorare al suo ufficio di Palazzo Giustiniani di “past president” o, come si dice in gergo istituzionale, di “riserva della repubblica”. Comunque per saperne di più rinvio all’importante link di Wikipedia : https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Marini.6

I testi mariniani qui riproposti provengono,in maggioranza, dalla mia Tesi di Master in Storia e storiografia multimediale svolto all’Università di Roma Tre nell’anno accademico 2004- 2005 , e trasformata poi in un DVD nel 2006.

Un DVD che riproponeva in forma digitale la mia ricerca storico-documentale cartacea, che portava a disposizione di studiosi e sindacalisti ben 330 testi di Franco Marini degli anni 1984-1991 in formato Pdf , discorsi audio-video ed una selezione iconografica che qui riprendo, ampliandola con altre foto che appartengono al mio archivio personale.

I testi qui riproposti appartengono agli anni presi in esame in quella raccolta documentale, ma ho ritenuto importante inserirvi anche alcuni testi relativi al suo mandato di Presidente del Senato proprio per far constatare come la “buona battaglia del sindacato” sia sempre rimasta sempre viva e forte nel cuore e nella mente di Franco Marini.

Come sopra riportato nella nota biografica, Franco Marini è stato Segretario generale della Cisl dal luglio 1985 all’aprile 1991, ma nella mia ricerca del 2005 ritenni opportuno dal punto di vista storico anticipare di un anno la cernita dei testi mariniani, perché proprio nei primi mesi del 1984, causa un problema di salute del suo predecessore, egli, di fatto, si trovò a svolgere funzioni di rappresentanza generale dell’organizzazione. E va riconosciuto a Franco Marini di averlo fatto con grande rispetto del segretario generale Pierre Carniti e con la lealtà del delfino che sa attendere il suo turno senza forzare tempi e modalità.

Combattuta a fianco di Pierre Carniti la grande battaglia elettorale del Referendum sulla scala mobile del giugno 1985 (nel corso della cui preparazione venne assassinato il professor Ezio Tarantelli, il vero e grande teorico del cosiddetto Patto di San Valentino del febbraio dell’anno precedente), Marini raccoglie l’eredità carnitiana (con la famosa dichiarazione “Il primo dei carnitiani sono io”) e vince il decimo Congresso confederale della Cisl , che si tiene a Roma dal 9 al 13 luglio dello stesso anno.

Dopo la sua elezione a Segretario generale della Cisl, avvenuta il 19 luglio 1985, come ci ricorda anch’egli nella breve intervista inedita qui riportata, Franco Marini spende tutto se stesso al servizio della causa dei lavoratori italiani, coniugata strettamente con quella della ristrutturazione organizzativa e politica della Cisl, con la riapertura di un nuovo rapporto unitario con la Cgil e con l’avvio di quella nuova fase delle relazioni industriali e sindacali che vedrà la sua positiva conclusione nell’accordo triangolare firmato nel 1992 e poi in quello più noto della concertazione istituzionalizzata del luglio 1993.7

Avvenimenti e passaggi principali di questi anni cosi decisivi per la storia non solo sindacale, ma dell’Italia stessa più in generale, sono stati: la lotta all’inflazione che ha il suo epicentro nell’accordo del 14 febbraio 1984 e nella conseguente lotta contro il Referendum del 1985, che promosso dal Pci, la Cisl vinse contro tutti i pronostici della vigilia; la costruzione di nuove relazioni industriali , che, a partire da questa svolta sarebbero poi approdate agli accordi triangolari del 1992 e del 1993; la crisi politica del pentapartito e la lotta per il governo del Paese che, passando per la cosiddetta formula della staffetta tra Craxi e De Mita, sfocerà poi in quella che i politologi, ma non solo, hanno definito come la fine della Prima repubblica avvenuta nel 1993-94.

Per quanto attiene alla storia della Cisl invece, i passaggi che caratterizzano il periodo mariniano sono stati: la ricostruzione dei rapporti unitari con la Cgil; la ristrutturazione organizzativa centrale e periferica della Cisl , che viene definita con l’Assemblea dei Quadri di Abano Terme del 1987, dove viene approvata definitivamente la scelta degli accorpamenti federativi tra i vari sindacati di categoria e tra le strutture più piccole presenti nelle realtà territoriali locali; la scelta di nuovi strumenti di comunicazione sindacale come il passaggio a giornale quotidiano di Conquiste del Lavoro, fino ad allora settimanale; la ripresa dei corsi lunghi al Centro studi di Fiesole per la preparazione di nuovi dirigenti sindacali; l’elaborazione di nuove strategie sindacali per tutelare i redditi da lavoro dipendente e per affrontare le sfide del cambiamento che ormai preme sull’Italia con l’arrivo della nuova Europa di Maastricht e con le prime avvisaglie della globalizzazione (cfr. in particolare la relazione al Congresso Cisl del luglio 1989); la morte prematura di Carlo Donat- Cattin, leader della sinistra democristiana e la discesa in campo politico di Franco Marini.

Di tutto questo naturalmente nell’Istant-Book si accenna solamente e per i dovuti, necessari approfondimenti si rinvia il lettore ai 330 testi della raccolta documentale del DVD pubblicato nel 2006 (cfr. Ivo Ulisse Camerini, Franco Marini sindacalista, Edizioni Flaei-Cisl, Roma 2006).

Qui, infatti, si riprongono discorsi sindacali ed istituzionali, interventi giornalistici vari utili a capire, comprendere l’importanza della funzione , del ruolo sindacale in un’ Italia ancora alla ricerca della democrazia compiuta e senza aver eliminato quei cimiteri sotto la luna che rispondono ai nomi di emarginazione, di violenza, di sopraffazione, di disoccupazione. In particolare questi testi mariniani, scritti o pronunciati sia negli anni di guida della Cisl sia negli anni di Presidenza del Senato della Repubblica, ci fanno riflettere su argomenti, questioni che ancor oggi sono al centro del dibattito politico e sindacale italiano: la globalizzazione, la costruzione degli Stati Uniti d’Europa, la giustizia sociale, il diritto al lavoro, la promozione della persona umana, il rapporto sindacato-governo, la moderazione salariale, la partecipazione alla gestione dell’impresa e della cosa pubblica, le tutele dei più deboli e di coloro che non hanno voce. Inoltre con la piccola, essenziale, parte iconografica 8

l’Istant-Book ci mostra anche visivamente un cammino sindacale italiano davvero unico che ha portato un giovane cittadino abruzzese di San Pio delle Camere dalle modeste stanze della casa operaia del padre Loreto-Tutuccio a quelle della sontuosa dimora di Palazzo Madama che, come tutti sanno, è la prima camera parlamentare e il secondo palazzo istituzionale della nostra Repubblica. Insomma, questa selezione di testi e di documenti, che si ripropongono in questo Istant-Book, è una piccola antologia che serve a far capire ai giovani di oggi e di domani non solo la storia, la “bella camminata” di una vita italiana tra XX e XXI secolo, ma soprattutto aiuta a far comprendere cosa siano il sindacato e la Cisl.

Vale a dire cos’è un’associazione che riunisce persone che aspirano a migliorare se stessi e la società in cui vivono, come mi disse, negli anni 1990, il professor Giulio Sapelli dell’Università di Milano in una bella intervista di cui conservo ancora alcuni appunti inediti , che qui riporto a conclusione di questa essenziale introduzione.

Mi diceva Sapelli: “ (…) il sindacato è un’ associazione che riunisce le persone che aspirano a migliorare la loro condizione di vita nel lavoro, nella famiglia, nella società. Così facendo rappresentano quegli interessi che esse identificano come preminenti nel corso della loro vita lavorativa e associativa. E’ fondamentale capire che non esistono interessi definiti una volta per tutte e non legati alle condizioni concrete di vita e di lavoro. Essi, del resto, vengono individuati grazie a quella forza formidabile di identificazione e di lotta morale che è la coscienza personale: solo essa consente di identificare tali interessi. Solo essa fonda la libertà ‘del e nel’ sindacato.

Il sindacato è lo strumento che aiuta a comprendere quali siano questi interessi essenziali e irrinunciabili nel rapporto di lavoro e nella vita. Per questo esso vive dell’ associazione: è l’ associarsi, è l’ unirsi, che fa del sindacato un’ organizzazione che difende gli interessi grazie alla spiritualità, alle idee che dalle coscienze dei lavoratori, uno per uno associati, scaturiscono. Questa concezione differenzia il sindacato Cisl da tutte le altre organizzazioni sindacali che pretendono di interpretare un presunto interesse generale o di classe , siano o non siano associati-e quindi iscritti- i lavoratori.”

“Se questo è vero -aggiungeva Giulio Sapelli - l’elevazione spirituale e morale dei lavoratori è il compito primario e irrinunciabile del sindacato: i suoi dirigenti debbono essere selezionati dagli associati sulla base della loro volontà, abnegazione, fedeltà agli ideali e per la loro preparazione culturale, che fa tutt’ uno con l’ onestà e l’ integrità personale.

Il sindacato o è libero o non è. Non deve dipendere dallo stato - e quindi dai partiti, che tutti hanno come fine la conquista dello stato medesimo - ma solo dalle finanze che ricava dai suoi associati e dai servizi che ad essi corrisponde. Ma questo significa 9

che il sindacato deve ricorrere alla legge solo per garantirsi la libertà di esistere e di agire come attore sociale, contrattuale. E’ il contratto di lavoro nelle sue varie declinazioni l’ essenza della vita quotidiana del sindacato. Esso deve sempre vigilare affinché lo Stato non ne limiti la libertà associativa e rappresentativa.

Il sindacato rappresenta soggetti sociali deboli sul mercato, rispetto ai detentori della proprietà dei mezzi di produzione. Ma se le persone deboli sul mercato si associano e rappresentano attraverso i loro dirigenti in modo virtuoso le loro richieste , quella debolezza verrà corretta e limitata.”

Questi concetti, che mi indicava sul finire del Novecento il professore ed amico Giulio Sapelli, si ritrovano tutti nei testi mariniani qui riproposti ed io sono sicuro che essi possono essere ancora a lungo il bel sogno, la bella speranza di futuro dei giovani italiani di oggi e di domani". Ivo Camerini