L’Etruria

Redazione

Altro che Fisco amico! S’insiste con Dracula e  vessazioni.

Il governo fa come il sordo che non vuol sentire. Proteste legittime per l’ arrivo di cartelle pazze.

Altro che Fisco amico! S’insiste con Dracula e  vessazioni.

E’ arrivata in questi giorni la solita sventagliata di lettere dell’ Agenzia delle Entrate in cui si intima a tanti cittadini di pagare il canone televisivo 2016.

A parte il fatto che il canone televisivo sarebbe bene abolirlo , visto che ormai non vi è più alcuna differenza tra tv pubblica e tv privata, l’ andare a richiedere il canone 2016 è proprio da persecuzione burocratica visto che dallo stesso anno il canone è addebitato sulle bollette elettriche e quindi se in quella casa o in quello stabile è stata erogata e pagata energia elettrica il canone Tv, anche se non c era la tv, è stato pagato.

E allora perché quei sapientoni del fisco hanno mandato le lettere? Perché devono rompere gli zibisisi agli onesti e far perder loro tempo a ricercare le bollette della luce 2016?. All’Agenzia entrate non sanno che se uno non paga la luce per più di due mesi questa viene staccata? E ancora:  per quale miracolo avrà mai  potuto funzionare un tv senza utenza elettrica?

In una di queste lettere o cartelle pazze si è arrivati a chiedere ad una cittadina onesta (e lavoratrice super sfruttata) di pagare il canone 2016, secondo lor signori non pagato, quando questa persona è andata ad abitare in quella casa nel 2017 cioè un anno dopo.

Allora giustamente quella persona ci ha detto : "ma con tutte le banche dati che ha il fisco non poteva vedere che in quella  casa io ci abito dal 2017 e quindi nessun canone tv 2016 dovevo? Eh no, loro non pensano, non collegano e si affidano agli algoritmi e scrivono partendo dal principio che con la pesca a strascico qualcosa si prende sempre. No, cari signori, così facendo e così pensando voi rompete gli zibisisi alle persone perbene che sono costrette a perdere un sacco di tempo per giustificare quello che è già giustificato. Son dovuta andare all’ anagrafe a farmi il certificato storico di residenza, dove, tra l’altro, ho scoperto che lo stato lo rilascia  solo in bollo e vuole sedici euro. Insomma mi son trovata come nel famoso film di Troisi dove il gabelliere gli faceva pagare un fiorino ogni volta che passava o ripassava con la stessa cosa per cui aveva pagato poco prima. Così - ha concluso il racconto la nostra cittadina di cui non riveleremo il nome per ovvi motivi - ho deciso di protestare con una bella lettera degli avvocati Gabriele Zampagni e Manuel Panarese, che, nel loro studio di Camucia, hanno capito e appoggiato la mia protesta chiedendo, con professionalità e con gentile sollecitudine,  al fisco di indennizzarmi per il tempo perso e per la vessazione psicologica cui mi hanno sottoposto ".
Il giornalista di strada pubblica volentieri questa storia affinché lor signori del fisco meditino e soprattutto il governo la smetta di scatenare inutili persecutorie campagne contro i cittadini onesti, che devono sempre provare di essere onesti, mentre i veri grandi evasori sono omaggiati e riveriti da governi forti con i deboli e deboli con i forti.
Ivo Camerini