L’Etruria

Redazione

Atti dell’Omaggio al Vescovo Giuseppe Franciolini -1

Atti dell’Omaggio al Vescovo Giuseppe Franciolini -1

Atti dell’Omaggio al Vescovo Giuseppe Franciolini a 30 anni dalla morte , tenutosi in Sala del Consiglio Comunale di Cortona il 20 dicembre 2019

 

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Ivo CAMERINI, giornalista di strada e moderatore dell’incontro.

Introduzione alla serata:
"Signor Sindaco Luciano Meoni , Cittadine e Cittadini cortonesi , buona sera e benvenuti a questo piccolo, ma sentito Omaggio al Vescovo Giuseppe Franciolini, organizzato dal giornale L’Etruria e dal Comune di Cortona.
Un omaggio fatto in punta di piedi , da laici cortonesi però che sono fieri di dire ad alta voce che portano nel loro cuore quelle radici cristiane e cattoliche, che, con tanto amore, il Vescovo Franciolini coltivò in Cortona per quasi sessant’anni.
Per l’esattezza 57 anni, dei quali 46 come vescovo titolare e 11 come vescovo emerito. Cinquantasette anni che però , secondo noi, rappresentano e narrano la storia di gran parte del Novecento cortonese.
Sì, perché , se è vero che ogni città racchiude e racconta la sua storia, è altrettanto vero che ogni persona racchiude e racconta la storia della sua città.
E la storia del Vescovo Giuseppe Franciolini è senza ombra di dubbio la storia della Cortona del Novecento. Una storia tutta da riscoprire e da raccontare ai giovani di oggi e agli adulti che non hanno avuto la fortuna e l’onore di conoscere e incontrare sulle strade del proprio quotidiano questo semplice e straordinario prelato di Santa Romana Chiesa.
E’ questo il motivo semplice , ma importante ed essenziale, che ci ha spinti ad organizzare questa serata di ricordo e omaggio all’ultimo vescovo di Cortona.
Soltanto per questo, infatti, ma anche per non commettere peccato di omissione nei confronti di un anniversario che stava volando via nel silenzio e nell’indifferenza, noi de L’Etruria, attraverso il direttore Enzo Lucente, ci siamo attivati per coinvolgere il sindaco Meoni e l’assessore Attesti , che ringraziamo di cuore per la loro immediata disponibilità e attivazione sinergica, affinché fosse data una giusta veste istituzionale, ad un momento di testimonianze e di memoria attiva minimale su di un pastore cristiano, su di una persona buona ,mite , saggia e, mi sia concesso, santa.
Care cortonesi e cari cortonesi, la vostra presenza, nonostante l’inclemenza del tempo di questa sera invernale, ci conferma che questo ricordo è vivo non solo stasera , ma sarà vivo anche in futuro .
Noi dell’Etruria ce lo auguriamo con tutto il cuore e vi assicuriamo che continueremo ad impegnarci affinché ciò avvenga con tutta quella passione che da sempre caratterizza la vita ultracentenaria del nostro giornale, che a pieno titolo, credo di poterlo affermare con sicurezza, è il diario della Cortona del Novecento.
Un diario che ora è disponibile in gran parte anche su internet e che a partire da gennaio sarà totalmente, pienamente disponibile nel nostro Archivio storico digitale, collegato anche alla Biblioteca del Comune . Infatti, proprio in questo mese è terminata la digitalizzazione completa di tutti numeri de L’Etruria , dal 1892 ad oggi.
Un lavoro impegnativo e faticoso , ma che nelle more del suo realizzarsi ci ha permesso di rivedere e sfogliare il numero dell’aprile 1989 dedicato ai funerali di Mons. Giuseppe Franciolini . Cioè L’Etruria del 30 aprile 1989 la cui rilettura ha originato l’evento di stasera e che all’ingresso trovate riprodotto con il nostro ultimo numero del 15 dicembre.
Prima di dare la parola al direttore Enzo Lucente un grazie di cuore a tutti coloro che questa sera sono venuti qui a portare le loro testimonianze e a voi che siete venuti ad ascoltarle. Un grazie particolare ai sacerdoti che vedo presenti in sala , a Mons. Vicario Don Fabrizio Vantini e a S.E. l’Arcivescovo emerito di Lucca Mons. Italo Castellani" .

Conclusione:
"Grazie a tutti . Come  moderatore non ho il compito di fare conclusioni, ma soltanto di ringraziare e salutare. Però prima di far ciò mi sia consentita una veloce riflessione. E’ stata una bella serata pur nella sua semplicità e senza protocolli. Una serata di memoria attiva per un Vescovo straordinario che ci ha dato tanto, che tanto ha dato a Cortona. Una serata semplice , ma fatta con il cuore , con quel cuore che ,come il grande Blaise Pascal c’insegnò quattro secoli or sono, ha delle ragioni che la ragione non conosce. Come è stato ben detto, non era nelle intenzioni de L’Etruria  di fare un convegno su Franciolini. Si voleva solo ascoltare ad alta voce alcune testimonianze, che si sono rivelate interessanti e veri e propri racconti di storytelling. Ringrazio tutti gli intervenuti perché, in fondo, questi racconti hanno lanciato educatamente  un sasso nello stagno. E ,modestamente, penso che un po' di acque morte siano state  smosse. Vi ringrazio tutti e a tutti auguro un Felice, Buon Natale.

 

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Don Piero BECHERINI, parroco novantatreenne di PozzuoloUmbro: la Peregrinatio Margaritae, un gesto storico di Mons. Franciolini.

Signor Sindaco,  Chiarissimo Dottor Lucente, Gentili Signori, sono il Parroco di Pozzuolo, e anche io mi sento in dovere  di unirmi alla Comunità Cortonese per ricordare e ringraziare S.E Mons. Giuseppe Franciolini Vostro ultimo Vescovo   per le cose splendide che ha compiuto a Cortona e fuori di Cortona nella sua veste di Pastore.

Intanto permettetemi di dire grazie al Dr. Lucente   per la possibilità che mi ha dato di essere qui questa sera per questo gesto di  gratitudine nei confronti di Mons. Franciolini per il prezioso  lavoro che qui ha svolto.

Da Vescovo si era meritato il titolo di Eccellenza, e veramente eccellente è stato il lavoro che qui ha svolto per oltre cinquant’anni.  Diversi sono i motivi per cui mi sento in dovere di ringraziare Mons. Franciolini, ma il più importante  si riferisce a Santa Margherita per la forte devozione che ci legava alla Santa.

 Negli anni 60 – 65  del secolo scorso dovemmo restaurare il Santuario di Laviano, e al termine dei lavori Mons. Franciolini venne a visitare la Chiesa restaurata e ci fece dono di un foulard che era stato al collo della Santa e che adesso è racchiuso nella Margherita d’argento  realizzata dallo scultore Mazzullo che già aveva realizzato un meraviglioso Crocifisso in bronzo.

Fu proprio in questa circostanza che, nel corso del pranzo che seguì la cerimonia religiosa, mi permisi di richiedere per qualche giorno il Corpo di Margherita in occasione del 7° Centenario della sua Conversione.  La richiesta portò il silenzio nella sala da pranzo, poi di fronte all’atteggiamento possibilista  tenuto dal  Vescovo anche gli altri Sacerdoti presenti richiesero di poter ospitare la Santa, sia pure per tempi più brevi.  La risposta fu: “Ne riparliamo”.

La cosa era piaciuta anche ai Sacerdoti di Cortona i quali anch’essi chiesero questa concessione.  Le reliquie dei Santo sono cose preziose, e devono essere trattate con le dovute maniere. Poi le pressioni del Clero cortonese ebbero il sopravvento. Fummo invitati ad una riunione del Clero per manifestare le nostre intenzioni, se eravamo disposti e fino a che punto a ricevere la Santa. Tutti volevamo la Santa. E Il Vescovo anche Lui giudicò che la Peregrinatio Margaritae poteva essere fatta. 
E la sera del 23 settembre verso le 16,00 del pomeriggio la nostra Santa estratta dall’Urna e portata a spalle dagli Araldi raggiungeva l’auto Cappella,  trovata in Roma, e iniziava il suo pellegrinaggio verso il luogo  del Suo Pentimento. Il Percorso fu una marcia trionfale: fedeli e fiori davanti a ogni abitazione fino al Pentimento. Poi sotto le fronde dell’antica quercia la sosta e le  parole del Vescovo Franciolini che ci affidava la cosa più preziosa della sua Diocesi raccomandandoci di averne cura e di restituirgliela nelle stesse condizioni in cui ce l’aveva consegnata.

Poi, a piedi dal Pentimento abbiamo raggiunto  Laviano  e qui abbiamo potuto sfogare la nostra gioia e la nostra devozione nei confronti di questa creatura che il Signore ci ha dato come con una veglia di preghiera che è durata tutta la notte.

La stessa gioia e la stessa devozione  venne manifestata in tutti i luoghi dove Margherita potè sostare, e il merito di tutta questa manifestazione ricade su Mons, Franciolini che comprese subito, nel momento della richiesta che il pellegrinaggio di Margherita sarebbe stato un grande beneficio per tutti i Fedeli.

Che il Signore e Margherita gli rendano merito, e diano a noi la possibilità di effettuare un’ altra Peregrinatio Margheritae quando nel  settembre 2022 cadrà il 50 ° di questo evento.  

Grazie a voi tutti per aver avuto la pazienza di ascoltarmi e un sincero augurio di ritrovarci tutti di nuovo insieme nel 2022.

 

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Carlo ROCCANTI, poeta dialettale ed ex-dirigente bancario: onorato di essere stato chiamato suo “collega poeta”.

Il 1978 fu un anno tragico: l’assassinio di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse, la caduta del Presidente Leone, la morte di Papa Paolo VI e , subito dopo, del suo successore Giovanni Paolo I°… Muore a Camucia Don Aldo ROSADONI ed è chiamato a sostituirlo il “camuciese” Don Benito CHIARABOLLI dopo 14 anni di apprezzatissimo servizio presso la mia Parrocchia, il Riccio. Per superare qualche “turbolenza” creata da questo spostamento, fu organizzato dai Consigli Parrocchiali di Camucia e Riccio un pranzo che si tenne il 5 Febbraio 1978 presso il Ristorante “La Griglia”, proprio dietro la chiesa di Camucia. Furono presenti anche molti Parroci del cortonese ed anche il Vescovo Mons. Giuseppe FRANCIOLINI. All’epoca ero un giovincello di 26 anni, ma già mi dilettavo da tempo a scrivere versi chianini: così celebrai l’evento leggendo nel corso del pranzo una mia lunga e ironica composizione dialettale : “COMME CARLO DE ROCCANTE / CH’E’ POETA DILETTANTE /MO’ SALUTA DON BINITO / CHE DAL RICCIO OGGE E’ PARTITO”. Poesia che poi, anche a seguito delle tante richieste di una copia, venne pubblicata sul n.3 -1978 del periodico “L’ETRURIA”.  Con i miei versi raccontai ironicamente gli eventi di quei giorni e, vista la difficoltà incontrata nel reperire il sostituto di Don Benito al Riccio, presi garbatamente in giro alcuni membri del Consiglio Parrocchiale del Riccio invitandoli a prendere loro il posto di Don Benito. Ad un certo punto declamai alcuni “oscuri” versi: “PPU’ ME CE ‘MPEGNO ANCH’IO, PERO’ LA STOLA/ LA VOLGO TUTTO L’ANNO DE VIOLA. / IO DEL MISTIERE SIRIA A L’ALTEZZA:/TUTTI A PREGHERE PE’ LA SALVEZZA !” Applausi e complimenti a profusione alla fine della lettura. Mentre leggevo, con la coda dell’occhio notai che anche il Vescovo FRANCIOLINI si stava divertendo moltissimo. Alla fine mi chiamò a sé con un gesto. Prese le mie mani tra le sue, mi accarezzò e, da buon “collega” poeta mi fece infiniti complimenti per la mia composizione dialettale. Poi mi disse “La tua poesia è straordinaria… però non ho capito una cosa…come mai chiedi di volere tutto l’anno la Stola di colore Viola ? Vuoi forse indicare un segno di tristezza e di penitenza per il trasferimento di Don Benito ?”   Con un gran sorriso risposi: “No…no… Eccellenza , il fatto è che sono un gran tifoso della FIORENTINA e sono attaccato al colore VIOLA. Poi… inviterei a pregare per la…. “Salvezza” proprio della FIORENTINA che quest’anno rischia di andare in Serie B…” Lo rivedo ancora sorridere e annuire: “ Caro Carlo… anch’io ho in grande simpatia la FIORENTINA !”   “Mi fa immensamente piacere Eccellenza- risposi – e allora… sotto con le preghiere che ne abbiamo un gran bisogno….”   Tutto è bene quello che finisce bene….la FIORENTINA si salvò proprio all’ultima giornata con un sofferto pareggio 0-0 col Genoa a Firenze…….

Come da programma vi do ora lettura della poesia “INVITO A CORTONA”, tratta da “LA GHIRLANDETTA”  del Vescovo FRANCIOLINI.

 

INVITO A CORTONA

 

Vieni a goder la vista ampia e serena

che s’apre all’occhio estatico dall’alto

di questo colle: il cielo è di cobalto,

il sol giocondo illumina la scena

 

dell’ubertosa sponda trasimena

che, nei riflessi vividi di smalto

del suo bel lago e sulle vie d’asfalto,

si svolge larga tra Perugia e Siena.

 

Nobile e austera, su la Valdichiana

come regina levasi Cortona,

di storia e arte e Santi redimìta;

 

e in lungo raggio domina lontana,

e parla ai cuori, fin dove risuona

col nome e le virtù di Margherita.

 

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Ferruccio FABILLI, ex-sindaco di Cortona e dirigente della Pubblica amministrazione: la soppressione della nostra diocesi avvenne negli anni in cui ero sindaco.

Il Vescovo Franciolini, vissuto un cinquantennio a Cortona, a trent’anni dalla morte, avrebbe meritato molto di più di questa breve serata della nostra Etruria, almeno una giornata di memorie organizzata dai suoi confratelli. A cui, magari, sarebbe stato opportuno far seguire studi approfonditi su Franciolini, per capire i motivi dell’ampia stima riscossa in vita, in ogni ambito, culturale e sociale cittadino. Avendo, Egli, traversato mezzo secolo tra i più duri – in tempi recenti -  della storia nazionale e locale, dagli anni trenta agli anni settanta/ottanta del Novecento. Il carattere poliedrico di Franciolini, attento alla vita dei singoli, alla cura del suo ministero, alla vita cittadina merita infatti ben più delle nostre simpatiche testimonianze e piccole memorie personali. Tuttavia porto volentieri la mia breve testimonianza essendo stato sindaco di Cortona negli anni della soppressione della Diocesi. In previsione di tale scenario pessimo, io, sindaco, e, il presidente di Circoscrizione, Nicola Caldarone, ci recammo dal primate toscano, cardinal Benelli, a reclamare il nostro dissenso. Ragionando che altre diocesi erano rimaste in vita, come Fiesole e Orvieto (Lucumonie etrusche) e altre ancora, dai requisiti simili a Cortona. Fu un buco nell’acqua. Però, ci provammo. La storia recente ha accentuato il divario di prospettive e interessi tra Arezzo e Cortona. Come sull’uso dell’ex episcopio, che ha coinciso con l’altro conflitto tra le città: sulla destinazione d’uso dell’antico ospedale di Cortona. Dimostrando, in entrambi i casi, che il potere aretino considera Cortona subalterna. Dove il potere locale è stato ventre molle, il Comune, sulle vicende dell’ex ospedale; mentre non si è tenuto conto del parere del clero e dei parrocchiani cortonesi, sull’ex episcopio, non essendo interpellati. Ricordando Franciolini non si può sottacere il conflitto di interessi tra Arezzo e Cortona. Egli vivente, seminarista prima e sindaco poi, io ne avevo ammirato il ruolo nella società cortonese, di collante socioculturale anche per non credenti, grazie a doti umane, politiche, e di mecenatismo. Egli arricchì Cortona in modo straordinario. Basterebbe ricordare, per l’arte, i mosaici di Gino Severini,  finanziati anche a sue spese. E la lista di opere recuperate, tutelate e acquisite da Franciolini, sarebbe lunga. Aggiungo solo che  il vescovo Bassetti pensò di fare dell’ex episcopio un Museo, contenitore degli oggetti raccolti da Franciolini, a cui aggiungerne, magari, gli archivi. Quand’era tutto pronto, il vescovo subentrato, Fontana, decise di destinare a uffici l’immobile restaurato. Tutti zitti, tranne L’Etruria, col direttore Lucente. Polemica che sortì il solo l’effetto di sapere dove, pare, sia depositato il materiale museale. Questo è il motivo maggiore dei dissapori tra Curia aretina e il periodico locale. E su questo penso che non ci sia da adontarsi se un confronto viene chiesto da tempo dal direttore de L’Etruria.

 

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Roberto SACCARELLO, ex-allievo, avvocato ed oggi Delegato per viterbo-Rieti del Sovrano Ordine di Malta: non solo allievo, ma anche suo ospite in Vescovado per due settimane nel 1977

Quando nel lontano 1967 lasciai Cortona per seguire la mia famiglia a Viterbo, mi recai da Mons. Franciolini per un doveroso saluto. Il Vescovo mi accolse, come sempre,  amorevolmente e nel momento del commiato mi disse” non dimenticare Cortona, prega sempre Santa Margherita e ricorda che io sarò sempre il tuo Vescovo.” Questa parole mi colpirono profondamente e seppur da lontano – allora i mezzi di comunicazione non erano certo quelli di oggi- continuai a mantenere con Lui una regolare corrispondenza epistolare.

Nell’estate del 1977, dopo dieci anni, mi colse la nostalgia di rivedere i luoghi della mia infanzia e prima giovinezza, e tornai a Cortona, con l’intenzione di rimanervi qualche giorno.

La prima visita la riservai proprio all’amato Vescovo che trovai ancora in discrete condizioni di salute pur avendo otrepassato gli 87 anni. Con gesto di squisita cortesia, insistè per  ospitarni in Episcopio e così ebbi occasione di trascorrere accanto a lui due settimane, chiedendomi  di trattenermi  fino alla festività dell’Assunta, celebrata allora con particolare solennità in Cattedrale. Nei giorni che ebbi la grazia di rimanere accanto a lui, il Vescovo, soprattutto la sera, mi intratteneva in amabili conversazioni, ricordanto tante vicende  e persone del passato. E venni a conoscenza pure di alcuni particolari a me precedemtemente non noti.

Mi raccontò che appena nominato vescovo si era recato  al Quirinale per prestare, come previsto dal Concordato, giuramento nelle mani del Re. Terminata la formale  cerimonia, Vittorio Emanuele III lo aveva trattenuto ancora per qualche tempo, illustrandogli con la sua consueta pignoleria, il territorio dell’Etruria di cui faceva parte la Diocesi. Il Vescovo mi mostrò poi una lettera di ringraziamento inviatagli da Umberto II durante il suo breve regno nel maggio del 1946, lettera che mi auguro sia conservata nell’archivio diocesano.

Ben sappiamo quanto Mons. Franciolini si sia adoperato in vari modi per alleviare le sofferenze del suo popolo durante il secondo  conflitto mondiale. Con gesto di grande carità cristiana ospitò in Episcopio i Signori Hannau  due illustri esponenti della comunità ebraica, genitori di Marcella, consorte del poeta Corrado Pavolini. Questo particolare mi venne ricordato alcuni anni dopo a Roma, anche  dal nipote Luca Pavolini, noto esponente del Partito Comunista, ma   affascinato dal carisma del Vescovo. 

Mons. Franciolini mi confidò anche  che poco dopo la fine della guerra ebbe una visita da parte di un prelato della Segreteria di Stato che dopo i primi convenevoli gli rivolse una domanda a bruciapelo: “Eccellenza, Lei conosce il francese?” Il Vescovo  ben comprese che qualcuno in alto aveva progettato di inviarlo come Nunzio in missione diplomatica, ma rispose “ ormai ho appreso il toscano e la mia missione è quella di coltivare il giardino affidatomi dal Signore.” Una significativa manifestazione  di grande attaccamento alla Diocesi e un esempio per quanti anche nella Chiesa aspirano a posizioni più onorifiche e di potere.

Il suo amore verso la Diocesi ebbi modo di coglierlo nelle visite in cui lo accompagnai proprio in quei giorni con la mia macchinetta; visite semplici, rese senza alcuna ufficialità ad alcune zone della montagna e del piano.                                          

Una sera, dopo aver riportato sulla sua agenda-diario, la cronaca della giornata, mi manifestò tutta la sua preoccupazione per il futuro della Diocesi, poiché era con probabilità al corrente di  alcune prossime, ineluttabili scadenze. Infatti, pochi mesi dopo, la Santa Sede univa in persona episcopi la Diocesi di Cortona a quella di Arezzo.

Nel 1978 si concludeva così il lungo episcopato attivo del Vescovo Giuseppe. 46 anni spesi al servizio della Chiesa cortonese e ricco di tanti eventi di fede e di cultura cristiana.

Mons. Franciolini avrebbe fatto in tempo ad assistere, con la creazione nel 1986 della nuova Diocesi di Arezzo-Cortona-San Sepolcro, alla definitiva perdita di autonomia di quella che aveva sempre definito la “sua sposa”. Ebbe a riferirmi Mons. Giovanni Materazzi che nell’apprendere la  notizia il Vescovo ebbe una sola reazione”Sia fatta la volontà di Dio”.

Quella di conformarsi in pieno alla divina volontà, era stato per lui un principio costante, e tale sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni. Per questo il suo nome resta in benedizione.  

 

 

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Mino Marino FARALLI, ex allievo, imprenditore e Capitano in congedo dei Carabinieri: "celebrò il mio matrimonio"

Il mio intervento, breve testimonianza, si concluderà con un elogio o parola di lode al Clero Cortonese, prescelto da Mons. FRANCIOLINI, <>, superlativo assoluto e per antonomasia, quale Buon Pastore, come meglio prima ricordato. Perché? Suggerisco, intanto agli appassionati studiosi e storici, di sostituire o aggiungere a “l’ ultimo Vescovo di Cortona” <> “…la Sua sposa” come icona mediatica storica ed emblematica, irriproducibile, di quasi mezzo secolo di vita e attività diocesane.

Ho avuto la fortuna, da adolescente, proveniente da questa nostra campagna, di essere “allievo” di Mons. FRANCIOLINI, che riusciva a fare pure l’insegnante, ma non solo di religione, ma di italiano, la lingua che amava e superando la prosa, il lessico e l’etimologia delle parole e dei nomi volava subito nella poesia: eccome !

Riconoscendo che non avevo la vocazione al Sacerdozio, ma pure apprezzando -credo- altre qualità o forse virtù, quando ho umilmente richiesto la Sua paterna Benedizione ( quasi perdono) per le imminenti nozze, si è profferto di benedirle celebrando il rito sacro del matrimonio; piacevole , gradita immeritata sorpresa, come “per Grazia ricevuta”!

Le Sue parole, …auliche :..non ho potuto importi le mani per il Sacramento dell’Ordine, ma celebriamo il Matrimonio, che è altrettanto un Sacramento e … “più complicato”, per viverlo in armonia e santità, in due !  Ma si era preparato – come nel Suo stile rigoroso- con una apprezzatissima e dedicata poesia, come riportava La Voce di Cortona ; e altre belle parole , ma che  qui, questa sera, NON descrivo, preso da una certa commozione e riconoscenza verso “il Padre amoroso e Buon Pastore” e LA GRAZIA di quella Benedizione!

Perciò penso ai compagni di formazione negli anni del seminario, che sono divenuti bravi Sacerdoti e Vescovi e al carisma del Vescovo Franciolini “ che non faceva i Preti “per forza” , come si direbbe in confidenza dialettale! ONORE al Clero cortonese

E… consentitemi di poter aggiungere un altro aggettivo ai molti -giusti- che vengono attribuiti e che stasera abbiamo ascoltato;  in breve: nel ricordato teatrino del seminario, facendo una recita, nella parte e nella uniforme del carabiniere ( prestatami dal babbo di un compagno di corso, Maresciallo dei Carabinieri) alla fine, il complimento del Vescovo – quasi “preveggente”- fu <<…questa Marino, è la Tua strada giusta>>.

In effetti: preveggenza? Chissa!

La Sua GRAZIA mi ha accompagnato nella vita e credetemi, parlando di LUI e della Sua Grandezza e magnitudo spirituale, mi sento piccolo piccolo, ma fortunato, come tutti NOI , credo, coevi ad una Persona straordinaria e in Santità vissuta.

 

Nella prossima puntata i testi delle altre testimonianze, che mi auguro arrivino quanto prima.

A cura di Ivo Camerini