L’Etruria

Redazione

Anche Dante venne a Cortona da Margherita?

Una accattivante ipotesi suggerita da padre Federigo Cornacchini e fatta propria da Romano Scaramucci

Anche Dante venne a Cortona da Margherita?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo del professor Romano Scaramucci, che, nella ricorrenza del settimo centenario della morte, avanza l'ipotesi di un passaggio e di una conoscenza diretta di Cortona da parte di Dante Alighieri.

1 -  Il 2021 sarà l’anno di Dante in occasione del 700esimo anniversario della morte, nel suo inizio mi sono divertito a cercare tracce del rapporto che può esserci stato tra il Sommo Poeta e Cortona. Intendiamoci, di certo e matematico non c’è niente, solo ipotesi, però assai probabili.
La prima traccia l’ho trovata “spulciando” la nuova edizione della famosa Legenda de vita et miracoli Beatae Margaritae de Cortona di Fra Giunta Bevegnati recentemente pubblicata da Padre Federico Cornacchini (ofm). Nella legenda il confessore della santa penitente, ai numeri a margine 585 -  586  -  641 scrive: “… a Lei, da tutta Italia, accorreva gente di ogni condizione…” ed in particolare accenna ad un “grande e dotto fiorentino”.  L’incontro se c’è stato, è avvenuto quando Dante, nato nel 1265, è assai giovane, probabilmente è tra i 25 e 32 anni, non oltre perché la Santa è morta nel 1297. Dante comunque, già famoso nonostante la giovane età, un po’ vanitoso e orgoglioso, si sarebbe recato da Margherita per chiederle aiuto e consiglio. Sappiamo che molti furono convertiti da Margherita  grazie al dono che aveva della scrutazione dei cuori.

2  -  La seconda traccia l’ho trovata in uno dei componimenti delle Rime: la Tenzone fra Dante e Forese Donati. È questa costituita da tre sonetti di Dante e in risposta, tre di Forese Donati (cugino della moglie di Dante morto nel 1296 e fratello di Piccarda e di Corso Donati futuro capo dei Neri). Con questi componimenti, come vuole il genere tenzone e in modo conforme al genere latino dell' "improperium", si prendono familiarmente in giro e si infamano a vicenda scambiandosi insulti e ingiurie in tono "comico". E’ probabile che sia tutto un gioco letterario senza eccessivo malanimo. In questo testo Dante accusa Forese di trascurare la moglie Nella e di lasciarla sola a letto la notte, perché ha relazioni con altre donne o, più probabilmente, perché va in giro a rubare, quindi la donna soffre il freddo ed è sempre ammalata anche in piena estate. La "tenzone" risale quasi certamente agli anni 1293-1296, dopo la morte di Beatrice e nel periodo del cosiddetto "traviamento" di Dante, in cui il poeta abbandonò la teologia per darsi a studi filosofici e visse in modo scapestrato e gaudente (anche con relazioni sensuali con altre donne, come altre Rime sembrano testimoniare).

Questo il sonetto che ha a che fare con Cortona:

Chi udisse tossir la malfatata

moglie di Bicci vocato Forese,

potrebbe dir ch’ell’ha forse vernata

ove si fa ’l cristallo in quel paese.

 

Di mezzo agosto la truovi infreddata;

or sappi che de’ far d’ogni altro mese!

E non le val perché dorma calzata,

merzé del copertoio c’ha cortonese.

 

La tosse, ’l freddo e l’altra mala voglia

non l’addovien per omor ch’abbia vecchi,

ma per difetto ch’ella sente al nido.

 

Piange la madre, c’ha più d’una doglia,

dicendo: «Lassa, che per fichi secchi

messa l’avre’ ’n casa del conte Guido!».

 

“Chi sentisse tossire la sventurata moglie di Forese, detto Bicci, potrebbe dire che forse ha passato l'inverno nel paese dove si produce il cristallo (una regione molto fredda).

Anche a metà agosto la trovi raffreddata; immagina come deve stare in ogni altro mese! E non le serve a molto dormire con le calze, a causa della coperta che è corta.


La tosse, il freddo e gli altri malanni non le capitano per la sua vecchiaia, ma per la mancanza che sente nel nido [l'assenza di Forese nel letto coniugale].

La madre [di lei] piange e ne ha più d'un motivo, mentre dice: "Ahimè, con una dote modesta potevo farle sposare uno dei conti Guidi!"

 

Il testo si fonda sul paradosso della moglie di Forese, Nella, che dorme sola nel proprio letto e dunque è sempre ammalata, come se avesse passato l'inverno nel paese dove si produce il cristallo (che nel Medioevo si pensava nascesse dal ghiaccio, dunque la regione indicata è nell'estremo Nord).
Ma veniamo al verso dove Dante fa riferimento alla nostra città:

E non le val perché dorma calzata,
merzé del copertoio c’ha cortonese

La coperta (copertoio) che è troppo corta per scaldarla è un'allusione oscena all'assenza del marito nel letto, poiché egli non adempie i propri doveri di sposo; ma c'è anche un ulteriore gioco di parole con cortonese, che vale "corto" e "di Cortona". Anche nella nostra città come in tutta la Toscana nel XIII-XIV sec. probabilmente fiorì una importante industria della lana.

Gli omor... vecchi sono i liquidi organici che si credevano responsabili delle funzioni vitali, dunque Dante insinua che la donna è avanti con gli anni e, forse per questo, poco attraente agli occhi di Forese.

Romano Scaramucci